Il Teatro Menotti alla Corte d’onore di Palazzo Sormani
La rassegna di teatro e musica all’imbrunire è spostata in Corso di Porta Vittoria 6
19-20 LUGLIO
MILVIA MARIGLIANO UN MARZIANO A ROMA
di Ennio Flaiano
con Milvia Marigliano
musica eseguita da Antonello Fiamma
adattamento e regia Emilio Russo
Nel 1954 Ennio Flaiano scrisse un breve racconto intitolato “Un marziano a Roma” nel quale con surreale naturalezza narrava il singolare, quanto imprevisto, atterraggio sulla terra di una aeronave da cui sbarcava un essere proveniente da Marte. Il tutto avveniva a Roma e precisamente a Villa Borghese.
Quell’idea è diventata in seguito un controverso spettacolo teatrale, un film e addirittura un modo di dire. È un’opera carica di satira sui costumi dell’Italia del dopoguerra e sulle dinamiche culturali della Capitale ed è ancora di enorme attualità.
L’epopea tragicomica di Kunt il marziano si consuma in pochi giorni, parte dal 12 ottobre per concludersi il 6 gennaio del 1954. A fare da controcanto alle disavventure del povero marziano, nella nostra narrazione saranno le voci di un’intera città, che prima accoglie la novità come una speranza di una possibile vita migliore e poi beffeggia, dimentica, brucia. Le intuizioni visionarie di Flaiano anticipano l’idea di società effimera, omologata e in bilico, tra il reale e l’immaginario, alla vana ricerca di un senso al nulla virtuale che ci circonda.
A dare corpo e voce al coro dei personaggi di Un Marziano a Roma, un’attrice di talento e spessore come Milvia Marigliano, accompagnata dalle chitarre di Antonello Fiamma.
21 LUGLIO
GIOBBE COVATTA 6 GRADI
con la partecipazione di Ugo Gangheri Uno spettacolo di: Giobbe Covatta e Paola Catella Costumi: Chiara Defant Produzione: Papero srl
Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo di Giobbe Covatta, dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6″!
Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Tutto ciò che vedremo nel corso dello spettacolo è collocato nel futuro in diversi periodi storici nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi.
Ma come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto ad oggi? E quando i gradi saranno due? E riuscire ad evitare aumenti superiori che porterebbero inevitabilmente alla nostra estinzione?
Il grande comico napoletano se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno nettamente pensare che i nostri più stretti discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto assai meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi.
Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe si diverte ad immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne emergeranno personaggi di grande verve comica indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni.
Da Giobbe Covatta un nuovo spettacolo dove comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica su quelli che sono senza dubbio i grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del Pianeta e delle sue popolazioni.
Un’occasione di divertimento ma anche per comprendere i motivi per cui è necessario agire oggi per evitare la nostra fine probabilmente entro un solo secolo!
22-23 LUGLIO
OMAR PEDRINI SUONI & PAROLE
Omar Pedrini è una rockstar da molto tempo. Leader dei Timoria per quasi 20 anni, poi cantante solista, poeta, showman, autore e conduttore tv, artista trasversale, attore e addirittura docente in università. In questo spettacoloil musicista bresciano rivive la propria storia, un percorso umano e artistico fatto di coraggio, scelte in controtendenza, momenti difficilissimi e tanto rock n’roll.
Suoni & Parole è un live show che miscela racconti musicali e parole, un viaggio che ripercorre le vicende della vita – o meglio delle vite – di Omar Pedrini, attraverso le note dei brani più significativi tratti dal suo repertorio, che eseguirà dal vivo con la chitarra.
24 LUGLIO
MADDALENA CRIPPA e Gianmario Conti DEVE TRATTARSI DI AMORE PER LA VITA dai diari di Etty Hillesum drammaturgia di Giulia Calligaro
Nei diari e nelle lettere, tradotti in Italia da Adelphy, Etty Hillesum testimonia una capacità di introspezione e di osservazione della realtà fuori dal comune: si rivolge a noi con parole di verità, indicando un cammino coraggioso volto a superare le difficoltà più aspre dell’esistenza. La sua sorprendente maturità e saggezza irradiano una intensa forma morale ispirata ai valori della solidarietà dei diritti umani e della reciproca comprensione. La giovane ebrea olandese ingaggia una sfida alla morte senza ricorrere a ricette miracolistiche o palliative in nome di un indistruttibile e gioioso amore per la vita. Racconta di sé e delle vicende del suo tempo da mirabile cronista di un’anima in costante evoluzione, eroica, terapeuta del dolore capace di generare attorno a sé fiducia e fede in un riscatto definitivo male.
