Con “Edipo a Colono” un impeccabile Carsen doppia il capo a Siracusa con la seconda tragedia dedicata a Edipo

Con “Edipo a Colono” un impeccabile Carsen doppia il capo a Siracusa con la seconda tragedia dedicata a Edipo

@ Anna Di Mauro, 20 giugno 2025

Siamo a Colono, nel tempo del mito. In questa terra amena e boschiva in prossimità di Atene giunge l’uomo più disgraziato della terra. È Edipo, re di Tebe, colui che ha ucciso il padre e sposato la madre. Ma lui non sapeva. Ignoranza atroce che gli infligge un tristissimo destino di esule e ramingo, pur se affettuosamente accompagnato dalle figlie Antigone e Ismene. Cieco nel corpo, ma vedente nella mente, ora conosce la verità che trascina da un sentiero all’altro della Grecia, vecchio, lacero, mendico. È stanco nel corpo e nell’anima. Scende malfermo i gradini del teatro, si trascina penosamente, appoggiandosi a un bastone nodoso e a una fanciulla che lo sostiene. Sono nerovestiti, simbolo del lutto. Si ferma ai piedi di una scala. La grande, simbolica scala, simbolo di ascesa e ruina, già in scena nell’Edipo del 2022, ora è disseminata di verdi, eleganti, svettanti cipressi, cimiteriale bosco sacro a cui approdano gli amari giorni di un uomo che incarna il dolore, che ha espiato le sue incolpevoli colpe e ora si avvia sul sentiero che ogni nato dovrà percorrere per giungere alla sua morte.

Inizia così “Edipo a Colono” di Sofocle, delicato epilogo della parabola discendente di “Edipo re”, scritto ad addolcire la rabbia e la disperazione di un uomo colpevole/innocente che dalle vette del potere e della felicità è precipitato nell’abisso della vergogna più disonorevole. Ora i suoi piedi malfermi e gonfi si sono poggiati finalmente su un luogo di pace. Colono, il suo re Teseo e i suoi abitanti, simbolicamente biancovestiti, inizialmente riottosi questi ultimi, lo accoglieranno, proteggendolo da chi lo ha prima scacciato da Tebe. Il cognato Creonte, sopraggiunto con i suoi scagnozzi, ora lo vuole riportare indietro con la violenza, perché un oracolo ha predetto che il luogo dove sarà la sua tomba diventerà sacro e protetto. Anche il figlio Polinice, mai intervenuto a sua difesa, ora lo reclama per garantirsi il regno e la vita. Il riscatto di Edipo, giustamente irato, giunge alato, annunciato dalle verdi Eumenidi, dee benefiche a cui il bosco è consacrato; blandisce e ristora, come un balsamo sulle ulcerate ferite del cuore, consegnandolo al perdono insperato. Sulla scena inquietante si adagia il sereno e misterioso finale di un dramma inenarrabile, dai contorni affilati, insostenibile, che ha fatto di Edipo il peccatore per eccellenza, assassino del padre, sposo della madre, inviso agli occhi del mondo e ai suoi stessi occhi, di cui si priva quando con ribrezzo conosce l’insostenibile verità. La sua condotta inaccettabile lo aveva costretto a vagare povero e ormai vecchio, rifiutato da tutti, accompagnato e sorretto dalle figlie/sorelle, in un cammino doloroso che ora però è giunto al termine. Finalmente gli dei hanno avuto pietà di lui, riconoscendo il suo valore e l’ingiustizia subita. Colono sarà il luogo eletto della sua morte, che lo libererà del fardello dei suoi orribili, anche se incolpevoli peccati, per assurgere all’eternità, tra riti misteriosi e manifestazioni del divino.

Perché a Colono? Era la città d’origine di Sofocle, che nel 406 a.C. scrisse questa tragedia, rappresentata postuma nel 401. a.C., ormai novantenne e prossimo alla morte, con chiare note autobiografiche. Dunque quest’opera è il congedo di Sofocle alla vita, ne contiene metaforicamente le tensioni, gli umori, la condanna della corruzione politica e familiare, ma anche la speranza di chi è vissuto e ha sofferto lungamente, e ora desidera solo approdare a una serena pace in un sereno luogo.

