Il Fringe Festival a Catania: il teatro fuori dai circuiti ufficiali. Una valanga di creatività sulla città etnea
@ Anna Di Mauro, 4 novembre 2025

Il teatro è coraggio, passione, invenzione, sudore, forza d’animo, fede, comunicazione, emozione, sogno. Tutto questo ha inondato 14 location teatrali, con 61 spettacoli di compagnie autogestite provenienti da vari punti della Terra, in un confronto aperto e dinamico che ha nutrito e dato spazio e sostanza a spettacoli poco visti, ora in palco grazie all’organizzazione ricca e complessa di Francesca Vitale e Renato Lombardo che, dopo Milano, hanno voluto fortemente ospitare a Catania questa manifestazione giunta alla quarta edizione, sempre più seguita e consolidata, portando il meglio della produzione teatrale Off, come dice il termine, cioè fuori dai canali ufficiali.
La meritoria iniziativa si è avvalsa di una selezione di spettacoli e artisti all’insegna dell’impegno civile e/o culturale e della qualità artistica, che hanno potuto dare luce alle loro produzioni e godere di quelle altrui, in uno prezioso scambio di competenze e umanità. Nato a Edimburgo nel lontano 1947 questo Festival si è gradualmente allargato ed è fiorito in altre realtà geografiche, arricchendolo di contributi internazionali. Intorno alle attività teatrali numerose iniziative culturali, incontri, concerti, hanno arricchito e sostanziato le performance artistiche e il paesaggio culturale della città. Grazie a questo bagno di energie creative abbiamo gustato variegate manifestazioni dell’arte drammaturgica, dal monologo, al dialogo, alla danza, al teatro fisico, al canto, spesso coadiuvati da audio visivi, cogliendo nella varietà una univocità: il desiderio di far conoscere realtà nascoste, dimenticate, trascurate, aspetti nevralgici dell’umanità, colti in fieri in esplorazioni delicate o vigorose, ma sempre sorrette da un sincero desiderio di comunicare la ricchezza e complessità della vita umana.

Abbiamo scelto di menzionare solo alcuni degli spettacoli scelti e visti nella miriade di rappresentazioni in contemporanea, tutte interessanti per la qualità riscontrata. Ci scusiamo con gli altri artisti che non nomineremo perché è impossibile vedere tutto il vasto panorama internazionale in scena, purtroppo.
Dagli USA ecco “Josephine”, un vivace e intenso musical americano che ripercorre la storia della famosa cantante e ballerina afroamericana Josephine Baker, brillantemente impersonata da Tymisha Harris che padroneggia la scena cantando, recitando, danzando con sens of humour e notevoli capacità comunicative.
Da Livorno segnaliamo “Nuovo orizzonte” la storia di Trudy Ederle, la prima donna che nel 1926 ha attraversato la Manica, segnando una tappa fondamentale nel cammino dell’emancipazione femminile. Il racconto è reso con grazia e passione da Alessandra Donati (Compagnia I Leggendari) che ha firmato anche il testo e che ha coinvolto ed emozionato il pubblico con il suo intenso monologo.
Da Cremona con “Zentil omeni mei” Alceste Ferrari (Compagnia Commedia dell’Arte-Retablo ETS Catania-Cremona) ha offerto un interessante racconto delle origini del teatro moderno, da Ruzzante alla Commedia dell’arte, intrattenendo piacevolmente gli spettatori con lazzi e battute argute di maschere celebri, dallo Zanni a Brighella, al Magnifico, al Capitano.
Dagli USA “Ha Ha Da Vinci” di e con Phina Pipia (Teatro multimediale) ha leggiadramente mixato una stravagante combinazione di suoni, immagini, figurazioni, prosa, in un ensemble ispirato al leggendario Leonardo.
Da Messina “Marta tra le stelle” di e con Margherita Frisone (Compagnia Perle di vetro) ha intrattenuto il pubblico con un garbato soliloquio dove realtà e sogno dialogano nello spazio-tempo di un’aspirante attrice che vagheggia il successo, ma finisce per incartarsi nelle scomode pieghe del quotidiano, con effetti vagamente umoristici.

Da Sorrento “Imponderabilia” Teatro danza di Lorenzo Stingone (Associazione Culturale Ianus Aps) porta in scena la tensione di una storia d’amore e la sua fine. Cinque danzatori in scena abilmente intrecciano languide carezze ed acerbi conflitti, luci ed ombre delle relazioni umane.
Da Roma “Io e Alice” di e con Giacomo Seca e Sabrina Ponticelli (Collettivo Lehdet). Il gradevole e vivace Amarcord di due giovani che tra un Juke Box e un drink si innamorano…forse. Si lasciano…forse. Si ritrovano …forse, fra flashback, stop and go, in bilico tra gioia e malinconia.
Da Milano “Trame” di e con Silvia Bragonzi e Ketty Capra (Compagnia La Memoria del Teatro) e con Laura Carroccio e Maria Carolina Nardino, intreccia quattro emblematiche storie di donne tra arte e maternità, come Artemisia Gentileschi a Frida Kahlo, legate dal filo comune di un segreto, svelato alla fine.
Da Villeurbanne (Francia) “Dissonorata” (Compagnie Premier Acte) testo di Saverio La Ruina, con Sofia Di Tommaso che ha interpretato con delicatezza e intensità un monologo che denuncia la violenza di genere, in italiano e francese, allargando la prospettiva della cultura dell’onore.
Infine da Roseto degli Abruzzi “Ci conosciamo già” presentata dal collettivo “Mancanze” che porta in scena la giovinezza ferita in una comunità di recupero da tossicodipendenze, tra sconfitte e speranze. Interpreti sinceri e convincenti e un briciolo di speranza nel finale.
In attesa del Fringe Festival 2026 un plauso a tutto il team di supporto agli appassionati e volitivi Francesca e Renato.
Arrivederci al prossimo anno!

