Maria LOMBARDO – Da Cannes. Cate Blanchet “I turbamenti di Carol e Teresa”

 

Da Cannes



CATE BLAMCHET “I TURBAMENTI DI CAROL E TERESA”

 

Nel film tratto dal romanzo di Patricia Higsmith, diretto da Todd Haynesche

***é

La più bella del giorno è lei. La classe e la finezza di CateBlanchett s’impongono sulla Montéedesmarches. Arriva in un ampio vestito nero e viola con grande fiocco sulla schiena. Pioggia di flash e di applausi. E’ a Cannes con “Carol” nuovo film di Todd Haynesche l’aveva già diretta nel 2007 in “I’mnotthere” (“Io non sono qui”) dove lei dava l’interpretazione straordinaria di Bob Dylan giovane (Coppa Volpi alla Mostra di Venezia e un Golden Globe). Oscar 2004 per “The aviator”, la Blanchett, 46 anni, è certo la migliore attrice della sua generazione: basti citare “Elizabeth: the goldenage” di ShekharKapure  “Blue Jasmin” di Woody Allen (Oscar 2014), fra i titoli recenti.  E’ intrigante in “Carol” passato in concorso, nel ruolo complesso di elegante signora della borghesia americana, moglie infelice e madre di una bambina che scopre, attraverso l’incontro casuale con la commessa di un magazzino di giocattoli, le sue tendenze omosessuali. Solo un’interprete come la Blanchett, poteva dare forza drammatica e giusta ambiguità al personaggio di Carol ispirato, come tutta la sceneggiatura, al romanzo di Patricia Highsmith. Nel film tra l’altro c’è una scena di amore lesbico dove lei e Rooney Mara (Terese), la coprotagonista, appaiono nude.

Piccola di statura, occhioni chiari,Rooney Mara l’abbiamo vista in “Millennium: gli uomini che non amano le donne” e “The social network”.

Patricia Highsmith ha ambientato il romanzo negli anni ‘50, negli  Stati Uniti dove i rapporti omosessuali erano un problema. Il film è stato girato a Cincinnati anche se ambientato a New York perché quella città conserva l’aria anni ’50 che serviva al film. “L’atmosfera – spiega il regista – è quella dell’America del dopoguerra, c’è la guerra fredda, c’è un sentimento di difficoltà diffuso, di dubbio sulla moralità che si riflette sul modo di vedere gli altri: cose che ho cercato di tradurre a livello dell’immagine . Ho usato una pellicola a 16mm perché consente una qualità dell’immagine a livello  emozionale. E’ difficile oggi trovare persone capaci di lavorare con questo metodo trovare persone che sappiano lavorare così”. E infatti il film rende anche per la fotografia un estetica old style, old America.

– Quanto è stato impegnativo questo personaggio, signora Blanchett?

“E’ un processo linguistico complesso appropriarsi di un film. Nel romanzoc’è molta ambiguità e trasformare il romanzo in film Carole ha comportato dare un’espressione ai turbamenti interiori di Teresa, la ragazza che avrà una storia con Carol”.

–          Qual è il metodi di lavoro che avete seguito sul set?

“Lavorare con Todd non ci dà molto tempo per ripetere ma lui ci offre un ventaglio di possibilità, è generoso: lascia che attori si immergano nel film, nel contesto e nell’atmosfera che lui ha creato. Teresa fa la fotografa nella seconda parte della storia: non sapevo niente di fotografia ma le referenze visuali che Todd ci ha dato sono state fonte d’ispirazione”.

– Per lei signora Blanchettè stato un problema l’approccio al personaggio di una lesbica?

“Che Carolesia o non sia omosessuale, mi è interessata la psicologia del personaggio”.

–          Ha detto di aver letto 50 libri erotici per prepararsi al ruolo.

“E’ interessante per l’attore la ricerca del personaggio. Ho letto i romanzi della Highsmith, ho cercato di capire l’ambiente dell’epoca. Il personaggio di Carol è tridimensionale”.

– Cate, la sessualità è un fatto privato. Ma lei ha detto una volta che di aver avuto delle donne nella sua vita privata.

“Mi hanno chiesto, ho risposto di sì ma ho specificato che non sono lesbica. Ma la seconda parte della risposta non è stata pubblicata. Comunque l’attore non deve presentare il proprio piccolo mondo. Non mi interessa mettere nel film i miei punti di vista e le mie idee ma la ricerca e le esperienze degli altri da rendere bene e comunicare al pubblico”.

–          Lei è anche una brava attrice di teatro: quale differenza tra i due metodi?

“Al teatro davanti a 1000 persone sai che il pubblico è importante, al cinema reciti in un piccolo spazio e questo ti aiuta a calarti nei ruoli intimi. Ma il ritmo del teatro mi piace molto: le cose prendono forma a poco a poco mentre al cinema bisogna cercare una connessione con gli altri. Sul piano nervoso è terribile, un incubo. Ma ora il film è a Cannes. Ed è fatta”.

Nel suo futuro dell’attrice c’è anche un progetto da regista: storia di una madre di quattro figli. “Lo script è in lavorazione, ci vorrà tempo”.

L’altro film in concorso è stato “Monroi” interpretato da Vincent Cassele Emmanuelle Bercotfirmato dalla regista francese Maïwenn. Una storia di amore e conflitti di coppia: della serie quando non si può stare lontani e non si può stare assieme. “Odi et amo” come diceva il poeta latino Catullo. Il raccontato ha uno stile immediato e molto originale con una serie di andirivieni eun’ottica femminile. Soltanto troppo lungo. Un taglio avrebbe reso il film più efficace.

A metà del percorso del festival (chiusura domenica 24) non è facile fare previsioni. Neanche per i nostri. Si aspetta Sorrentino mercoledì.

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