L’INFERNO in terra di Roberto Castello

L’INFERNO in terra di Roberto Castello

@Cristina Dalla Corte, 21-04-2022

Jean Paul Sartre diceva “L’inferno sono gli altri”: da questa idea parte la riflessione di Roberto Castello per questo spettacolo.
Mi spiace per gli affezionati alla dannazione eterna e alla punizione corporale, in questo inferno non troviamo spazio per malvagi, peccatori e il vasto immaginario dantesco, ma in una bolla neutra, senza giudizio morale, vediamo rappresentati gli egoici personaggi (non mi sento di definirli persone) della vita quotidiana; purtroppo, quelli descritti sono grotteschi ruoli da commedia (o dramma), con uno spasmodico bisogno di “eccellere”.
Una vita competitiva, arrogante, ma esilarante nelle sue macchiette e caricature, dedicata anima e corpo a “essere migliore degli altri”, sempre e in tutto.
Il bisogno delirante e patologico di avere attenzione per ogni piccola situazione: essere più disperati nel dolore (ma tu non sai cosa mi è successo…), essere più brillanti nella conversazione (parlare sempre, ascoltare mai..), avere sempre una forma fisica ed un’energia esagerata (facciamo questo, poi quello, poi ancora quell’altro…), possedere un sex appeal alto e costante, essere sempre smaglianti e sorridenti. Una fatica terribile, un vero inferno!
Come ama fare da tempo, Castello accompagna questa commedia con un geniale filmato in 3D da lui stesso progettato. Con ironia disegna un bellissimo video, a volte astratto e surrealista, che percorre la drammaturgia dell’opera, concatenando scene di stampo metafisico, che proiettano immagini (apparentemente) incoerenti, come un simbolico frigorifero volante di color rosso vermiglio.

Nella scena d’apertura troviamo raccolti tutti i segni del surrealismo di Dalì, con un landscape desertico a cui sopravvivono tre alberelli spogli, che sulle dune iniziano a trillare animandosi al suono acuto di un campanello elettronico. Nella scena della galleria d’arte ritroviamo tratti e significati della metafisica di De Chirico, con opere che appaiono come sospese, percorse da visioni sulle quali si muovono simboli misteriosi, personaggi onirici e complesse allegorie, che prendono vita correndo sullo schermo.
La discesa nel regno dell’Ade è lasciata al corpo dell’ensamble in scena, intenso e completo, con fisicità differenti e qualità di movimento che ben esprimono diverse personalità, che volutamente la performance esalta, creando un variopinto bouquet di colori e sfumature che ci ricordano tutte le fragilità umane.
La bravura di Martina Auddino, Erica Bravini, Michael Incarbone, Riccardo De Simone, Susannah Iheme, Alessandra Moretti, Giselda Ranieri, si rivela in un crescendo forsennato (degno di una maratona), in cui un carosello di stili e danze, dall’afro alla tradizione classica, dalla disco dance al jazz anni ’80, dal rockabilly al varietà, dal teatrodanza al musical, viene inanellato in 70 minuti di danza non-stop.
Gli interpreti sembrano urlare Don’t stop the music!!!: cosa sarà di noi se la musica si ferma?

Questa esasperata e grottesca commedia ci parla dell’accecamento mentale che impedisce all’uomo di riconoscere i propri limiti e di commisurare le proprie forze: chi ha ambizioni troppo elevate e osa oltrepassare il confine posto dagli dei pecca di hýbris e incorre in quella che viene chiamata “invidia degli dei”: un’autodistruzione di massa, che ci porta a perdere lentamente la sfera umana per ricadere in quella bestiale.
Un grazie speciale alla bravura e all’intelligenza di Roberto Castello, che ci regala uno spettacolo teatrale integrato: con il sorriso di una commedia miscela la danza contemporanea e le arti visive, di cui è maestro e pioniere, lasciandoci a riflessioni semiserie su questo inferno terreno e collettivo che stiamo rappresentando tutti, nel qui e ora.

 

 

 

Palcoscenico Danza
Teatro Astra
14 aprile 2022
INFERNO
di Roberto Castello
Compagnia Aldes

coreografia, regia, progetto video Roberto Castello / in collaborazione con Alessandra Moretti / danza Martina Auddino, Erica Bravini, Jacopo Buccino/Michael Incarbone, Riccardo De Simone, Susannah Iheme, Alessandra Moretti, Giselda Ranieri / musica Marco Zanotti in collaborazione con Andrea Taravelli / fender rhodes Paolo Pee Wee Durante / luci Leonardo Badalassi
costumi Desirée Costanzo / consulenza 3D Enrico Nencini / mixaggio audio Stefano Giannotti / mastering audio Jambona Lab / un ringraziamento a Mohammad Botto e Genito Molava per il prezioso contributo / una coproduzione ALDES, CCN – Centre Chorégraphique National de Nantes, Romaeuropa Festival, Théâtre des 13 vents CDN – Centre Dramatique National Montpellier, Palcoscenico Danza – Fondazione TPE / e con il sostegno della Rassegna RESISTERE E CREARE di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, ARTEFICI.ResidenzeCreativeFvg / ArtistiAssociati / con il sostegno di MIC / Direzione Generale Spettacolo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo