Con il cartellone Settembre-Dicembre 2020 riparte la Stagione TPE – Teatro Piemonte Europa diretta da Valter Malosti. Dopo la sospensione della programmazione lo scorso 8 marzo, il Teatro Astra riapre le sue porte al pubblico nel più rigoroso rispetto delle normative di sicurezza e di distanziamento.
Il cartellone si estende fino al termine delle festività di fine anno 2020. Prevede 14 titoli complessivi, fra cui 5 spettacoli della 25° edizione «diffusa» del Festival delle Colline Torinesi e due della rassegna Palcoscenico Danza 2020 recuperati dopo l’annullamento della scorsa primavera.
Si tratta di un cartellone che prosegue nettamente sulla linea artistica di ricerca, innovazione e attenzione alla qualità perseguita dalla direzione di Valter Malosti.
Le alzate di sipario sono complessivamente 58. Otto titoli del programma sono nuove Produzioni TPE. Una scelta che va nella direzione di rafforzare ulteriormente l’impegno di TPE come soggetto produttore in partenariato con le più importanti realtà teatrali nazionali, ma anche di attuare fattive politiche di sostegno ai lavoratori dello spettacolo, duramente provati dai tanti mesi di fermo attività.
Quattro le prime nazionali: Una vera tragedia di Riccardo Favaro il 20 ottobre, per il Festival delle Colline Torinesi; Nel lago del cor, di e con Danio Manfredini (23-25 ottobre 2020), sempre per il Festival 25; Made4You. Pink dell’Eko Dance International Project per Palcoscenico Danza (5-6 dicembre 2020) e I vivi di Ade Zeno con Jurij Ferrini (15-20 dicembre 2020), probabilmente il primo spettacolo che racconta l’era Covid.
È un cartellone in massima parte nuovo. Sono tre i titoli inizialmente programmati nella Stagione TPE 19.20 e recuperati: Madre di Michela Lucenti – Balletto Civile, Made4You di Eko Dance International Project e Giulietta di Federico Fellini, diretta da Valter Malosti e interpretata da Roberta Caronia, presentata nella stagione estiva Summer Plays e qui proposta per la prima volta al Teatro Astra.
La stagione inaugura venerdì 25 settembre con Jacopo Gassmann, che, dopo un’anteprima alla Biennale Teatro di Venezia il 23 settembre, debutta a Torino con la sua regia di Niente di me di Arne Lygre: nuova produzione TPE, è un Kammerspiel del drammaturgo norvegese classe 1968, ritenuto l’erede di Ibsen e di Jon Fosse e mai tradotto e rappresentato prima in Italia. In scena Sara Bertelà, Michele Di Mauro e Giuseppe Sartori. Lo spettacolo, a causa delle limitazioni imposte dal Covid, viene presentato in forma di studio e si configura per questo come un interessante sguardo nel laboratorio drammaturgico dell’autore e del regista.
Dal 29 ottobre al 1° novembre Nella lingua e nella spada per l’elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione di Elena Bucci. Nuova produzione TPE, è un «melologo di più anime» affidate alla voce a solo di Elena Bucci che ripercorre la storia di passione civile e sentimento che legò la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci all’attivista e oppositore greco Alekos Panagulis.
Una ragazza curda siriana di origini contadine che sogna di diventare avvocato ma abbraccia il kalashnikov per trasformarsi in un micidiale cecchino contro i guerrieri dell’Isis. È la storia de L’angelo di Kobane del pluripremiato autore inglese Henry Naylor. Produzione TPE, vede protagonista Anna Della Rosa, attrice beniamina del pubblico torinese che l’ha applaudita fra l’altro in Molière / Il Misantropo e come Cleopatràs nel recente Progetto Testori, entrambi firmati da Valter Malosti.
Previsto in origine come spettacolo di chiusura della Stagione TPE 19.20, dopo le rappresentazioni estive al Teatro Carignano per Summer Plays realizzato assieme al Teatro Stabile di Torino, arriva sul palco del Teatro Astra dal 19 al 25 novembre 2020 Giulietta di Federico Fellini nell’adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan: uno spettacolo di Valter Malosti con l’interpretazione di una delle più apprezzate attrici italiane, Roberta Caronia, già con Malosti a fine 2019 nell’edizione «siciliana» de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello.
Altra produzione molto attesa, che vede le forze produttive di TPE unite al Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è dal 9 al 13 dicembre 2020 La filosofia nel boudoir del marchese Donatien-Alphonse François de Sade. Fabio Condemi porta in scena un testo ancora oggi decisamente disturbante a distanza di oltre 200 anni, un’educazione sentimentale al rovescio che smaschera convenzioni e ipocrisie ma al tempo stesso si fa portatrice di un illuminismo libertino avanzato e visionario.
