Francesco NICOLOSI FAZIO- Israele e i territori della Unione Europea
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ISRAELE E I TERRITORI NELL’U. E.
Theodor Herzl, fondatore del Sionismo, nel 1901
Solo un grande rilancio può salvare l’Europa- “Si può cambiare la Storia, non la Geografia”
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Guardando ai giorni della firma del “Trattato di Roma”, si possono intravedere le motivazioni della enorme crisi in cui oggi versa l’UE. Tra i favorevoli al Trattato del ’57 c’erano gli Stati Uniti, che premevano sui partiti liberali per la nascita dell’Europa. Per gli stessi motivi l’URSS ed i comunisti europei erano contrari: l’Europa dei mercati sarebbe stata il braccio economico della NATO. Con queste dinamiche l’Italia, per colpa di Fanfani, successore di De Gasperi, lasciò al direttorio franco-tedesco la guida dell’Europa. Lui non era un entusiasta della NATO e delle direttive atlantiche. Non durò a lungo.
Anche in Sicilia ci furono conseguenze: la roccaforte strategica di Palermo passò dai fanfaniani (Mattarella) agli andreottiani (Lima), anche perché Andreotti era il delfino dell’atlantico De Gasperi. Ultime pressioni USA furono quelle esercitate negli anni 2000 per il disastroso allargamento UE a 28 stati, premessa della crisi attuale.
Oggi da oltre atlantico soffia un vento contrario all’UE. Tra i tanti difetti di Trump bisogna annoverare il pregio della sincerità: gli USA temono l’Europa e l’Euro più di quanto possano amarli. Non è certo un caso che il colpo più grave all’Europa non è giunto da Salvini. La Brexit è figlia di strategie extra-europee, in quanto un patto segreto unisce (oltre a Canada, Australia e Nuova Zelanda) la perfida Albione agli USA, come dimostrò la guerra delle Malvine. De Gaulle aveva i suoi buoni motivi per non volere il Regno Unito nell’allora CEE; ne guadagnò la celebre dedica della canzone dei Beatles “All we need (h)is love” che comincia con la marsigliese.
L’unica speranza che oggi ha l’Europa è quella di sfruttare il molto probabile isolazionismo di Trump e cercare di risolvere i grandi problemi internazionali sul tappeto. Primo tra tutti il terrorismo di matrice islamica. Riprendendo una Utopia del grande Marco Pannella vogliamo riproporre, ulteriormente e ancora oggi, l’ingresso di Israele (territori compresi) nell’UE. La sola anche remota ipotesi di questa proposta è di per sé stessa una iniziativa di pace.
Cito spesso il geografo zarista Vernadsky: “Possiamo cambiare la storia, non possiamo cambiare la geografia”. Nel senso che la storia la scrivono i vincitori, la geografia l’ha ideata il sommo architetto e non viene facile spostare i continenti. Ecco che il sionismo ha realizzato l’impossibile:: spostare un pezzo di Europa in Asia, lasciandolo circondato da Arabi bellicosi. L’ingresso nell’UE di Israele diventa la semplice presa d’atto di questa straordinaria invenzione dello stato di Israele, realizzato senza aspettare il Messia, nel frattempo passato, croci e bagagli, nell’esercito cristiano.
Anche per questa proposta, cercando di individuare i favorevoli ed i contrari, si possono verificare le condizioni oggettive per la sua realizzazione, come per i Trattati di Roma nel 57. Certamente sarà contrario l’attuale governo Israeliano, che riteniamo succube di una atavica “sindrome di Stoccolma”, in quanto l’approccio razzista contro i Palestinesi ricorda tanto l’estrema destra europea tra le due guerre.
Certamente saranno contrari tutti i più accesi nemici di Israele, gli Sciiti, ma anche tanti sunniti, che non potrebbero sopportare un ulteriore riconoscimento dell’odiato “stato sionista”. Anche in Europa troveremo molti nemici, soprattutto nel notevole gruppo di pensiero anti-semita che cresce in funzione del crescere della crisi economica, voluta dall’alta finanza.
Tra i favorevoli all’ingresso (anche dei “territori”) nell’UE troveremo ovviamente tutti i Palestinesi, che potrebbero raggiungere un punto di incontro tra Gaza e West Bank, aree geograficamente divise proprio da Israele. Parliamo di “territori” in quanto la dicitura “Stato Palestinese” è qualcosa di ancora più utopico dell’ingresso nell’UE. Certamente favorevoli saranno tutti gli stati veramente democratici nel mondo.
Non sappiamo se inserire tra questi la Russia di Putin (tra i favorevoli o tra i democratici?), ma siamo certi che per considerazioni identiche ed opposte all’epoca della nascita dell’Europa, se l’America è contro l’UE, la Russia ne sarà un alleato. Alla proposta di Israele nell’UE siamo sicuri che saranno favorevoli tutti quelli che noi cristiani chiamiamo “Uomini di buona volontà”, tra questi dobbiamo inserire Papa Francesco, Uomo di chiesa, di cultura e di pace.
Infine un sogno: a Gerusalemme potrebbe finalmente realizzarsi “La Piazza delle tre Culture” luogo utopico di Pace.