Adulterio in salsa Pinter con la formidabile coppia Piazza-Graziosi in prima assoluta al Brancati di Catania

Adulterio in salsa Pinter con la formidabile coppia Piazza-Graziosi in prima assoluta al Brancati di Catania

@Anna Di Mauro, 10-03-2023

Alienante, spiazzante, ironica, graffiante l’opera teatrale “L’amante” di Harold Pinter, tradizionalmente e immeritoriamente considerata minore rispetto alla produzione del geniale drammaturgo inglese, premio Nobel per la letteratura 2005, ha acceso i riflettori e fatto rivivere in scena un piccolo gioiello drammaturgico grazie alla originale e vivace regia di Veronica Cruciani e a un’interpretazione di eccellenza di due attori come Viola Graziosi e Graziano Piazza, coppia nella vita, che hanno sfidato il loro rapporto incarnando i protagonisti con la consueta raffinatezza interpretativa. 80 minuti di vero godimento.
In una scenografia paludata, i cui arredi vengono scoperti in progress dagli stessi protagonisti, come del resto la storia della coppia, i due attori entrano, copione alla mano, simulando una prova de “L’amante”. La quarta parete scivola via mentre l’espediente registico crea un primo effetto di distanziamento dall’assurda vicenda, che tuttavia afferra subito l’attenzione dello spettatore con un incipit di forte impatto. Un marito affabile e gentile, prima di andare al lavoro, bacetto sulla guancia della mogliettina intenta canonicamente a spolverare, le chiede amorevolmente: “Viene il tuo amante, oggi?”. La moglie mugola in segno di assenso. Breve dialogo sull’argomento e congedo del marito con un garbato “Divertiti”. Del resto anche lui ha un’amante. Sembrerebbe il solito, squallido tradimento per vivacizzare la monotona vita coniugale, accettato in libertà dalla coppia compiacente. Senonché stiamo parlando di Pinter che sconosce le nebbie della banalità.

Inevitabilmente e argutamente, con una struttura esatta e intricata come un orologio meccanico, la storia si ingarbuglia in una trasgressività audace, in un susseguirsi di cambio di identità dei due personaggi che impersonano se stessi e i loro presunti amanti, in un gioco degli specchi che disorienta, diverte, tenendo desta l’attenzione e il gusto di scoprire cosa si celi in questo guazzabuglio di tradimenti dichiarati, tipico della mitica coppia aperta anni ‘70. Pensiamo a Dario Fo e Franca Rame nella loro esilarante rappresentazione “Coppia aperta quasi spalancata” o a “La rossa del Roxy Bar” miniserie televisiva dove il duo Marchesini-Solenghi utilizza lo stesso espediente de “L’amante” in una chiave decisamente comica. Con Pinter si ride meno, ma si pensa di più, in quanto la scoperta dell’espediente salva-matrimonio si tinge dell’inquietante “essere o non essere” di shakespeariana memoria.
In un incessante vestirsi e spogliarsi della coppia, quasi a cercare affannosamente un’identità perduta, la raffinata pièce che parla di sesso senza inscenarlo, va ben oltre l’infedeltà e le noie della vita matrimoniale. Dietro le quinte di questo funambolico teatro nel teatro si cela la vera natura di questa apparente commedia, in sostanza il dramma dell’autenticità del nostro essere, da cui si diparte un gioco di metateatro in cui i due protagonisti si lanciano realtà e finzione con un ritmo incessante, in un ribaltamento sempre più serrato di ruoli, fino alla rivelazione finale che relega la figura dell’ “amante” in uno spazio di fantasia necessaria, che li tiene prigionieri inesorabilmente, anche quando i due vorrebbero liberarsene. L’abbraccio accorato del finale ci indica questo percorso apparentemente piacevole, in realtà generatore di un disagio esistenziale che porta in una direzione di incomunicabilità e di feroce straniamento, tipici degli anni ’70 nella generazione di intellettuali e artisti di quel periodo.
In questa edizione “L’amante” offre chiaramente una solida prova attoriale e registica, abilmente intessuta da accurate luci e sonorità, su un testo inossidabile e attuale nelle sue dinamiche di affascinanti contorcimenti, lasciando la netta, emozionante sensazione di avere assistito dal buco della serratura non a una performance di ottimo livello, ma a un pezzetto di vita.

L’AMANTE
di Harold Pinter
Con Viola Graziosi e Graziano Piazza
Regia Veronica Cruciani
Drammaturgia sonora di John Cascone
Scene e costumi Veronica Cruciani e John Cascone
Disegno luci Andrea Chiavaro
Produzione Gianmarco Piccione

Al Teatro Brancati fino al 12 Marzo