I vivi è forse in ordine di tempo il primo o fra i primissimi testi che raccontano l’era Covid. Nuova produzione TPE scritta dal quarantunenne torinese finalista al Premio Campiello 2020 Ade Zeno per Jurij Ferrini – reduce dal successo di Lucido di Rafael Spregelburd – che lo dirige e lo interpreta assieme a Rebecca Rossetti, non è solo una storia di lockdown e di come questo ha cambiato le nostre vite, i sogni e la possibilità stessa di fare arte. È anche un lavoro scritto, cesellato e provato a distanza in piena era Covid con collegamenti via zoom: e quindi un testo che porta impressi i segnacoli di una nuova, distopica geografia di rapporti interpersonali.
Il tradizionale spettacolo di fine anno (22-31 dicembre) è affidato a Carlo Goldoni, I due gemelli veneziani. Un titolo teoricamente rassicurante, ma che promette di riservare sorprese poiché rappresenta l’incontro di Valter Malosti con il drammaturgo veneziano dopo un lavoro sulla lingua italiana per la scena durato molti anni. «I due gemelli – scrive Malosti – è una gran macchina di divertimento con un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti… ma è anche una farsa nera, inquietante, sulla famiglia l’identità, l’amore (anche brutale, violentemente erotico) e la morte».
E si mette un piede già nel 2021 con Schwanengesang D744 di Romeo Castellucci per il Festival delle Colline Torinesi, di cui parliamo qui sotto.
Due gli spettacoli di Palcoscenico Danza, entrambi già previsti nella stagione TPE 19.20, rinviati e ora recuperati. Dal 27 al 29 novembre Madre, la nuova creazione di Michela Lucenti e il suo Balletto Civile: una produzione di TPE in cui l’artista genovese propone il suo «teatro totale» che fonde parola, movimento, musica e in questa occasione anche movimenti e stacchi mutuati dal linguaggio cinematografico per un’esperienza unificante dei vari linguaggi. E il 5 e 6 dicembre Made4You – Pink, una serata tutta al femminile dedicata a cinque coreografe emergenti selezionate da Pompea Santoro e dal direttore di Palcoscenico Danza Paolo Mohovich, con musiche che spaziano da Giovanni Battista Pergolesi al compianto Ezio Bosso.
Gli spettacoli del Festival delle Colline Torinesi 25 nel cartellone TPE Settembre-dicembre 2020
Dopo un’anteprima ad agosto e settembre nel cartellone di Summer Plays, la venticinquesima edizione del Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea (proposto in anomala forma estesa fino ad aprile 2021) presenta tra ottobre e novembre 2020 al Teatro Astra 5 nuovi spettacoli che combinano giovani artisti e maestri della scena.
Il primo appuntamento è il 13, 14 e 15 ottobre con Come out! Stonewall Revolution di Margherita Mauro e Michele Rho, una produzione della Triennale Teatro di Milano. Questo spettacolo rievoca, in parallelo a una storia privata, le manifestazioni spontanee di rivolta cominciate il 28 giugno 1969 a New York che diedero vita al movimento per la difesa dei diritti degli omosessuali. Una data scelta non a caso dalle associazioni LGBTQI+ per la «giornata mondiale dell’orgoglio LGBTI», ovvero il «Gay Pride». Sono interpreti di Come out! Maria Roveran e Marcos Vinicius Piacentini, la regia è di Michele Rho. «Dobbiamo ricordarci – scrivono i due autori – che i diritti non sono un’eredità acquisita, ma qualcosa che deve essere riconfermato quotidianamente».
Il 20 ottobre va in scena in prima nazionale Una vera tragedia, spettacolo vincitore del premio Scenario 2019, produzione LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Teatro i. Ne sono interpreti Alessandro Bandini, Flavio Capuzzo Dolcetta, Alfonso De Vreese, Marta Malvestiti, la regia è firmata da Alessandro Bandini e Riccardo Favaro, che ha anche scritto il testo. Una commedia che si trasforma in tragedia, un giallo sempre più enigmatico, con sottotitoli che sembrano animati di vita propria. Insomma un gioco crudele sui generi teatrali.
