Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie. A Palazzo Roverella, Rovigo, dal 1 aprile 2021

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Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie. A Palazzo Roverella, Rovigo, dal 1 aprile 2021

Aubrey Beardsley, Isolde, illustrazione sulla rivista “Pan”, vol. 5, Berlino 1899-1900 Photo credit: Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie. Rovigo, Palazzo Roverella.

 

Inaugura il 1 aprile 2021 (la data di inaugurazione potrebbe essere posticipata a causa della attuale emergenza sanitaria) la mostra curata da Paolo Bolpagni Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie.

Anselmo Bucci, Studio per il violoncellista Crepax, 1934, olio su tavola, collezione privata. Photo credit: Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie. Rovigo, Palazzo Roverella.

Il tema dei rapporti tra la musica e le arti visive nell’età contemporanea ha conosciuto negli ultimi decenni una rinnovata fortuna critica, ma non è stato oggetto, in Italia, di mostre importanti che fossero in grado di presentare l’argomento in maniera organica. È giunto perciò il momento di dedicare un’esposizione di vasto respiro alle molteplici relazioni tra le due sfere espressive, dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento. A colmare questa lacuna è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con l’Accademia dei Concordi e il Comune di Rovigo, grazie a una grande mostra in programma a Palazzo Roverella dal primo aprile fino al 4 luglio, affidata alla curatela di Paolo Bolpagni. Egli ricorda come «alla fine del XIX secolo, si assista all’affermarsi in tutta Europa di un filone artistico che si ispira alle opere e alle teorie estetiche di un compositore carismatico e affascinante come Richard Wagner: i miti nibelungici, la leggenda di Tristano e Isotta, l’epopea del Graal, il tutto spesso condito di implicazioni esoteriche. A partire dal primo decennio del Novecento, però, la riscoperta di Johann Sebastian Bach e il fascino esercitato dalla purezza dei suoi contrappunti vengono a sostituirsi al modello wagneriano, non solamente in campo musicale. Infatti, il cammino in direzione dell’astrattismo troverà riscontro nell’aspirazione della pittura a raggiungere l’immaterialità delle fughe di Bach, alluse nelle opere di Vasilij Kandinskij, Paul Klee, František Kupka, Félix Del Marle e molti altri». Del resto, se è vero che il wagnerismo non esaurisce l’argomento per quanto riguarda l’età simbolista − si pensi alla fortuna iconografica di Beethoven, o all’ascendente del melodramma italiano −, così, nel periodo delle avanguardie storiche, esistono diverse modalità secondo le quali la componente musicale fu assunta nelle arti visive o le influenzò.

Paul Ranson, L’Iniziazione alla musica, 1889, olio su tela, collezione privata Photo credit: Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie. Rovigo, Palazzo Roverella.

Nel Cubismo e nel successivo Purismo emerge l’orientamento dei pittori – da Pablo Picasso al giovane Le Corbusier – a prediligere come temi di partenza delle loro opere violini e chitarre, forse perché introducono nel quadro le dimensioni della vibrazione acustica e dello scorrere del tempo.
Nella Vienna d’inizio Novecento Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Koloman Moser trovano nella musica un riferimento importante. E l’elemento sonoro ha un grande peso nel Futurismo italiano: Luigi Russolo, oltre che artista visivo, fu compositore. Ideò brani suonati da macchine costruite per produrre rombi, ronzii, crepitii, scoppi: gli ‘intonarumori’. Lo stesso Umberto Boccioni, al termine della propria vita, fu in stretto rapporto con il celebre pianista Ferruccio Busoni.
È con Vasilij Kandinskij e con Paul Klee, però, che la musica diventa davvero centrale, facendosi paradigma di una pittura che vuole liberarsi definitivamente dal concetto di rappresentazione. Negli anni del Bauhaus, peraltro, entrambi, allora colleghi di insegnamento, sperimentarono la traduzione grafica di ritmi e melodie, e Kandinskij lavorò come scenografo per l’allestimento dei Quadri di un’esposizione del compositore Modest Musorgskij.
Anche nel linguaggio astrattista del Neoplasticismo olandese di Theo van Doesburg troviamo una presenza importante di rimandi al mondo della musica. Che non mancano neppure nelle esperienze artistiche figurative che si affiancano e oppongono alle avanguardie, specialmente in Italia, dove operano Armando Spadini, Piero Marussig, Felice Casorati, Alberto Savinio e altri.
A emergere con forza, nella mostra Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie, è una lunga storia di relazioni, intrecci e corrispondenze. Evidenziando le infinite, originali sfaccettature delle interazioni tra l’elemento musicale e la pittura, la scultura e la grafica. Proponendo esempi emblematici, creando così una mostra-spettacolo di assoluto fascino.

INFO

Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie.

Dal 01 Aprile 2021 al 04 Luglio 2021

Palazzo Roverella, Rovigo

A cura di Paolo Bolpagni

Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Media Relation
Alessandra Veronese – cell. 348 311 11 44
Comunicazione
Roberto Fioretto – Responsabile Ufficio Comunicazione – tel. 049 8234800
comunicazione@fondazionecariparo.it

Ufficio-stampa della mostra
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo – tel. 049.663499
Rif. Simone Raddi: gestione2@studioesseci.net

Author: Redazionale

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