25- 26 LUGLIO
GABRIELLA GREISON 1927 MONOLOGO QUANTISTICO
In 1927 – monologo quantistico, Gabriella Greison racconta i fatti più sconvolgenti, misteriosi, divertenti, umani che hanno fatto nascere la fisica quantistica. Partendo dalla famosa foto datata 1927, in cui 29 uomini in posa sono ritratti (quasi tutti fisici, 17 erano o sarebbero diventati Premi Nobel), GABRIELLA GREISON ricostruisce i dialoghi, le serate, i dibattiti, dopo un lungo soggiorno a Bruxelles in cui ha raccolto informazioni, tradotto lettere, parlato con persone e parenti che a quei ritrovi ci sono stati veramente. Einstein ha chiamato quel ritrovo a Bruxelles del 1927 “witches’ Sabbath” (il riposo delle streghe), quando c’è stato il più grande ritrovo di cervelli della storia. Lo spettacolo è la prima rappresentazione teatrale che racconta il ritrovo a Bruxelles di tutti i fisici del XX secolo che hanno fatto nascere quel giorno la fisica quantistica, e quindi il nostro mondo.
27 LUGLIO
ULDERICO PESCE
PETROLIO
IL RACCONTO DEL PETROLIO LUCANO
di e con Ulderico Pesce
Petrolio narra innanzitutto la bellezza mozzafiato della Basilicata, fatta di boschi millenari, mare, calanchi, paesini bellissimi arroccati a strapiombo su fiumi o distese di grano, ma narra anche del giacimento più grande dell’Europa continentale collocato in Basilicata tra Viggiano e Corleto Perticara.
Ulderico Pesce narra il petrolio lucano partendo da un personaggio, Giovanni, che lavora come addetto alla sicurezza dei serbatoi esterni del Centro Olio di Viggiano, e vive con la moglie e la figlia Maria in località Le vigne, di fronte alla fiamma dell’impianto ENI che da decenni brucia pericolosissimo H2S nell’aria.
Giovanni scopre che uno dei grandi serbatoi esterni ha una grossa buca dalla quale fuoriesce petrolio che si disperde sotto terra. Ha paura di parlare, di perdere il lavoro. Dopo mesi vede che il petrolio, camminando sotto terra, è arrivato alle porte della Diga del Pertusillo, un bacino artificiale che raccoglie acqua da utilizzare a scopi idrici in Puglia e nella stessa Basilicata nel Metapontino. Giovanni fotografa una enorme chiazza di petrolio nella diga ma continua a non dire nulla per paura di perdere il lavoro e delle reazioni dei suoi compagni di lavoro… prevarranno su Giovanni le logiche della conservazione del lavoro o quelle di conservazione della salute?
28 LUGLIO
MORO: I 55 GIORNI CHE CAMBIARONO L’ITALIA
scritto da Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce
interpretato e diretto da Ulderico Pesce
ll 9 maggio del 1978, in via Caetani a Roma veniva ritrovato nel portabagagli di una Renault rossa il corpo dell’onorevole Aldo Moro crivellato da 11 colpi, dopo un rapimento durato 55 giorni.
Il presidente della Democrazia Cristiana, venne rapito la mattina del 16 marzo 1978 in via Fani e i 5 uomini della sua scorta vennero uccisi da terroristi armati di mitragliatrici e travestiti con le divise del personale di volo dell’Alitalia.
Gli uomini della scorta erano Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Oreste Leonardi.
