Serie fossile
di Maria Grazia Calandrone
Pagine: 144
Prezzo: € 14,00
ISBN: 9788883063206
Data Uscita: 15/10/2020
Serie fossile è un poema sull’amore, dal miracolo allo sgomento. È conoscenza che rifonda il mondo e scuote le tracce fossili degli affetti primari, con le loro ferite, così la pietra dell’origine torna a sorridere come solo le pietre sanno sorridere: brillando dall’interno. L’amore illumina le sue creature. Il corpo di chi ama spacca il guscio dell’io e sboccia sul creato come Alba. Chi ama, riscrive sé stesso con gli occhi di un altro e ha la responsabilità di quel suo essere nuovo. Eccolo al bivio tra dissoluzione e conservazione: può scegliere di avventurarsi nell’irrazionale o salvaguardare la struttura consueta della realtà, rinnegando gesti e parole che l’amore l’ha trascinato a dire. Qui una protagonista si ritrae e, ritraendosi, ridisegna col fuoco le tracce fossili della propria storia. Chi ancora ama, offre allora un dono senza fine: la visione concreta di due galassie gemelle, individuate nel 2013 dal telescopio spaziale Hubble della Nasa. Abbastanza vicine da avvertire l’una la forza dell’altra, le due galassie sono destinate a fondersi, nel tempo stabilito dalla natura, con calma stellare e senza alcun disturbo gravitazionale, assecondando quello “che sulla terra viene detto rispetto”.
Maria Grazia Calandrone è nata a Milano nel 1964 e vive a Roma. Poetessa, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice di programmi culturali per RaiRadio 3, scrive per “Corriere della Sera”, “Poesia”, e collabora con riviste di cinema e psicoanalisi. Tiene laboratori di poesia in scuole, carceri, DSM, con i migranti e presta servizio volontario nella scuola di lettura per ragazzi “Piccoli Maestri”. Ha pubblicato volumi di poesia, monologhi teatrali e due romanzi. Le sue raccolte poetiche edite da Crocetti sono La scimmia randagia (2003, premio Pasolini opera prima), La macchina responsabile (2007), Sulla bocca di tutti (2010, premio Napoli), Serie fossile (2015, premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio) e Il bene morale (2017, premio Trivio).
fossile
metti una mano qui come una benda bianca, chiudimi gli occhi,
colma la soglia di benedizioni, dopo che
sei passata attraverso
l’oro verde dell’iride
come un’ape regale
e – pagliuzza
su pagliuzza,
d’oro e grano trebbiato – hai fatto di me
il tuo favo di luceuna costellazione di api ruota sul tiglio
con saggezza inumana, un vorticare di intelligenze non si stacca
dall’albero del miele– sarebbe riduttivo dire amore
questa necessità della natura –mentre un vuoto anteriore rimargina
tra fiore e fiore senza lasciare traccia:usa la bocca, sfilami dal cuore
il pungiglione d’oro,
la memoria di un lampo che ha bruciato la mia forma umana
in una qualche preistoria
dove i pazzi accarezzano le pietre come fossero teste di bambini:avvicinati, come la prima
tra le cose perdute
e quel volto si leva dalla pietra per sorridere ancora