Il mondo dello spettacolo in lutto per la morte di Ilaria Occhini, attrice di inarrivabile eleganza

, , ,   

Il mondo dello spettacolo in lutto per la morte di Ilaria Occhini, attrice di inarrivabile eleganza

Ilaria Occhini in ‘Mine vaganti’

La serie di lutti non si arresta, ieri anche Ilaria Occhini se n’è andata. Con la discrezione che la caratterizzava e lasciando un vuoto enorme. L’attrice fiorentina, sposata dal 1966 con lo scrittore Raffaele La Capria, vanta una carriera esemplare: attrice televisiva, di cinema e teatro, ha lasciato il segno della sua intelligenza in ogni campo dello spettacolo. Il garbo raffinato che le era proprio e la lieve lontananza ironica che talvolta si rapprendeva in severità, le hanno permesso di distinguersi sul palcoscenico a lei tanto caro, lavorando da protagonista assoluta con i maestri del teatro italiano contemporaneo: da Luchino Visconti a Peppino Patroni Griffi, da Luca Ronconi a Massimo Castri, per il quale ha interpretato Gunhild Borkman (John Gabriel Borkman, 2002) ed Helene Alvig (Gli Spettri, 2004) con sfumature di raggelata modernità, sarcastiche e sottilmente crudeli.

Il successo è arrivato presto, tra gli anni ’50 e ’60, quando le sono stati assegnati diversi ruoli di rilievo negli sceneggiati televisivi dell’epoca. Del resto, il destino di Ilaria Occhini era già segnato: cresciuta tra arte e cultura, nipote di Giovanni Papini e del senatore Occhini, da giovanissima si iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma.

Ilaria Occhini

Il debutto avviene all’età di 19 anni: Ilaria Occhini ottiene il suo primo ruolo nel film Terza Liceo con lo pseudonimo di Isabella Redi. Ha conquistato poi il piccolo schermo con In televisione, diretto da Anton Giulio Majano, affermandosi negli sceneggiati L’Alfiere e Jane Eyre. In teatro debutta nel 1957 nell’Impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, con la regia di Luchino Visconti.

La sua carriera, così intensa ed eclettica, le ha fatto guadagnare il Pardo d’oro al Festival di Locarno per la migliore interpretazione femminile (Mar nero di Federico Bondi, 2008) e il David di Donatello nel 2010 come migliore attrice non protagonista in Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek per la profondità saggia e schiva del personaggio della nonna, custode di passioni antiche e mai svelate, più il Nastro d’argento alla carriera.

28 marzo 1934 – 20 luglio 2019

Author: Redazionale

Share This Post On