Terzo appuntamento autunnale presentato in prima assoluta è il 23, 24 e 25 ottobre Nel lago del cor di e con Danio Manfredini, musiche composte ed eseguite dal vivo da Francesco Pini. I disegni sono dello stesso Manfredini. Lo spettacolo viene prodotto da La Corte Ospitale. Danio Manfredini, dopo anni di preparazione, lo dedica ai sopravvissuti dei lager e a tutti coloro che vi sono morti senza lasciare traccia. Fa seguito a una visita dell’artista al campo di concentramento di Auschwitz. Ci sono echi di Primo Levi, di Hannah Arendt, di Zalmen Gradowki, memorie di filmati d’epoca, di film, di fotografie. Ed è la musica ad accompagnare la discesa in quell’inferno, la ricognizione nel più grande scandalo della storia del ventesimo secolo.
Ultime date del 2020 sono, per il Festival, il 13, 14 e 15 novembre, nelle quali è programmato Chi ha ucciso mio padre del giovane scrittore francese Édouard Louis, uno spettacolo diretto e prodotto da Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Lo interpreta Francesco Alberici, la collaborazione all’adattamento è di Attilio Scarpellini. Una toccante, kafkiana “lettera al padre” in cui il figlio dà ripetutamente del tu all’uomo che per anni gli ha negato ogni confronto, ogni affetto, un atto d’accusa anche contro le classi egemoni.
La venticinquesima edizione del Festival, contrassegnata dalla citazione Assumiamoci il rischio dell’immaginazione di James Hillman, prosegue nel 2021 con altri 5 spettacoli di cui tre internazionali. Il primo dei quali sarà il 3, 4 e 5 gennaio 2021 Schwanengesang D744, concerto-spettacolo da vari Lieder di Franz Schubert (con al pianoforte Alain Franco), tutti al confine tra il mondo della speranza e l’oscurità degli abbandoni. In scena la soprano Kerstin Avemo. Non mancano le scosse musicali di Scott Gibbson e proiezioni video. Domina la riflessione di Romeo Castellucci sul senso dell‘arte, soprattutto oggi, e, con ironia, sul suo stesso impegno di creatore.
Il Festival 25 completa il triennio dedicato al viaggio. Motivi di ispirazione sono i viaggi nelle biografie, nella storia, nella memoria, persino nella sperimentazione linguistica: quella che, definita «l’insoddisfazione della lingua», aveva caratterizzato i primi anni della manifestazione.
Il Festival, che si integra alla stagione TPE, è ideato dall’Associazione Festival delle Colline Torinesi e viene realizzato dalla stessa Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa. È sostenuto da Mibact, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, maggior sostenitore, Fondazione Piemonte dal Vivo e si svolge in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Tra i partner anche Asti Teatro e la Fondazione Merz.
Biglietti e modalità d’ingresso
Il prezzo dei biglietti resta invariato rispetto alla stagione scorsa: intero € 25, ridotto € 17, under 30 € 10. Sono previste quattro formule di facilitazione: carnet a 3 spettacoli per over 60 a € 30; carnet a 3 spettacoli per studenti e giovani € 21; carnet a 6 ingressi per tutti a € 66; carnet Festival delle Colline Torinesi 2 spettacoli a scelta € 18. Tutti i carnet danno diritto alla prenotazione telefonica e al ritiro del biglietto entro la sera dello spettacolo.
Le collaborazioni
E in pieno spirito di Re/Start è annunciata anche la ripresa delle collaborazioni del TPE per incontri, approfondimenti, lezioni e seminari con istituzioni culturali e formative come Università di Torino, Accademia Albertina di Belle Arti, Aiace Torino, Rai Teche – Mediateca di Torino con il programma Rai Archive Alive.
L’immagine guida
L’immagine guida della nuova Stagione TPE è ancora una volta un’opera d’arte di Simone Fugazzotto, dal titolo Re / Start. L’ormai familiare scimmia questa volta si dondola su un’altalena sospesa nel vuoto. Spiega l’artista milanese: «Nella mia vita, da sempre, tutto è sempre stato appeso ad un filo. Amo raccontare nelle mie opere questa difficoltà esistenziale dell’essere artisti, che se da un lato ti porta via anni di vita d’altro canto rende ogni giorno unico, lucente e magico. Si basa su questo concetto la terza opera che, con gioia, ho realizzato per la stagione 20/21 del Teatro Astra di Torino perché per una volta siamo davvero tutti appesi ad un filo. Motivo per cui mai come ora è importante riempire il proprio quotidiano con il teatro, l’arte, il cinema e la musica, bistrattate nel quotidiano indaffarato delle nostre vite di scadenze e impegni e che invece nei momenti di difficoltà possono diventare unica cura alla flessione che sta vivendo la nostra società in questo periodo». |