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RICOMINCIAMO INSIEME!
Ritorniamo a vivere con la nuova stagione estiva de Il Maggiore!
Non vediamo l’ora di riaprire le porte del nostro teatro e condividere con voi le emozioni che solo lo spettacolo dal vivo sa donare.
Eccovi il cartellone!!
04 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
La Sirena
dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Musiche composte da Germano Mazzocchetti
Produzione Zocotoco srl

Luca Zingaretti
Nel tardo autunno del 1938 due uomini si incontrano in una Torino a entrambi estranea. Paolo Corbèra è nato a Palermo, giovane laureato in Giurisprudenza, lavora come redattore de “La Stampa”. Rosario La Ciura è nato ad Aci Castello, ha settantacinque anni, ed oltre ad essere senatore, è il più illustre ellenista del tempo, autore di una stimata opera di alta erudizione e di viva poesia. Il primo risiede in un modesto alloggio di via Peyron e, deluso da avventure amorose di poco valore, si trova «in piena crisi di misantropia». Il secondo vive in «un vecchio palazzo malandato» di via Bertola ed è «infagottato in un cappotto vecchio con colletto di un astrakan spelacchiato», legge senza tregua riviste straniere, fuma sigari toscani e sputa spesso. I due sconosciuti si incontrano in un caffé di via Po («una specie di Ade» o «un adattissimo Limbo») e, a poco a poco, entrano in una garbata e cordiale confidenza. Tra riflessioni erudite, dialoghi sagaci, battute cinicamente ironiche, i due trascorrono il tempo conversando di letteratura, di antichità, di vecchie e nuove abitudini di vita. In un immaginario viaggio, geografico e temporale tra il Nord e il Sud, emerge un mondo costruito sulla passione e l’estasi. Nonostante Giuseppe Tomasi di Lampedusa sia noto soprattutto per Il Gattopardo, se si osserva la pur modesta opera letteraria dell’autore, non si può far a meno di annoverare tra i suoi capolavori anche quel piccolo gioiello che è Lighea (da cui è tratto lo spettacolo proposto). Pubblicato postumo nel 1961 per i tipi di Feltrinelli, questo racconto affascina sotto innumerevoli aspetti. Colpiscono le raffinate scelte semantiche che spaziano dall’italiano forbito al dialetto popolano, la precisa e attenta costruzione della sintassi, le scrupolose descrizioni di luoghi, personaggi, eventi, ma soprattutto sensazioni. Dalle pagine del racconto ambientato nella fredda Torino emerge con vigore la calda Sicilia: l’odore della salsedine, il sapore dei ricci di mare, il profumo di rosmarino sui Nèbrodi, il gusto del miele di Melilli, le raffiche di profumo degli agrumeti, «l’incanto di Castellammare, quando le stelle si specchiano nel mare che dorme e lo spirito di chi è coricato riverso fra i lentischi si perde nel vortice del cielo mentre il corpo, teso e all’erta, teme l’avvicinarsi dei demoni».
Di tutte queste sensazioni si arricchisce lo spettacolo La Sirena, accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti, di cui Luca Zingaretti non è solo interprete ma anche curatore della regia e dell’adattamento drammaturgico, trova spazio, in un percorso tra la carnalità del Presente e la spiritualità dell’Antichità, la ricchezza della poesia della terra siciliana su cui sembra palpitare quella melensa e liquorosa stasi del vivere che connota gran parte dei paesaggi e degli uomini.
11-12 luglio 2020 ore 21:00 Arena Esterna
I Legnanesi “Ridere”
Scenografie e Costumi Enrico Dalceri
Direttore Artistico Sandra Musazzi
Direttore di Produzione Enrico Barlocco
Una produzione Chi.Te.Ma.
Regia ANTONIO PROVASIO

