Con Vitaliano Brancati in palco “In cerca di un sì” si sorride amaro
@Anna Di Mauro, 2 giugno 2025
La solitudine del cuore trafigge chi è in cerca d’amore in un mondo intriso di falsità e ipocrisie. Con questo ultimo spettacolo tratto dalla novella omonima dello scrittore siciliano si chiude l’omaggio a Brancati dello Stabile di Catania. A far da levatrice l’ormai indiscusso talento di Nicola Alberto Orofino, che ha curato doviziosamente l’adattamento e la regia di questo racconto ai limiti del paradossale, strutturandolo in una scenografica gabbia luminosa in cui Riccardo, il protagonista della storia narrata, si dibatte. In preda a un vero e proprio incubo, l’uomo si vede perire in un incidente e traghettare nell’aldilà, in balia di due figure emblematiche, l’Angelo Usciere e il Gran Segretario che lo accolgono con il distacco e l’indifferenza di burocrati avvezzi allo smistamento delle anime. L’anima di Riccardo però non è contenta della sua morte e, afflitta da umana nostalgia per il mondo che ha dovuto lasciare, chiede di poter ritornare nel mondo dei vivi. La sua richiesta viene accolta dopo 50 anni, a patto che uno dei suoi amici scriva “sì” nella pergamena celeste che hanno predisposto all’uopo. Azzerato l’orologio del tempo dall’oltretomba Riccardo ritorna sulla terra sicuro che i suoi amici vorranno riportarlo in vita. Ma. Invano il misero chiederà un semplice “sì” che gli restituisca la vita. Senza alcuna ragione i cosiddetti “amici” non scriveranno mai quel monosillabo da cui dipende il suo ritorno dall’aldilà. Delusione cocente in una storia fantasy dove vediamo riflessa la visione amara e disincantata dell’autore che ha scelto di trasformare l’angosciante realtà in un’avventura onirica che sfiora il mito di Alcesti, dove nessuno offriva la sua vita, persino i vecchi genitori, in cambio di quella del marito morente. Ancora più cruda e pervasa da un humour al vetriolo è la visione registica di Orofino che sceglie di non proporre la vicenda come un sogno da cui l’uomo si sveglia per approdare a una realtà altrettanto triste, come nella novella, ma spegne le luminarie scenografiche sulla morte del protagonista. Rispettando e riproducendo lo stile della novella, il regista secondo il suo stile, ha abilmente intessuto di musiche e canti corali lo spettacolo, interpretato con passione irruente dall’emotiva e fragile maschera del Riccardo di Daniele Bruno, affiancato dallo spirito sardonico degli angeli traghettatori di Franco Mirabella, Giovanni Arezzo, Alberto Abbadessa, nella doppia veste dei cosiddetti “amici”.
Dotato di un ritmo incalzante, scenograficamente reso magico da tubi luminosi allineati in multiformi geometrie o manovrati dagli stessi personaggi di questo fantascientifico “aldilà”, al quale per qualche giocoso momento anche la platea è appartenuta, “In cerca di un sì” ha ottenuto il SI’ del pubblico, accorso numeroso alla prima, che ha applaudito l’opera, capace di rendere chiaro e apprezzabile lo spirito dell’autore senza rinunciare a quello del regista. Sicuramente questo breve excursus su Brancati, oltre che offrirci tre interessanti mise en scène ne ha approfondito aspetti poco conosciuti, contribuendo a puntare uno sguardo più acuto sull’autore de “Il bell’Antonio”, che lo conferma scrittore moderno e raffinato, dal percorso affascinante, intriso dei malumori e delle incertezze del nuovo secolo, stemperati però da un’ironia sottile, ma feroce sulla società dei suoi luoghi e del suo tempo.
IN CERCA DI UN SI’
tratto dall’omonima novella di Vitaliano Brancati
riduzione, adattamento e regia Nicola Alberto Orofino
scene e costumi Vincenzo La Mendola
luci Gaetano La Mela
con Franco Mirabella, Giovanni Arezzo, Daniele Bruno, Alberto Abbadessa
produzione Teatro Stabile di Catania
Alla Sala Futura di Catania fino a Domenica 1 Giugno