L’elegante e corposa regia di Carsen ha dato voce e immagine alle intenzioni dell’autore con il consueto pregevole nitore che si dispiega su tutta l’opera, dalla scena lineare e seriale fitta di scalini, cipressi, vasi, agli attenti cromatismi dei costumi, rigorosamente neri, bianchi e verdi, alla tensione di una recitazione incisiva nel tono vibrante dell’ottimo cast che ha accompagnato armoniosamente l’intensa interpretazione dell’Edipo di Giuseppe Sartori. Dalla fresca grazia dell’Antigone e Ismene di Fotinì Peluso e Clara Bortolotti, alla fermezza gentile del Teseo di Massimo Nicolini, alla tumultuosa disperazione del Polinice di Simone Severini, alla spocchia del tracotante Creonte di Paolo Mazzarelli, alla bellezza dei movimenti coreografici, tutti hanno contribuito al godimento di uno spettacolo di grande qualità sia sul piano estetico che strutturale, oscillante fra tradizione e innovazione, misurato e intenso, dove lo struggente addio alla vita, che appartiene a tutti noi, viene celebrato in uno spazio secolare che ne sancisce la sacralità.

EDIPO A COLONO

Opera di | Sofocle
Regia | Robert Carsen
Traduzione | Francesco Morosi

Scena | Radu Boruzescu
Costumi | Luis Carvalho
Musiche | Cosmin Nicolae
Movimento | Marco Berriel
Disegno luci | Robert Carsen, Giuseppe di Iorio
Assistente alla regia | Stefano Simone Pintor
Assistente scenografo | Alison Isabel Walker

EDIPO | Giuseppe Sartori
ANTIGONE | Fotinì Peluso
ABITANTE DI COLONO | William Caruso
CAPO CORO| Rosario Tedesco, Elena Polic Greco
CORO | Andrea Bassoli, Guido Bison, Sebastiano Caruso, Spyros Chamilos, Gabriele Crisafulli, Manuel Fichera,Elvio La Pira, Emilio Lumastro, Roberto Marra, Jacopo Sarotti, Sebastiano Tinè
ISMENE | Clara Bortolotti
TESEO | Massimo Nicolini
CREONTE | Paolo Mazzarelli
POLINICE | Simone Severini
MESSAGGERO | Pasquale Montemurro
Seguito di TESEO | Samuele Cannoni , William Caruso, Andrea Catalano, Christian D’Agostino, Carloandrea Pecori Donizetti, Pasquale Montemurro, Daniele Sardelli, Federico Valentini
Seguito di CREONTE | Gabriele Esposito, Salvatore Mancuso, Lorenzo Patella, Tommaso Quadrella

Accademia d’Arte del Dramma Antico

Coro di abitanti di Colono | Andrea Bassoli, Guido Bison, Sebastiano Caruso, Spyros Chamilos, Gabriele Crisafulli, Manuel Fichera, Elvio La Pira, Emilio Lumastro, Roberto Marra, Jacopo Sarotti, Sebastiano Tinè, Davide Carella, Alessandro Cunsolo, Giovanni Costamagna, Eddye Di Meo, Lorenzo Ficara, Samuele Ingrosso, Marco Maggio, Vincenzo Mandalà, Riccardo Massone, Carlo Marrubini Bouland, Davide Pandalone, Massimiliano Serino, Davide Sgamma, Adriano Spera, Stefano Stagno, Giovanni Taddeucci, Flavio Tomasello, Angelo Valente, Alessandro Volpes

Coro di Eumenidi | Clara Borghesi, Carlotta Ceci, Federica Clementi, Alessandra Cosentino, Ludovica Garofani, Gemma Lapi, Zoe Laudani, Arianna Martinelli, Beatrice Ronga, Francesca Sparacino, Sandre Siria Veronese, Arianna Angioli, Allegra Azzurro, Claudia Bellia, Carla Bongiovanni, Margherita Cinardi, Anastasia Cino, Maria Rita Sofia Di Stasio, Virginia Giannone, Alessandra Giovannetti, Gaia Lerda, Giulia Maroni, Angelica Rampin, Erika Roccaforte, Gioia Maria Sanfilippo, Maria Clelia Sciacca, Sarah Gisella Simeoni, Francesca Totti