I Legnanesi
I LEGNANESI: UN VIAGGIO NEL TEMPO PER RIDERE INSIEME
Passato e presente, tradizione e attualità: c’è tutto il mondo de I Legnanesi nel nuovo spettacolo 2019/2020 “Ridere”. Così, già nella prima scena, Mabilia (Enrico Dalceri), chic più che mai – come si conviene a un viaggio a Parigi – ammira la Gioconda insieme a mamma Teresa (Antonio Provasio) e papà Giovanni Colombo (Lorenzo Cordara, al suo debutto in questa stagione), che sfoggiano gilet gialli catarinfrangenti nelle sale del Louvre, mentre fuori i manifestanti fanno dei loro gilet gialli il simbolo della protesta, inseguiti dai gendarmi (Giordano Fenocchio e Fabrizio Rossi). Nel cinquecentesimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, la Monnalisa è al centro della loro attenzione: il capolavoro deve tornare in Italia e Teresa, incurante dell’esistenza di un sortilegio legato al furto del celebre quadro, spinge il marito Giovanni a compiere il misfatto. Il tempo di un gioco di luci, ed ecco la famiglia Colombo catapultata nel 1504, anno di realizzazione dell’opera. Tra un austero Leonardo (Giovanni Mercuri) e un intraprendente Gian Giacomo Caprotti detto il Salai (Maicol Trotta), l’imperturbabile e poco avvenente Monna Lisa (Franco Cattaneo) l’arrivo di Michelangelo (Francesco Pellicini) e di un poco statuario David (Mauro Quercia), ecco che prende il via la solita girandola di battute, malintesi, risate, ritmi incalzanti, omaggi al genio italico, sapientemente mescolati da Provasio, che firma i testi insieme a Mitia Del Brocco.
Il secondo tempo si apre con un nuovo viaggio nel tempo: ora siamo nel 1918, i bombardamenti lambiscono il cortile, adibito a ospedale da campo: Teresa, in veste di infermiera, ha in mente qualcosa per provare a cambiare il corso del futuro… ed ecco che per la prima volta scopriremo qualcosa di più degli amatissimi personaggi del cortile lombardo, con un viaggio nel tempo molto reale che racconta le storie dei “nonni” di Mabilia (Valerio Rondena e Danilo Parini) e della Carmela (Maurizio Albè in versione maschile, con gli stessi tratti inconfondibili della “nipote”).
Per l’Italia la guerra è finita… per Teresa comincia adesso! Ma le basterà poco per rendersi conto che ha già nostalgia della sua vita di tutti i giorni, e del suo Giovanni. Ci vuole il tradizionale siparietto finale, con la razionalità e il giudizio della Mabilia, per accendere ancora una volta, grazie ai Colombo, i riflettori sui valori della famiglia, della necessità di parlare e non lasciarsi isolare dalla tecnologia, per imparare a volersi bene davvero. Oltre due ore di spettacolo, che preludono al sempre emozionante gran finale, per ricordare che, nonostante i problemi e le difficoltà della vita, “non ci resta che ridere!”.
Insieme al tour teatrale, che li vedrà impegnati fino a maggio in tante città, I LEGNANESI passano dalle luci del palcoscenico a quelli del set, per le riprese di “Non è Natale senza panettone”, primo film per la TV prodotto da Mediaset, prossimamente in onda in prima serata su Retequattro. Il lungometraggio girato tra Legnano, Milano e Napoli racconta un nuovo capitolo della vita della Famiglia Colombo: questa volta I Legnanesi sono alle prese con lo sfratto dal cortile, raso al suolo per la costruzione de L’outlet del Pandoro. Assieme a numerose guest star provenienti dal piccolo schermo, “Non è Natale senza panettone” vede La Teresa, La Mabilia e Il Giovanni trasferirsi a Napoli, pronti a iniziare una nuova vita senza però rinunciare alle proprie tradizioni.
15 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
Amor y tango
Regia di Michele Placido
Musiche originali di Davide CavutiProduzione di Goldenart Production

Michele Placido
Un viaggio attraverso la parola e la musica con leit-motiv l’Amore e le musiche ispirate ai grandi compositori di Tango che vedrà come protagonista uno dei più grandi attori del nostro cinema e del teatro, Michele Placido accompagnato dalle musiche del maestro Davide Cavuti, compositore e suo storico collaboratore al cinema (“Il grande sogno”, “Vallanzasca – gli angeli del male”), e in teatro, (“I fatti di Fontamara”, “Così è se vi pare”).
Durante lo spettacolo, si potrà assistere all’interpretazione affidata all’attore e regista Michele Placido dei testi più emozionanti scritti dai grandi Poeti senza tempo con le musiche originali firmate dal Maestro Cavuti ed eseguite dal suo Ensemble.
Il titolo dello spettacolo trae origine dall’omonimo brando del compositore argentino Anibal Troilo Amor y Tango”.
Verranno eseguiti alcuni dei brani più celebri di Carlos Gardel e di Astor Piazzolla, a cui si aggiungono brani originali composti dal Maestro Davide Cavuti quali “Virinoj Tango”, “Tango Escape” brani che fanno parte di colonne sonore cinematografiche.
Placido è stato anche l’interprete di un testo di Davide Cavuti ispirato al dramma dei desaparecidos argentini intitolato “Yo soy José” racchiuso nel disco “Vitae” dello stesso Cavuti.
18 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene

