Shakespeare napoletano: L’Ammore nun è ammore alla XLII edizione di Benevento Città spettacolo

Shakespeare napoletano: L’Ammore nun è ammore alla XLII edizione di Benevento Città spettacolo

@Marco D’Alessio 31-08-21

Nella cornice dell’Hortus Conclusus tra le sculture di Mimmo Paladino, Lino Musella dà voce ai sonetti ‘traditi’ di William Shakespeare. La raccolta di trenta sonetti di Dario Jacobelli, non si limita a una mera traduzione letterale dei versi shakespeariani, ma è un vero e proprio vertere che conferisce ai testi delle sfumature di concretezza e di passione, affine alla lingua nobile dei vicoli, della passione carnale.

Musella incarna sulla scena un attore che prima di iniziare lo spettacolo si interroga sul mondo, sui sentimenti, sulle passioni. Non mancano i tipici simboli drammaturgici di Shakespeare come il teschio e le parrucche. Il protagonista dà vita ai versi per mezzo di personaggi a metà strada tra il teatro elisabettiano e quello napoletano, mettendo in scena una malafemmina specchiata, al posto della tipica dama bruna shakespeariana, che declama i versi nei confronti dell’amato, il quale non ricambia il suo sentimento. Oppure è l’amante che si rivolge all’amata (personificata da una statua di Paladino) e si strugge per il sentimento non corrisposto. C’è anche spazio per la seduzione, quando interpreta una specie di provocatore che, servendosi di un tubo di gomma, ‘recita’ alle orecchie di alcune spettatrici e di uno spettatore un sonetto che sarà noto solo a loro, una sorta di dedica.

Fotografia dell’archivio di Benevento Città Spettacolo

Nella pièce le musiche accompagnano i movimenti dinamici dell’attore e scandiscono i cambi dei personaggi sapientemente caratterizzati da Musella, impegnato in una prova d’attore in cui è offerto uno spaccato dell’immortalità dei sentimenti dell’animo umano, sempre attuali e insiti in noi, contenuti nei testi di Shakespeare. Qui però si va oltre perché unisce la cultura elisabettiana con quella napoletana, il cui emblema, oltre la lingua della traduzione, è anche la vestaglia che indossa uno dei personaggi rappresentati, un evidente omaggio a Eduardo de Filippo.

L’Ammore nun è ammore

con Lino Musella e Marco Vidino (cordofoni e percussioni)

regia Lino Musella

produzione Elledieffe, in collaborazione con Le vie dei Festival