Maria LOMBARDO. Da Cannes. M. Garrone “Perchè cuntu tanti cunti”

 

Da Cannes


GARRONE “PERCHE’ CUNTU TANTI CUNTI”

 

Incontro con il regista italiano, in concorso alla Croisette

***

Noi giullari dentro un circo (mediatico) al servizio della corte (il potere) tuttin cerca di felicità e di amore: felicità, gioventù, amore sono frutto di incantesimo: averli a tutti i costi comporta rinunciare a qualcosa. Questo dice ad adulti e bambini con tre favole ispirate al secentesco “Cunto de li cunti” di Giambattista Basile, il film fortemente simbolico di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti” in concorso a Cannes (in sala da ieri in Italia) girato in inglese, con cast  internazionale. Costato 12 milioni di euro (notevoli i costumi d’epoca, gli effetti speciali, i trucchi)il film per il quale il regista napoletano è statocalorosamente applaudito dalla platea di giornalisti e dal pubblico, è un evento. Il fantasy targato Italia prodotto da Garrone con Rai Cinema e Jeremy Thomas, diretto dal vincitore di due GrandPrix (“Gomorra” e “Reality”) non poteva sfuggire ai selezionatori francesi.

Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones, Bebe Cave, Stacy Martin sono gli interpreti principali. La Sicilia ha una sua parte non per contributi della Filmcommission (da Palermo Rais: “Non ce li hanno chiesti”; da Cannes, Garrone: “Abbiamo capito che non c’era molto da sperare”): sarà forse per questo che le location siciliane (Castello di Donnafugata e Gole dell’Alcantara)  non sono magnificate nei titoli di coda come quelle pugliesi (Castel del Monte, Gioia del Colle).

Tre storie di re, regine e principesse con orco, drago e varie magie, lavoro artigianale, effetti speciali funzionali.

– Perché “Locunto de li cunti” oggi?

“Basile ha influenzato Perrault, iFratelli Grimm e persinoJ. K. Rowling, l’autrice di “Harry Potter” ma è sconosciuto anche in Italia. Anche le favole moderne si muovono su archetipi antichi.Progetto ambizioso e incosciente il mio ma mi sono avventurato – dice il regista – e ho trovatocollaboratori straordinari. Basile per via del dialetto antico non è letto neppure dai napoletani: andava tradotto. Calvino trovava Basile “un deforme Shakespeare partenopeo”. Ho pensato al Bardo e la scelta dell’inglese mi è sembrata naturale”.

–  Film anomalo rispetto a “Gomorra” e “Reality”.

“Ha elementi in comune con il mio lavoro precedente: la metamorfosi dei personaggi, il desiderio che si trasforma in ossessione e genera conflitti”.

Se l’ossessione della regina di Selvascura (Salma Hayek) è avere un figlio, quella del re di Roccaforte (Vincent Cassel) è scovare la ragazza più bella del reame, mentre il re d’Altomonte (Toby Jones)la cui figlia (Bebe Cave) vuole abbandonarlo, alleva una pulce che diventa la sua ossessione (“personaggio iperreale” dice l’attore del proprio).

Due scene madri in Sicilia : il re nel fiume (Alcantara) a caccia del drago e la regina che insegue il figlio finalmente avuto in un labirinto (castello di Donnafugata). Dice Reilly: “E’ stata la mia prima visita in Sicilia e sono rimasto sorpreso dalle dimensioni dell’isola che credevo piccola. Incredibili le gole dell’Alcantara!”.  L’attore si è avventurato nell’acqua gelida senza controfigura.

Per Salma Hayek “è stata una fatica correre per 45 minuti nel labirinto con un vestito di 30 chili con cerchi di ferro. Ma ho amato il personaggio: ci ho messo la mia passione, il mio istinto materno”.  Nell’ossessione della maternitàa tutti i costi  tante donne si possono riconoscere come la gioventù e la bellezza sono al centro della storia di Cassel. “E’ l’ossessione dell’apparenza” dice l’ex marito di Monica Bellucci.

“La principessa Viola – dice la Cave – vuole la libertà,è ingenua ma, dopo le prove che deve superare, diventa forte”. E’ un altro tema moderno.

–  Garrone,aveva sceneggiato anche altri racconti. Che ne farà?

“Non escludo un altro progetto o una serie televisiva”.

E però questa non è una fiaba confate e bacchette magiche. Gli effetti speciali rispettano il senso del reale. I reali di Selvascura, Roccaforte e Altomonte vanno verso un finale non unico ma che li accomuna, senza happy end. C’est la vie.