Tullio Solenghi
Tullio Solenghi, in debutto nazionale, ci diletta con la lettura di alcuni esilaranti brani tratti dai libri di Woody Allen, coniugandoli con le musiche che hanno caratterizzato i suoi film più significativi, eseguite dal maestro Alessandro Nidi e dal suo Ensemble.
Si passerà così dai “Racconti Hassidici” alla parodia delle Sacre Scritture tratti da “Saperla Lunga” allo spassoso “Bestiario” tratto da “Citarsi Addosso”, intervallati da brani di George Gershwin, Tommy Dorsey, Dave Brubeck, con uno speciale omaggio al mentore di Woody, il sommo “Graucho Marx”, evocato dalla musica Klezmer.
Una serata in cui, in rapida carrellata, si alterneranno suoni e voci, musica e racconto in un’alternanza di primi piani a comporre un “montaggio” divertente e ipnotico.
19 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
Gran Gala della Danza

Il 18 Aprile avrebbe dovuto svolgersi il Gala per la Giornata Mondiale della Danza, a causa dell’emergenza sanitaria lo spettacolo è stato calendarizzato il 19 luglio nell’Arena all’aperto del Teatro Il Maggiore.
La Giornata Mondiale della Danza viene celebrata in tutto il mondo, decretata dall’Unesco, per richiamare l’attenzione su quella fondamentale disciplina e arte che è la DANZA, linguaggio universale che unisce i popoli al di là di confini e differenze di qualsiasi tipo. In quella giornata si attivano e si moltiplicano eventi e manifestazioni di ogni genere a dimostrare che la danza ha molte facce, sia nell’ambito dello spettacolo (classica, moderna, contemporanea) che nella tradizione popolare (folklore) e sociale (disciplina formativa, divertimento amatoriale).
Verbania intende celebrare quest’anno la Giornata della Danza – in realtà stabilita il 29 aprile – con un Gran Gala anticipato al 19 Luglio al Teatro “Il Maggiore”: uno spettacolo fastoso, con ospiti internazionali e la partecipazione della Compagnia EgriBiancoDanza che da sempre è stata in prima linea nel promuovere questa grande festa, che vede riunite tutte le istituzioni preposte alla danza nel Mondo. Lo spettacolo terrà conto anche della nuova normativa covid-19, sia per il pubblico ma anche per gli artisti in scena che presenteranno balletti in linea con il protocollo di sicurezza previsto per le rappresentazioni teatrali e nella fattispecie: coreutiche.
Ospiti d’eccezione due figure di spicco del panorama coreutico italiano e internazionale: Alessandro Macario, primo ballerino ospite del prestigioso Teatro San Carlo di Napoli, accompagnato dalla famosa Anbeta Toromani.
22 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
La Divina Commediola
Reading e commento de l’Inferno tratto dalla Divina Commedia di Ciro Alighieri

Tanti illustri personaggi hanno letto e commentato la Divina Commedia del grande Dante Alighieri. Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Purtroppo è stato reperito solo l’inferno e non in versione completa. Dopo un attento lavoro di ripristino si può finalmente leggere questo lavoro dimenticato che ha senz’altro affinità ma anche macroscopiche differenze con l’opera dantesca.
Intanto l’idioma utilizzato non è certo derivato dal volgare toscano ma è senz’altro più affine alla poesia napoletana. Si nota poi come il poeta abbia immaginato l’inferno come luogo di eterna detenzione non per i peccatori ma per le loro vittime! E non poteva trovare diversa soluzione in quanto le vittime sono i bambini ovvero i più deboli, coloro che non hanno ancora cognizione dei loro diritti e non hanno possibilità di difendersi. Così mentre resterà impunito chi ha colpito con le sue nefande azioni dei piccoli innocenti del terzo mondo, il Virgilio immaginato dall’antico poeta lo accompagnerà per bolge popolate da bambini depauperati per sempre di un loro diritto, di qualcosa che nessuno potrà mai restituirgli.
Giobbe Covatta ci legge la sua personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori: i contenuti ed il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri e spesso drammatici.
Conoscere i diritti dei bambini riconosciuti dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, conoscere i modi più comuni con cui questi diritti vengono calpestati equivale a diffondere una cultura di rispetto, di pace e di eguaglianza per tutte le nuove generazioni.
Drammaturgia sonora eseguita dal vivo da Francesco Medda Arrogalla

