Monica SCHIRRU- TorinoDanza Festival. Un mirabile “Three” su coreografie di Ohad Naharin

 

 

TorinoDanza Festival 2016

 



UN MIRABILE “THREE”

Coreografia Ohad Naharin

luci Avi Yona Bueno (Bambi)  costumi Rakefet Levy  sound design & editing Ohad Fishof

musiche:   Bellus: J.S. Bach, Goldberg Variations, esecuzione Glenn Gould  Humus: musica originale di Ohad Fishof.  Secus: Chari Chari – Favorite Final Geisha  Show, Kid 606 – Flutter + Rayon Mount Carmel (mix: Stephan Ferry), AGF – Ambient Trust,   Chronomad (Wahed), Private Birds You Stop,  Fennesz – On; Rajesh Roshan – Na Tum Jano Na Hum, Seefeel – Me, Brian Wilson and   The Beach Boys – You’re Welcome

Foto: Gadi Dagon   Prima mondiale (“Shalosh”) – 12 febbraio 2005, Suzanne Dellal Center, Tel Aviv, Israele

Produzione Batsheva Dance Company

 

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Spettacolo inserito in MITO SettembreMusica e presentato in collaborazione con l’Ambasciata di Israele in Italia   -Torino, Teatro Regio

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Il New York Times lo ha definito come uno dei più grandi coreografi del mondo e la sua compagnia tra le migliori del globo. Ohad Naharin e la Batsheva Dance Company – fondata nel 1964 dalla Baronessa Batsheva de Rothschild –  hanno aperto l’edizione 2016 di Torinodanza Festival al Regio, dove non sono mancate proteste anti-Israele all’interno del teatro, in apertura di sipario, e a fine spettacolo in Piazza Castello.

Three, la coreografia che il metteur en danse israeliano ha ideato per la sua compagnia, è un balletto innovativo, che esplora un “nuovo codice” della danza fondato  sull’improvvisazione, sulla libertà del movimento, sull’evoluzione creativa del lavoro di gruppo, che nasce dalla  partecipazione attiva di ogni singolo componente del corpo di ballo. Un danza che è costante trasformazione emozionale e fisica, con lievi rimandi estemporanei al codice classico, radicalmente destrutturato e disarticolato.

Una “danza che respira” –  se può essere appropriato definirla tale – nel senso che è istintuale, dinamica, fortemente energica, ancestrale; fatta di fuori asse, rapidi scambi da corpo a corpo, movimenti sinuosi, flessuosi, agili, tensioni muscolari lentissime e portate all’estremo, assoli dinamici. Un affresco coreografico che ricorda il dinamismo cromatico e la strategia compositiva di certa arte figurativa contemporanea, in un climax di parossismo crescente.

L’ultimo pezzo, Secus, è una performance dal sound aggressivo con effetti luce – black out che spezzano il movimento in immagini intermittenti, originando fotografie, istantanee, di corpi in evoluzioni acrobatiche.

La sintonia del corpo di  ballo e la sincronia dei movimenti si radica nella presenza di un “carattere” unico, che supera la mera differenza di genere. Lo dichiara il coreografo stesso in un’intervista condotta da Anna Bandettini: “ Ciò che fa le differenze individuali non è il genere, ma l’intelligenza, la coordinazione, la musicalità, l’esplosività, l’uso della gravità, la fantasia, la delicatezza. E ci tengo che i miei ballerini esprimano tutto questo: il senso della danza per me è essere connesso agli elementi più importanti di cui la danza è fatta: passione, abilità e potere dell’immaginazione”.

Dal 15 settembre sarà nelle sale MR Gaga, il film di Tomer Heymann, un documentario sulla vita e l’arte di questo artista israeliano, cresciuto nel Kibbutz Mizra, che scopre la passione per la danza all’età di ventidue anni e si affida alla guida magistrale di Martha Graham e Maurice Béjart.

 

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