Noi giullari dentro un circo (mediatico) al servizio della corte (il potere) tuttin cerca di felicità e di amore: felicità, gioventù, amore sono frutto di incantesimo: averli a tutti i costi comporta rinunciare a qualcosa. Questo dice ad adulti e bambini con tre favole ispirate al secentesco “Cunto de li cunti” di Giambattista Basile, il film fortemente simbolico di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti” in concorso a Cannes (in sala da ieri in Italia) girato in inglese, con cast  internazionale. Costato 12 milioni di euro (notevoli i costumi d’epoca, gli effetti speciali, i trucchi)il film per il quale il regista napoletano è statocalorosamente applaudito dalla platea di giornalisti e dal pubblico, è un evento. Il fantasy targato Italia prodotto da Garrone con Rai Cinema e Jeremy Thomas, diretto dal vincitore di due GrandPrix (“Gomorra” e “Reality”) non poteva sfuggire ai selezionatori francesi.

Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones, Bebe Cave, Stacy Martin sono gli interpreti principali. La Sicilia ha una sua parte non per contributi della Filmcommission (da Palermo Rais: “Non ce li hanno chiesti”; da Cannes, Garrone: “Abbiamo capito che non c’era molto da sperare”): sarà forse per questo che le location siciliane (Castello di Donnafugata e Gole dell’Alcantara)  non sono magnificate nei titoli di coda come quelle pugliesi (Castel del Monte, Gioia del Colle).

Tre storie di re, regine e principesse con orco, drago e varie magie, lavoro artigianale, effetti speciali funzionali.

– Perché “Locunto de li cunti” oggi?

“Basile ha influenzato Perrault, iFratelli Grimm e persinoJ. K. Rowling, l’autrice di “Harry Potter” ma è sconosciuto anche in Italia. Anche le favole moderne si muovono su archetipi antichi.Progetto ambizioso e incosciente il mio ma mi sono avventurato – dice il regista – e ho trovatocollaboratori straordinari. Basile per via del dialetto antico non è letto neppure dai napoletani: andava tradotto. Calvino trovava Basile “un deforme Shakespeare partenopeo”. Ho pensato al Bardo e la scelta dell’inglese mi è sembrata naturale”.

-Film anomalo rispetto a “Gomorra” e “Reality”.

“Ha elementi in comune con il mio lavoro precedente: la metamorfosi dei personaggi, il desiderio che si trasforma in ossessione e genera conflitti”.

Se l’ossessione della regina di Selvascura (Salma Hayek) è avere un figlio, quella del re di Roccaforte (Vincent Cassel) è scovare la ragazza più bella del reame, mentre il re d’Altomonte (Toby Jones)la cui figlia (Bebe Cave) vuole abbandonarlo, alleva una pulce che diventa la sua ossessione (“personaggio iperreale” dice l’attore del proprio).

Due scene madri in Sicilia : il re nel fiume (Alcantara) a caccia del drago e la regina che insegue il figlio finalmente avuto in un labirinto (castello di Donnafugata). Dice Reilly: “E’ stata la mia prima visita in Sicilia e sono rimasto sorpreso dalle dimensioni dell’isola che credevo piccola. Incredibili le gole dell’Alcantara!”.  L’attore si è avventurato nell’acqua gelida senza controfigura.

Per Salma Hayek “è stata una fatica correre per 45 minuti nel labirinto con un vestito di 30 chili con cerchi di ferro. Ma ho amato il personaggio: ci ho messo la mia passione, il mio istinto materno”.  Nell’ossessione della maternitàa tutti i costi  tante donne si possono riconoscere come la gioventù e la bellezza sono al centro della storia di Cassel. “E’ l’ossessione dell’apparenza” dice l’ex marito di Monica Bellucci.

“La principessa Viola – dice la Cave – vuole la libertà,è ingenua ma, dopo le prove che deve superare, diventa forte”. E’ un altro tema moderno.

– Garrone,aveva sceneggiato anche altri racconti. Che ne farà? (*lasicilia.it 15\5\2015)

“Non escludo un altro progetto o una serie televisiva”.

E però questa non è una fiaba confate e bacchette magiche. Gli effetti speciali rispettano il senso del reale. I reali di Selvascura, Roccaforte e Altomonte vanno verso un finale non unico ma che li accomuna, senza happy end. C’est la vie.

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