Michela Murgia
Manipolando gli strumenti democratici si può rendere fascista per anni un intero paese senza nemmeno dirla mai la parola “fascismo”, facendo in modo che il linguaggio fascista sia accettato socialmente in tutti i discorsi, buono per tutti i temi, come fosse una scatola senza etichette – né di destra né di sinistra – che può passare di mano in mano senza avere a che fare direttamente con il suo contenuto. Il contenuto. Ecco il problema essenziale.
Io e Pirandello
musiche di Dario Arcidiacono
scenografia di Massimo Voghera in collaborazione degli studenti dell’Accademia Albertina della Belle Arti di Torino
produzione esecutiva di Santi Lo Monaco

Sebastiano Lo Monaco
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti” (Luigi Pirandello)
Pièce interpretata e voluta fortemente da Sebastiano Lo Monaco, in cui la vita dell’attore siciliano e quella dello scrittore Luigi Pirandello si incontrano, si contaminano, si intrecciano e si sforano. Lo Monaco ci trasporta in una Sicilia lontana ma non dimenticata per farci riassaporare i sapori e gli odori della sua infanzia e della sua adolescenza: gli aneddoti della sua storia personale sono il filo conduttore per raccontarci l’incontro con il teatro attraverso la tragedia greca, (numerose in questa pièce le citazioni e le interpretazioni di autori come Sofocle ed Euripide), che lo porteranno poi, in età matura, all’incontro spirituale con Luigi Pirandello. Una somiglianza oramai anche fisica, quella tra l’attore e l’autore, che li ha portati a condividere idealmente le gioie e i dolori della vita. Pirandello un uomo infelice, una vita segnata dalla depressione, male del nostro secolo, dalla quale però può nascere la bellezza: questo accomuna questi due uomini di teatro che si sono succeduti nel ‘900. Ecco che allora in questa ora e mezzo di recital emerge un Pirandello poco conosciuto, un Pirandello delicato, intimo, a tratti ironico.
L’autore siciliano prende forma davanti allo spettatore per mostrarsi nei panni di un uomo come gli altri, capace però di mettere su carta le sfumature della realtà.
E attraverso di lui anche Lo Monaco si mette a nudo, si racconta intimamente per la prima volta sul palcoscenico, per mostrare la sua “maschera nuda”, il suo volto, segnato ma capace di trasmettere passione e calore. Sebastiano Lo Monaco e Luigi Pirandello spiritualmente insieme sul palcoscenico per raccontarci di un teatro vissuto visceralmente.
30 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
Scacco Matto – altre distanze in nuovi orizzonti
direzione artistica di Susanna Egri e Raphael Bianco
Light design e stage concept di Enzo Galia
Musiche J.Cage, J.S.Bach e Percussioni tradizionali giapponesi (Feroce Partita Reloaded)
Ezio Bosso, Olivier Messiaen ((Quartetto) per la fine del tempo)

