Franco LA MAGNA- Cinema. Recensioni brevi (“45 anni” di Andrew Haigh, “La felicità è …” di Gianni Zanasi)

 

Lo spettatore accorto


 

TRA JOYCE E HUSTON

“45 anni”, un film di Andrew  Haigh 

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La gelosia del passato; il confronto impossibile con un fantasma che all’improvviso emerge ibernato in un ghiacciaio delle Alpi svizzere a sconvolgere la placida e routinaria vecchiaia “inglese” d’una coppia di coniugi, alle soglie del 45 anniversario di matrimonio; l’insopportabile scoperta d’una donna, moglie fedele e devota, d’esser stata scelta di “ripiego”, alterità esistenziale, per l’adorato uomo al quale ha donato la sua vita; la perdita improvvisa d’ogni certezza che incrina impietosamente i sentimenti e spezza irrimediabilmente l’unità di spirito e corpo fittiziamente  creduta inattaccabile.

Il ritrovamento dopo quasi mezzo secolo del corpo ibernato di Kate, giovanile amore del vecchio Geoff,  sconvolge nel breve volgere di una settima il solido rapporto tra i due anziani compagni e per quanto l’uomo – ai festeggiamenti del 45 anno di matrimonio – rinnoverà pubblicamente, con commovente lealtà, il suo amore per la moglie, s’intuisce che ormai qualcosa è stato definitivamente ed implacabilmente frantumato da trascorsi sinistramente riapparsi.

Singolare mèlo inglese, superbamente interpretato da due mostri sacri (il quasi ottantenne Tom Courtenay, icona del teatro degli “angry men” e Charlotte Rampling), il dramma da camera “45 anni” (2105) del regista rivelazione Andrew Haigh, anche cosceneggiatore, scopre singolari e forse non casuali analogie con l’ultimo film di John Huston “Gente di Dublino” (“The dead”, 1987), tratto dal racconto “I morti” di James Joyse, laddove il ricordo disperato della protagonista femminile per un giovane morto per lei tanti anni prima, turba terribilmente il marito che comprende l’inutilità di lottare contro un’ombra che lo sovrasta e lo annienta.

Raffinata indagine psicologica, elegante e serena (per quanto angosciante) sul senso della vita, del passato, dei ricordi e della morte.

Interpreti: Charlotte Rampling – Dolly Wells – Tom Courtenay – Geraldine James – Hannah Chalmers – David Sibley Richard Cunningham – Sam Alexander – Max Rudd – Michelle Finch – Camille Ucan – Lucy Temple

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“La felicità è un sistema complesso” (2015)

Ma il film di Gianni Zanasi (flebile presenza del cinema italiano) appare tutt’altro che complicato. Oscillante tra buonismo di maniera (i giovani meglio dei vegliardi incartapecoriti) e retorico cattivismo (industriali & baciapile al seguito proni alle spietate leggi di mercato), il film – pur affrontando spinose tematiche attuali – è un pout.pourri di déjà vu, con sequenze che più che citazioni sconfinano nell’imitazione (come la salutare e bizzarra “grotta” termale) esangue e senza scosse, pencolante tra ricerca d’ilarità affidata alle facili battute del pur bravo Mastrandrea e dramma sociale. Inutile e noioso, scontato nella coraggiosa renovatio del protagonista “redento” e ancor più nella stucchevole conclusione. Pessima la colonna sonora, maldestrestro tentativo d’ironizzare con esiti tutt’altro che esilaranti.                                           Interpreti: Valerio MastandreaGiuseppe BattistonHadas YaronPaolo BrigugliaTeco CelioMaurizio DonadoniFilippo De CarliCamilla MartiniMaurizio LastricoDomenico Diele

Author: admin

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