Marco LUCERI*- Una svolta di vita (“Eisenstein in Messico”, un film di P. Greenaway)

Cinema  Buio in sala*


UNA SVOLTA DI VITA

 

Note su “Eisenstein in Messico”, un film di P. Greenaway

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Nel 1931, al vertice della sua carriera, il più grande regista di tutti i tempi, Sua Maestà Eisenstein, volò in Messico per girare un film (il leggendario «Qué viva Mexico!» circolato solo dopo l’intervento della censura di Mosca come «Lampi sul Messico», realizzato da Sol Lesser con un montaggio del tutto apocrifo di quel che rimaneva del materiale girato). Incalzato dal regime stalinista, che voleva richiamarlo in patria quanto prima, Eisenstein passò gli ultimi dieci giorni del suo viaggio nella cittadina di Guanajuato. Fu qui, con la complicità della sua guida Palomino Cañedo, che scoprì molte cose sul Messico, ma anche sulla sua identità di artista, nonché sulla propria sessualità. E sono proprio queste ultime vicissitudini (e non quelle sulla lavorazione del film) che Peter Greenaway ha voluto raccontare nel suo nuovo film.

Nonostante il regista inglese (o forse proprio per questo) abbia più volte dichiarato la morte del cinema, è a uno dei suoi più grandi inventori (e teorici) che volge lo sguardo per tessere una nuova pochade fantastica, ironica, barocca, che indaga l’anima tormentata di un grande artista affidandosi ancora una volta alla sua personale ricerca sulle opportunità figurative del digitale. Eppure dietro gli split screen e gli inserti visivi, dietro il ritmo forsennato e la tumultuosità dei dialoghi, il film (bel paradosso…) vince soprattutto sul terreno della drammaturgia, quella di un racconto sospeso tra amore e morte, tra desiderio e costrizione, tra libertà e responsabilità. Una narrazione che punta sulla ritualità carnale, sulla possibilità di (ri)specchiarsi (da parte di Greenaway e del suo cinema), come un pugno nello stomaco. O negli occhi (à la Eisenstein).

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Regia: Peter Greenaway; Interpreti: Elmer Back, Luis Alberti Maya Zapata; Sceneggiatura: Peter Greenaway; Fotografia: Reinier Van Brummelen; Montaggio: Elmer Leupen; Scenografia: Ana Solares; Costumi: Brenda Gomez; Distribuzione: Teodora. Prod.Belgio-Finlandia-Messico-Olanda, 2015 (*corrierefiorentino)

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