Scacco Matto è uno spettacolo di danza contemporanea che vuole sfidare, vincere e piegare a sé ogni limite che l’emergenza sanitaria covid-19 ha imposto attualmente al mondo dello spettacolo. L’arte non si annulla ma si trasforma, ed ancor di più la danza. Il coreografo Raphael Bianco con la Compagnia EgriBiancoDanza, nonostante le nuove regole sul distanziamento fra gli artisti in scena, si interroga non solo sui limiti ma sulle opportunità delle attuali costrizioni, per rimodulare e ricreare nuove danze che nei limiti normativi, riescano comunque a farsi veicolo di messaggi, sentimenti, riflessioni, attraverso soluzioni coreografiche inedite, nuovi orizzonti creativi che metabolizzano le restrizioni per offrire arte.
Ecco quindi un dittico di danza contemporanea, dinamico, poetico e suggestivo dove al centro della ricerca coreografica è l’uomo con le sue inquietudini, battaglie e speranze. Un programma modulabile e adattabile a qualsiasi spazio anche in forma ridotta, due balletti dalle atmosfere differenti ma con un comune denominatore: l’uso delle distanze come elemento propulsore della ricerca coreografica,
E mentre il balletto “Feroce Partita” fu creato nel 2006 ed ha girato i principali Festival di danza in Italia e in Europa, ed di cui oggi viene riproposta in una nuova dimensione dove la distanza impone nuove soluzioni e variazioni rispetto alla coreografia originale, “(Quartetto) per la fine del tempo” è un balletto in prima regionale, che affonda le radici nell’esperienza emergenziale che ha travolto la nostra società con la Pandemia del Covid-19, per poi evolvere in qualcosa che travalica l’attualità e si fa veicolo di nuove suggestioni.
FEROCE PARTITA (RELOADED)
Il balletto Feroce Partita, su musiche di uno fra i più interessanti compositori della musica del nostro tempo, John Cage, integrate dai ritmi suggestivi, marziali e travolgenti di percussioni tradizionali giapponesi, e dall’intimità dei preludi di J. S. Bach, si ispira all’antico gioco indiano degli scacchi, metafora, in questo contesto, delle strategie di guerra e della manipolazione occulta. L’intero spettacolo è stato concepito per uno spazio a pianta centrale ed è però realizzabile anche in palcoscenici tradizionali.
PER L’EMERGENZA SANITARIA, PUR MANTENENDONE IL CONCEPT COREOGRAFICO, VIENE REALIZZATA UNA NUOVA VERSIONE CHE OTTEMPERA AI NUOVI LIMITI DI DISTANZIAMENTO IN SCENA FRA I DANZATORI.
(QUARTETTO) PER LA FINE DEL TEMPO
Ispirato all’omonima partitura di Olivier Messiaen, la parola quartetto rimane però fra parentesi poiché questo lavoro coreografico si rimodula a seconda degli spazi e può espandersi come restringersi a seconda delle necessità e delle possibilità logistiche sia in termini di spazio che di numero di danzatori, grazie alla sua struttura coreografica : una scrittura aperta alle circostanze.
Quattro personaggi fluttuano ognuno su una propria isola, preparano in solitudine il proprio corpo per affrontare gli altri, a dovuta distanza, nella misteriosa e affascinante impossibilità di toccarsi. I danzatori rendono il Quartetto per la fine del tempo un lavoro coreografico che vuole abbattere barriere e affermare il valore della danza anche mutilata e limitata nella sua libertà. La danza costretta viene rinnovata ad ogni rappresentazione grazie ad una partitura coreografica che ne permette soluzioni ed esiti differenti con un numero variabile di interpreti a seconda delle occasioni
In questo balletto viene utilizzato parte del Quartetto originario a cui vengono accostati alcuni brevi brani cameristici di Ezio Bosso, pianista e compositore di profonda sensibilità e umanità recentemente scomparso.
Olivier Messiaen compose il quartetto in situazione di grande difficoltà e prigionia durante la seconda guerra mondiale (Campo di concentramento di Görlitz in Polonia), Raphael Bianco si riallaccia idealmente a quella emergenza per metabolizzare quella di questo tempo, o meglio, per focalizzare l’attenzione sul passaggio fra il tempo che fu e quello che verrà, in uno spazio temporale dove tutto è possibile intriso di incertezza ma anche di speranza: un’umanità che agisce in prospettive inconsuete, inquieta, trasformata e fremente verso nuovi orizzonti.
31 luglio 2020 ore 21:00 Arena esterna
Treves Blues Band
ALEX “KID” GARIAZZO – chitarra, voce
MASSIMO SERRA – batteria
GABRIELE “GAB D” DELLEPIANE – basso

