Gli stivali di Bartók

@ Antonio Castronuovo, 24 luglio 2025

Che cosa dire di un libro così? Che è bizzarro e certamente curioso: un elenco ragionato di giudizi negativi e anche aciduli scagliati contro la quarantina di compositori che hanno fatto grande la cosiddetta “musica classica”. Ora, da anni mi diletto a consultare la mia copia del Dictionnaire des injures, traboccante di offese perentorie e istintive, senza possibilità di riscatto per l’offeso; qui invece, nelle Invettive musicali raccolte da Nicolas Slonimsky negli anni Cinquanta e ora curate per Adelphi da Carlo Boccadoro, affiora qualcosa di diverso e di più. Qui la singola invettiva si scaglia aggiungendo (spesso) una scheggia di analisi critica, e dunque l’Andante della sinfonia Pastorale di Beethoven non è soltanto troppo lungo, potrebbe addirittura essere tagliato qua e là perché contiene, con tutta evidenza, «una serie di ripetizioni»: che fatica avrebbe fatto il buon Ludwig a tagliarle lui stesso e lasciare ai posteri una sinfonia meno noiosa? Anche se poi la lungaggine, sia detto, è un difetto intrinseco all’autore: come negare che i tre quarti d’ora dell’Eroica e l’ora abbondante della Nona siano «interminabili» e «mettono a dura prova i muscoli e i polmoni dell’orchestra, nonché la pazienza del pubblico»?
Insomma: le invettive escono dalla penna di uomini consapevoli del senso e della struttura di un’opera musicale, di critici dotati anche di limpida scrittura. Quel che si manifesta – come l’autore spiega in un carnoso saggio che chiude l’antologia delle provocazioni – è il Rifiuto dell’Insolito, il rigetto del Nuovo, nel quale non si percepisce ciò che il progredire del gusto estetico ha poi fatto diventare Bello.

Sembra tutto agilmente spiegato: il libro scorre e segna col sorriso il volto del lettore. E invece non basta, stimola anche la riflessione. Ho pensato per esempio a come il suddetto rifiuto sia il contrario di quanto spesso accade oggi, nei diversi campi dell’arte, con l’Accettazione del Banale. La comicità delle invettive adelphiane funziona perché tutti i compositori insultati sono poi assurti a colonne portanti della musica: se qualcuno componesse un’antologia di invettive contro compositori dimenticati, quel libro non farebbe ridere, sarebbe una raccolta di giudizi che hanno azzeccato il bersaglio. Ecco, una futura antologia di Accettazioni del Banale farà ridere per la ragione contraria a queste Invettive: tutte le opere elogiate (quanti libri… quanti tormentoni…) saranno scomparse dalla storia.

Gli esilaranti capitoli delle Invettive musicali scorrono in ordine alfabetico, da Bartók a Webern. Con quest’ultimo è fin troppo facile storcere il naso: ancora oggi – dopo un secolo dal Trio d’archi del 1927, prima sua opera scritta con tecnica dodecafonica – chi lo ascoltasse per la prima volta ne rimarrebbe colpito: all’epoca addirittura si rideva, il suo capitolo è fatto di platee che sogghignano anche sguaiatamente. È invece al mio amatissimo Bartók, colui che col primo Concerto per pianoforte aveva scritto un profluvio di «scemenze ampollose e prive di senso», è alle sue composizioni «fatte di mucchi di note privi di significato, che in apparenza rappresentano il compositore a passeggio sulla tastiera con gli stivali», è a lui che mi rivolgo con la speranza di un riscatto dalla perdurante incomprensione: gli stivali li portava davvero, ma per registrare nelle più remote campagne ungheresi gli antichi canti contadini pentatonici, e quei motivi disciolse poi nelle sue opere.
E allora, per concludere: queste Invettive musicali funzionano da gustosa lettura per l’inesperto, che però sa come il compositore supremo fosse sordo e si divertirà a leggere come un tale veda in quella grave menomazione la causa dell’«incomprensibile ferocia» di Beethoven. Ma delizieranno – e tanto – chi conosce la storia e il significato della musica. È a loro che pongo la domanda finale: perché, tra tutti i grandi compositori insolentiti, l’unico assente è Schubert? Appare di sfuggita una sola volta, e in maniera inaspettatamente positiva. Forse che la sua soave e illimitata fantasia melodica non ammette invettiva…?

 

Nicolas Slonimsky, Invettive musicali, Milano, Adelphi, 2025.