Inserimento non valido

Cinema d’estate


CANTICO PER UN ECOSISTEMA MORENTE

 

“El abrazo de la serpiente”, un film di Ciro Guerra

****

Karamakate è un importante sciamano che, nell’Amazzonia nord-occidentale, vive in solitudine dopo lo sterminio del suo popolo da parte dei bianchi. Un giorno viene raggiunto dalla guida indigena Manduca che gli chiede di aiutare, con le sue arti mediche, un ricercatore gravemente ammalato. Dopo un iniziale rifiuto lo sciamano accetta di accompagnarli nella ricerca di una pianta medicinale molto rara, la yakruna. Spera così di riuscire a ritrovare anche qualche sopravvissuto della sua gente. Decenni dopo lo stesso Karamakate viene raggiunto da un etnobotanico americano che è alla ricerca della stessa pianta sulla base delle descrizioni lasciate da chi lo aveva preceduto. Per Karamakate inizia un viaggio nei ricordi.

Dopo l’epigrafe iniziale che descrive il potere di fascinazione della foresta amazzonica, lo spettatore ormai abituato ai documentari in stile National Geographic si potrebbe attendere una narrazione in cui esplodano colori (il verde su tutti). Invece Ciro Guerra, con questo film che ha vinto un premio alla Quinzaine di Cannes 2015 e ha ricevuto la nomination all’Oscar quale miglior film straniero, ci immerge in un bianco e nero di altissima presa visiva. Lo fa non solo per ricordarci che siamo dinanzi a una storia che riguarda il passato (seppure non lontanissimo) ma anche per potenziare (anche se potrebbe sembrare assurdo) la forza di un ambiente al quale la cosiddetta civiltà sta, oggi più che mai, creando danni incalcolabili che si riverberano poi sull’intero ecosistema planetario.

Tornano alla mente le immagini de Il sale della terra di Wim Wenders vedendo questo film che fa riferimento a due scienziati realmente esistiti. Si tratta del tedesco Theodor Koch-Grunberg e dell’americano Richard Evans Schultes. Il primo percorse l’Amazzonia nel 1909, il secondo negli Anni Quaranta. Il film alterna le loro vicende avendo come punto di riferimento la figura dello sciamano che entrambi hanno incontrato. È con lui che percorriamo le rapide del fiume così come entriamo in contatto con tribù pronte anche al furto di una bussola pur di cambiare il proprio punto di vista nei confronti del mondo. È grazie alla forza di questo personaggio che percepiamo quanto forte fosse il legame con la Natura (e il rispetto nei suoi confronti) da parte di popoli decimati dall’avidità dei colonizzatori affamati di materie prime come il caucciù.

Guerra non si sottrae neanche dinanzi alla denuncia della colonizzazione culturale che delinea nelle figure di un frate violento e di un esaltato convinto di essere Gesù. In questi due viaggi (apparentemente alla ricerca di una pianta ma in realtà per Karamakate finalizzati a ritrovare dei sopravvissuti nel primo e la memoria nel secondo) si intrecciano bagagli culturalmente inutili e sogni in cui dominano le visioni. Tutto ciò per ricordarci (non troppo indirettamente visto che Guerra ha girato nella foresta di cui ci restituisce mirabilmente anche i suoni) che esiste ancora una Natura la cui sopravvivenza va salvaguardata nella sua, anche misteriosa, relazione con l’essere umano. (Mymovies.it)

Author: admin

Share This Post On