“70 IN BLUES” è il nuovo tour con cui la TREVES BLUES BAND sarà protagonista sui palchi di tutta Italia per celebrare come si conviene il suo leader, Fabio Treves, che nel 2019 ha festeggiato i suoi 70 anni di una vita dedicata al Blues.
L’avventura della TREVES BLUES BAND nasce nel 1974 quando un giovane armonicista di Lambrate decide di partire con una “missione impossibile”: divulgare i valori del Blues, la sua storia e i suoi grandi interpreti. L’armonicista in questione è Fabio Treves, da qui in poi ribattezzato il “Puma di Lambrate”, che con la sua band ha viaggiato in lungo e in largo per l’Italia e per il mondo e ha tenuto alta la bandiera del BLUES italiano. I suoi concerti sono un viaggio nella storia di questa musica, dai primi canti di lavoro a quello arcaico e campagnolo, dal blues elettrico di Chicago a quello più moderno.
Fabio Treves ha al suo attivo numerose collaborazioni con vere e proprie leggende del blues con cui ha suonato nel corso della sua carriera, come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones, Alexis Korner, Bob Margolin, Sam Lay, David Bromberg, Eddie Boyd e Mike Bloomfield. Ha ospitato nei suoi dischi e suonato dal vivo con Roy Rogers, Chuck Leavell, Willy DeVille, John Popper, Linda Gail Lewis, Warren Haynes ed è l’unico artista italiano ad aver suonato sul palco con il grande genio Frank Zappa. Il Puma ha prestato la sua armonica anche a molti artisti italiani, suonando nei loro dischi. Ne citiamo alcuni: Branduardi, Bertoli, Elio e le Storie tese, Finardi, Graziani, Shapiro, Baccini, Giorgio Conte, Ferradini, Cocciante…
01 agosto 2020 ore 21:00 Arena Esterna
Alberto Fortis

Alberto Fortis
Lo spettacolo ripercorre 40 anni di carriera del cantautore nato a Domodossola e milanese d’adozione, dall’uscita del disco d’esordio che portava proprio il nome dell’artista, Alberto Fortis, nel 1979, fino ad oggi.
La perfomance Piano&Voce esprime appieno l’intimità dell’artista attraverso i più celebri brani del suo ricco repertorio alternati a quelli frutto della sua creatività più recente.
Dal 1979 a oggi ha pubblicato 14 album, 2 cd live e diverse raccolte e ha venduto oltre un milione e mezzo di copie per le quali gli sono stati assegnati un disco di platino e due d’oro. Ai suoi lavori hanno collaborato alcuni fra i nomi più prestigiosi dello scenario internazionale,
da George Martin a Carlos Alomar, dalla London Philarmonic Orchestra a Bill Conti. La sua canzone ‘Il duomo di notte’ è nella classifica Rolling Stone dei cento brani fondamentali nella storia del pop-rock internazionale.
02 agosto 2020 ore 21:00 Arena esterna
Carmen, diario di un capolavoro
al pianoforte il Maestro Mirco Godio

Novara – teatro Faraggiana – Corpo e Anima – Lucilla Giagnoni – foto Paolo Migliavacca
Un viaggio immaginifico nella genesi di uno dei più noti capolavori del melodramma ottocentesco. Attraverso le parole della sua prima protagonista, Celestine Galli Marié, interpretata da Lucilla Giagnoni, lo spettatore verrà immerso nella storia del melodramma, gli intrighi, gli amori, i trionfi e le delusioni, mentre sul palcoscenico si dipanerà in una sorta di doppio binario la storia, il dramma di Carmen. Un diario inventato, ma calcato nella verità storica, che rivela le tribolazioni del debutto e la affermazione di una delle più belle e, oggi, più eseguite opere al mondo.
Personaggi e interpreti:
Celestine Galli Marié – Lucilla Giagnoni. Carmen – Giorgia Gazzola.
Micaela – Annarita Taliento.
Don José – Danilo Formaggia.
Escamillo– Mauro Trombetta.
Zuniga-Simone D’Eusanio.
Frasquita– Simona Pallanti.
Mercedes – Carlotta Linetti.
Dancairo – Luigi Varriale.
Remendado – Damiano Colombo.
Ensemble corale – coro San Gregorio Magno.
Maestro al pianoforte – Mirco Godio.
18 settembre 2020 ore 21:00 Arena esterna
La Sacre
con Luciana Savignano
con Luciana Savignano
e con la partecipazione di Matteo Bittante e dei giovani danzatori di DanceHaus

