Francesco NICOLOSI FAZIO- Povera (casa) Italia (l’incongruenza al potere)

 

A che punto è la notte

 


 

 

 

POVERA (CASA) ITALIA

 

 

Poca sicurezza degli edifici, l’incongruenza al potere.

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Evviva! Per la messa in sicurezza antisismica degli edifici in Italia stanziato un miliardo di euro (€. 1.000.000.000,00)!

Penso che tutti gli italiani siano stati stupiti dalla consistenza delle previsioni per la messa in sicurezza degli edifici in zona sismica, con tecnici che riavviavano (finalmente) i computer ed imprese che mettevano in spolvero gli strumenti del mestiere. Purtroppo si tratta, come al solito, di qualcosa di poco meno che una panzana.

Anziché del presunto miliardo di euro, per l’adeguamento degli edifici antisismici, in realtà si parla soltanto dello 0,25% di tale cifra, in quanto il capitolo di spesa complessivo è sì pari a €. 1.000.000.000,00, ma questa ipotetica somma è così suddivisa: quanto ad euro novecentosettantacinque (975) milioni per le zone colpite dai sismi del 2016 (Amatrice e altri), quanto ai restanti euro venticinque (25) milioni per interventi sperimentali di adeguamento antisismico, per “sviluppare i prototipi”; termine che ci ricorda i bei tempi della gioventù, quando si correva il “Campionato mondiale marche”, Targa Florio compresa.

La cosa ancora più incredibile è che questi “prototipi” correranno in un loro personale campionato a cui possono partecipare soltanto gli edifici comunali residenziali, che siano abitati. Pertanto nessun privato vedrà un bel nulla e si creano i presupposti per non fare nulla neanche nel pubblico.

Chiunque ha intrapreso, a qualunque titolo, un lavoro di semplice manutenzione ordinaria di un immobile, sa che già non è possibile la convivenza tra abitanti ed  imbianchini. Immaginiamo per interventi alle strutture…. Mi sovviene un lavoro complicatissimo di ristrutturazione di una scuola femminile, dove le allieve, durante la ricreazione, si applicavano alle scienze motorie mediante esercizi di salto con smantellamento contro-soffitti, conseguente chiusura della scuola e tempestivi interventi della RAI  nazionale.

Probabilmente oltre ai “prototipi” si dovranno trovare altri alloggi per trasferire gli assegnatari che abitano proprio i “prototipi”. In fondo quella del governo, fatta agli abitanti di queste case, suona più come una minaccia anziché una promessa.

Ci spiace che un grande architetto come Renzo Piano offra la sua immagine per  tali incongruenze. Anche l’idea di Piano di realizzare scuole antisismiche senza corridoi potrebbe offrire qualche spunto di critica in termini di sicurezza, da chi ne ha competenza. In analogia, in termini di competenza, sarebbe come  se la Sindaca di Parigi Hidalgo ricoprisse il Centro Pompidou  di Piano con “boschi verticali”, sancendo  così la fine dell’architettura del XX secolo.

L’ultima del governo sui “prototipi” fa il paio con il “Sismabonus”, che è una forma di agevolazione fiscale per chi “migliora” le proprie abitazioni in zona sismica. Tralasciamo il fatto che il termine di “miglioramento sismico” offre margini aleatori troppo ampi, sia nella definizione che per gli effetti, in quanto il “miglioramento sismico” non può escludere il crollo durante il sisma. Quello che risulta più inaccettabile è che il “Sismabonus”, per come è congegnato, diviene un’occasione esclusiva per i ricchi proprietari di immobili, possibilmente di ville del nord.

Difatti il beneficio fiscale per tali  interventi, molto costosi, si avverte a partire da certi livelli di tassazione, per cui i condomini (col doppio accento) del sud, con abitanti godenti redditi al limite minimo di tassazione, non avranno (oltre che i soldi per i lavori) quasi nessuna convenienza ad intervenire per la sicurezza. Nella migliore delle ipotesi lunghe liti condominiali. Come per tante altre cose, i poveri cittadini possono tranquillamente crepare (come i muri delle loro case).

Nel 2002 il prof. Giansalvo Sciacchitano, come presidente del comitato interprofessionale, ebbe la sensibilità di organizzare un convegno sulla sicurezza degli edifici, offrendo, lui medico, una opportunità di proposta per i tecnici del settore. Ne venne fuori una ricca pubblicazione che indicava l’urgenza di istituire il “Fascicolo del fabbricato”. Oggi dopo15 (!) anni aspettiamo, come Associazione, la conferma di audizione all’ARS, per poter contribuire alla legge regionale per il “fascicolo”. Nonostante tutto non ci rassegniamo. Crediamo nel dibattito e nella democrazia.

* L’autore è esponente della Libera Associazione Ingegneri

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