Cristiana MARCHETTI- Confessioni di un uomo sgradevole (“L’intruso” di e con Davide Tassi. Teatro Argot di Roma)
Il mestiere del critico
CONFESSIONI DI UN UOMO SGRADEVOLE
“L’intruso” di e con Davide Tassi regia Francesca Rizzi Teatro Argot di Roma
(in ripresa allo spazio teatro di Castel Sant’Angelo)
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Dalle prime, apparentemente contenute ,ma sostanzialmente aggressive parole,dal primo sguardoobliquo,dal primo strofinarsi di mani dell’attore in scena due sono le cose che investono la nostra percezione ;ci troveremo con ogni probabilita’ di fronte ad uno “scomodo “personaggio e saremo ingoiati da un racconto appassionante e che si svelera’ man mano come un coacervo di dolore profondo,di ferite mai sanate ,di rabbia repressa . La confessione di un uomo sgradevole, come lui stesso si definisce.
Un pesce fuor d’acqua ,un uomo in bilico tra l’odio convulso per il suo prossimo,tra la claustrofobia di unodiato lavoro tra odiati colleghi ed il riscatto umano e sociale. Il testo scritto da Davide Tassi irrompe con minuziose descrizioni di quanto il quotidiano di un impiegato qualunque possa essere intessuto di frustrate osservazioni del mondo circostante,di unaroutine priva di qualunque stimolo , in cui gli anni , i mesi , i giorni, le ore si ripetono come vuoti rituali prividi vita e come dal suo ” angolo di inefficienza “passi in rassegna espressioni,gesti di un mondo circostante di circostanze e null’altro.
E’ un uomo che provoca ,che esce dagli schemi ,che non si vergogna di dimostrare la propria incapacita’ di aderire a qualunque stereotipo ,di avere la benche ‘ minima ambizione compiendo una descrizione puntuale di variegate realta’ di piccolezze umane snodate tra falliti e contenuti impiegatucci e aggressivi scalatori sociali,tra donne a cavallo di una borghese volgarita’ e di vuoto intellettuale ed emotivo.
Un personaggio che ci riporta alla tematica Cechoviana del fallimento o al degrado sociale e culturale della societa’ di Svevo,e reso ancor piu’ drammatico da descrizioni di una Pasoliniana sessualita’ lasciva ,mal vissuta e violenta. L’intruso riesce infine a superare le barriere fisiche e sociali,penetrando le mura della casa di Amantei Dante,nome ripetuto ossessivamente ed incarnazione di un mondo ambito ed odiato insieme , baluardo di un microcosmo in cui cultura e successo stridono senza possibilita’ di affiancamento.
Li’ ,tra gente quasi indignata dalla sua presenza ,sara’ sconfitto per l’ennesima volta da una realta’ che lo rifiuta,che non lo comprende ed accetta quale incatalogabile ed inquietante personaggio e che rinnovera’ in lui il fallimento profondo di un’impossibile omologazione sociale. Emergera’ pero’,in un finale a sorpresa , la tragedia di un uomo solo e ferito da un ‘infanzia orribile,,in cui l’intolleranza,la morbosita’ ,l’odio assurgono ad un doloroso ed inesprimibile autolesionismo.
La voce e’ profonda,la recitazione convincente e mai noiosa,rischio sempre in agguato per un monologo,eppure ci si appassiona a quel mondo piccolo piccolo,a quell’impiegatuccio che si finge una nullita’,che nasconde le proprie doti culturali vivendo in un understatement voluto suscitandoci a tratti, inaspettatamente anche un moto di tenerezza.
Il tempo scorre veloce ,si snoda tra le parole aspre e risentite , tra il rancore e la rabbia ,ma quando ci si alza cio’ che colpisce e’ non solo non aver odiato l’intruso,ma averlo invece accolto e compreso e collocato al centro,vittima di un mondo ostile ed aggressivo nel quale annaspare e di cui essere vittime innocenti.
Lo spettacolo ,rappresentato all’Argot ,selezionato tra i migliori spettacoli del circuito off della stagione passata,tornera’ in scena a fine giugno a Castel S.Angelo.
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