Giungono da ogni angolo, a piedi nudi e scortati dalle luci rosse, viola e aranciate del tramonto, plotoni di giovani, vigorosi, che danzano una partitura gestuale e sonora (quella originale di Stravinsky) che in un moto circolare avvolge tutto e tutti come in un abbraccio ancestrale. Al centro di questo rito di giovinezza, la figura di una Madre, Madre Terra che nelle sembianze della grande étoile Luciana Savignano, orchestra l’incedere dei suoi figli, giunti per richiamare dall’ombra e dal gelo la rigogliosa primavera. Perché invocare il ritorno della primavera è simbolo di rinascita e guarigione, ma anche di sacrificio: “che cosa sei disposto a sacrificare per rinascere?”.
Si può parlare ormai di un pezzo di storia, di valore intramontabile, tanto è vero che Le Sacre è un’opera che ritorna sempre e che dal suo debutto ha visto numerosissime repliche sia in teatro che occasioni di site-specific, coinvolgendo intere generazioni di danzatori.
Con noi anche l’apertura di CROSS Project giovedì 9 luglio.
09 luglio 2020 ore 21:30 Arena esterna
Graces
apertura CROSS Festival- walk edition 2020
danzatori Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo
disegno luci di Antonio Rinaldi
photo Giovanni Chiarot – Zeroidee
Premio Danza&Danza 2019 “Produzione italiana dell’anno”
Vincitore dell’azione CollaborAction#4 2018/2019 / Spettacolo selezionato a NID Platform 2019
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817. L’ispirazione è mitologica. Le 3 figlie di Zeus -Aglaia, Eufrosine e Talia- erano creature divine che diffondevano splendore, gioia e prosperità. In scena tre corpi maschili, tre danzatori dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto. Qui il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli, liberi, danzando il ritmo stesso della natura. In scena anche l’autrice Silvia Gribaudi che ama definirsi “autrice del corpo” perché la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts. Negli ultimi 10 anni Silvia Gribaudi si è interrogata sugli stereotipi di genere, sull’identità del femminile e sul concetto di virtuosismo nella danza e nel vivere quotidiano, andando oltre la forma apparente, cercando la leggerezza, l’ironia e lo humour nelle trasformazioni fisiche, nell’invecchiamento e nell’ammorbidirsi dei corpi in dialogo col tempo.
09 luglio 2020 ore 22:30 Foyer
Outdoor Dance Floor
apertura CROSS Festival – walk edition 2020
video di Daniele Spanò
luci di Luca Giovagnoli
Dj set Bunny Dakota (aka Martina Ruggeri\Industria indipendente)
photo Giulia Di Vitantonio
Produzione Chiasma, Roma con il sostegno di MiBAC – Ministero Beni e Attività Culturali in collaborazione con Fondazione Romaeuropa

OUTDOOR DANCE FLOOR_Salvo Lombardo
Outdoor dance floor di Salvo Lombardo | Chiasma è pensata come una piattaforma da ballo per spazi non deputati al clubbing, attraverso la quale lo spazio della sala da ballo è reinterpretato sia in spazi teatrali che in spazi non convenzionali come musei, spazi espositivi, foyer, locali commerciali, spazi urbani. Già nei suoi precedenti lavori il gruppo Chiasma ha individuato nello spazio fisico del music club e nella clubculture una dimensione ibrida in cui il ballo e la musica diventano territorio di liberazione dei corpi e occasione per l’affermazione di una “politica” del corpo che trascende convenzioni sociali e di genere. I performer Daria Greco e Salvo Lombardo, tessono i punti di un’azione coreografica basata su una serie di sequenze di movimento imitabili e sostenute dalla relazione con la pulsazione musicale, sonora e visiva di un live set multimediale, dove sonorità più ruvide dalla patina digitale e industriale incontrano l’estetica della musica techno per aprirsi a paesaggi synt pop, tropical, R&B ed innesti sinfonici.
Dopo l’azione coreografica dei performer il pubblico sarà invitato ad inserirsi nel flusso dell’azione per esperire, a sua volta, attraverso il ballo, nuove dinamiche relazionali, echi e riverberi del movimento. Outdoor dance floor vuole incarnare un atto di pura condivisione, socialità e aggregazione di corpi.
I biglietti potranno essere acquistati a partire da lunedì 22 giugno
– online sul sito ufficiale de Il Maggiore
– presso la biglietteria del Teatro la sera di apertura per gli spettacoli dalle ore 18.00
– presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico della sede municipale di Piazza Garibaldi 15 – Pallanza dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30.
Per gli spettacoli della stagione teatrale 2019-2020 che sono stati sospesi a causa dell’emergenza sanitaria e riproposti nella stagione estiva, i biglietti acquistati in precedenza sono automaticamente validi per le nuove date.
Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano, ha cortesemente presentato in video il progetto di collaborazione con Il Maggiore.
https://www.facebook.com/ilMaggioreVerbania/videos/969501833490527/