Raffaele Iozzino, unico membro della scorta che prima di morire riuscì a sparare due colpi di pistola contro i terroristi, era di Casola di Napoli e proveniva da una famiglia di contadini. Raffaele, alla Cresima, aveva avuto in regalo dal fratello Ciro un orologio con il cinturino in metallo. Ciro, quella mattina del 16 marzo era a casa e da un’edizione straordinaria del telegiornale vide l’immagine di un lenzuolo bianco che copriva un corpo morto. Spuntava da sotto al lenzuolo soltanto il braccio con l’orologio della Cresima. Questa immagine è la radice prima del dolore di Ciro, protagonista dello spettacolo. Questo dolore diventa rabbia, e questa rabbia lo spinge a rintracciare il giudice Ferdinando Imposimato, titolare del processo, al quale chiede di sapere la verità.
Importante e intenso è anche l’incontro e l’amicizia tra Ciro e Adriana, la sorella del poliziotto Francesco Zizzi, altro membro della scorta di Moro, proveniente da Fasano in provincia di Brindisi, che quella mattina del 16 marzo era il suo primo giorno di lavoro e sostituiva la guardia titolare che la sera prima, “stranamente”, era stata mandata in ferie.
Francesco, diventato da poco poliziotto, aveva una grande passione per la chitarra e in macchina cantava le canzoni di Domenico Modugno, pugliese come lui e come lo stesso Aldo Moro.
Uno spettacolo importante di teatro civile, che commuove e fa riflettere, dove la Storia si intreccia con le storie dei protagonisti e il lavoro documentario ai racconti privati.
“Ulderico Pesce, in un’ora è riuscito a condensare le parti più importanti di questa drammatica vicenda che ha segnato la vita del nostro paese al punto da determinare la crisi in cui noi oggi ci troviamo”.
Ferdinando Imposimato
Ulderico pesce parla a nome di anime morte, con una malinconia contadina, non polemica. Perciò forte.
29 LUGLIO
CLAUDIA DONADONI e GIOVANNI BATALONI STRIA
drammaturgia e interpretazione: Claudia Donadoni
musiche originali eseguite dal vivo: Giovanni Bataloni
Il territorio Insubre da Milano fino ai confini della Svizzera è stato luogo di numerosi processi della Santa Inquisizione e di episodi di caccia alle streghe, sino dai primi anni del ‘500.
Rusina è cresciuta in un ambiente intriso di sapienza naturale, tra pratiche di medicina arborea antica e superstizioni legate alla terra, tra erbari di sopravvivenza e feste campestri, in un mondo contadino intessuto di marginalità.
Cosima, un’amica d’infanzia di Rusina, viene violentata brutalmente e le donne decidono di vendicarsi utilizzando proprio l’innocenza di Rusina per attirare il colpevole.
Ma Rusina viene accusata di stregoneria dall’Inquisizione e immolata sul rogo.
Stria è un monologo in cui la drammaturgia testuale si innesta in quella musicale presente in tutto lo spettacolo. Uno spettacolo in cui la contaminazione tra suono, musica e parola narrata si alterna in continui flash back. Una storia dai toni noir molto intensa dove si susseguono narrazioni, canzoni, improvvisazioni vocaliche e passaggi di danza contemporanea.
Di sicuro interesse è la profonda ricerca sulla lingua in cui lo spettacolo viene proposto, all’uso dell’italiano forbito di matrice cinquecentesca si alterna una koinè di matrice Testoriana, tra i diversi dialetti del nord della Lombardia e l’italiano.
30 LUGLIO 1 AGOSTO
FAR FINTA DI ESSERE SANI Prima Versione In concerto
con Andrea Mirò, Enrico Ballardini e Musica da Ripostigli
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
In scena la prima versione dello spettacolo FAR FINTA DI ESSERE SANI di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, sarà presentato, sotto forma di concerto. Protagonisti ANDREA MIRÒ, ENRICO BALLARDINI e MUSICA DA RIPOSTIGLIO per la regia e l’adattamento di Emilio Russo, prima tappa verso la realizzazione della sua versione definitiva, prevista in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber nella prossima stagione 20/21.
Brani dei monologhi e canzoni per riscoprire quel percorso narrativo con cui Gaber e Luporini nel 1973 affrontavano i temi universali del disagio sociale e generazionale, puntando l’attenzione sull’essere schizoide dell’uomo contemporaneo. Da una parte pronto agli slanci ideali, dall’altra tenuto a terra dal proprio egoismo e dai finti bisogni materiali. Temi e contenuti quanto mai attuali in questo tempo post Covid.