Le giullarate di Dario Fo con un inarrestabile Matthias Martelli che ne ha raccolto l’eredità

Le giullarate di Dario Fo con un inarrestabile Matthias Martelli che ne ha raccolto l’eredità

@ Anna Di Mauro, 16 aprile 2023

Rivivere le straordinarie perfomances del mitico “Mistero buffo” firmato Dario Fo e Franca Rame, è sempre un’emozione. A dare voce, volto e corpo a quei celebrati componimenti giullareschi ispirati alla tradizione medievale, è il talento di un giovane attore urbinate, già noto e caro alla platea catanese, Matthias Martelli, che grazie all’iniziativa di Palco Off, per la quinta volta a Catania, ha elargito con dovizia e generosità due giullarate che hanno fatto risuonare risate e commozione in una fitta platea: “La nascita del giullare” e “La parpaja topola”.

Nella prima si narra di come è nato il Giullare, figura storica agli albori della letteratura, che interpretava con sapido humour episodi di argomento religioso, rivoluzionando e destabilizzando le conoscenze e l’atteggiamento passivo di un popolo ignorante e oppresso. Nella geniale giullarata di Dario Fo la sua nascita è un miracolo di Gesù Cristo, che trasformerà in Giullare un contadino in procinto di impiccarsi, vessato da un padrone che lo aveva derubato della sua terra, della moglie, della famiglia. Il poveretto viene fermato nel suo gesto disperato da Cristo che gli chiede dell’acqua. Così per intervento divino il reietto invece di suicidarsi racconterà satiricamente la sua storia nelle piazze, denunciando i soprusi e riscattando la sua umiliazione. Queste nobili e commoventi origini riscattano a sua volta una figura storica scomoda, ritenuta pericolosa e perseguitata dalla Chiesa cattolica, o vilipesa, che faceva divertire fustigando il Potere. Questa funzione sociale viene infatti accentuata e amplificata da Dario Fo nel Mistero buffo, creando un apparato di forte impatto sul perbenismo borghese e sul tessuto politico conservatore di un’Italia anni ’70 poco incline ai cambiamenti a favore delle classi popolari.

Di matrice laica, la seconda giullarata rivela la sua natura licenziosa fin dal titolo, soprannome dell’organo genitale femminile. La vicenda boccaccesca ha come protagonista Giovanpietro, un giovane e ingenuo pastore che si innamora della bella Alessia, amante dell’immorale prete Don Faina, il quale, connivente la madre di lei, la Volpassa, farà sposare la ragazza al pecoraio con un matrimonio/paravento per poter godere segretamente della giovane donna senza scandalo pubblico.  La prima notte la sposina concederà ancora una volta al prete la sua parpaja topola, negandola al marito, interdetto dalla stanza nuziale, indotto da lei a credere che l’abbia dimenticata a casa. La ricerca affannosa e rocambolesca della parpaja da parte di Giovanpietro, innamorato desioso e ingenuo fino all’inverosimile, finirà per concludersi a suo vantaggio. Alessia, intenerita dall’innocenza del marito, gli concederà le sue grazie, in barba al laido prete. I due sposi faranno finalmente “giochi d’amore”. Giustizia è fatta.

Sacro e profano si incrociano felicemente in questi due atti unici, irrorati dalla genialità dell’autore, che ha saputo affinare e consegnare alla storia una drammaturgia antica, dove tradizionalmente l’argomento religioso veniva trattato con fantasia popolaresca, ma  dove  Dario Fo ha finemente intrecciato satira e poesia, in un mix di rara interazione, trasfigurando episodi evangelici, prendendo di mira i potenti e prepotenti con feroce ironia e con uno sguardo attento e compassionevole agli umili, miseri e reietti, in una sorta di riscatto sociale veicolato dall’arte.

La freschezza interpretativa del nostro “giullare” Matthias Martelli ci ha restituito tutta la forza destabilizzante delle giullarate, condite da spunti di attualità e da una energia incontenibile che fa di questo artista uno degli interpreti di punta nel panorama teatrale del nostro tempo. Il suo vigore artistico non si chiude comunque nelle giullarate, ma spazia in argomenti di varia natura, portando in scena personalità come Dante, Raffaello, e ultimamente Fred Buscaglione, in spettacoli dove cultura e humour vanno di pari passo, secondo lo stile di una drammaturgia all’insegna dell’impegno, veicolato da un intelligente umorismo, eredità del Maestro che Martelli indossa con piacere, come ha dichiarato dopo lo spettacolo in una conversazione con il pubblico, come è costume dell’innovativo Palco Off. Agile, dotato di mimica, scilinguagnolo, passione sincera, energia affabulatoria, l’artista sa coinvolgere amabilmente gli spettatori, avvolgendoli in un’esplosione drammaturgica che lascia il segno.

 

LA NASCITA DEL GIULLARE

da Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame

con Matthias Martelli

Regia Eugenio Allegri

Rassegna Palco Off

Il 15 e 16 Aprile Alla Sala Futura – Teatro Stabile di Catania