Teatro Argentina
8 ● 9 novembre 2018
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionalo
Spettacolo in lingua originale con sopratitoli in italiano
LA MALADIE DE LA MORT
liberamente tratto dal racconto di Marguerite Duras
regia Katie Mitchell
adattamento Alice Birch
con Laetitia Dosch (La donna), Nick Fletcher (L’uomo), Jasmine Trinca (Narratore)
realizzazione video Grant Gee
scene e costumi Alex Eales
musiche Paul Clark
suono Donato Wharton
video Ingi Bekk
luci Anthony Doran
orari spettacolo
ore 21.00
spettacolo consigliato ai maggiori di 18 anni
produzione C.I.C.T. – Théâtre des Bouffes du Nord
coproduttori associati Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Théâtre de la Ville-Paris, Le Théâtre de Liège
coproduzione MC2:Grenoble, Edinburgh International Festival, Barbican/London, Stadsschouwburg Amsterdam, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Metastasio-Prato, TANDEM scène nationale
in collaborazione con Mayhem
grazie alla Comédie-Française
La celebre regista Katie Mitchell è protagonista sul palcoscenico del Teatro Argentina con la sua prima regia in lingua francese, La maladie de la mort di Marguerite Duras, una rilettura in chiave cinematografica di un testo che esplora il confronto uomo-donna e mantiene una dimensione misteriosa da thriller psicologico. Una relazione inconsueta, inquieta, ambigua, nella quale la Duras si insinua per raccontare l’impossibilità di una intimità autentica, emotiva, sessuale. Infatti, La Maladie de la mort è un racconto profondamente vicino ai temi della controversa scrittrice, autrice del celeberrimo romanzo L’amante.
La storia è quella di un uomo che aspetta una donna in una stanza d’albergo. È notte, perché il loro accordo prevede che lei arrivi di notte, silenziosa, remissiva. Tutto ciò che l’uomo vuole, lei deve farlo, e per questo riceverà un compenso. Il prezzo non è importante: l’uomo vuole imparare come si ama, cosa significa conoscere un corpo femminile, notte dopo notte. Ogni volta l’uomo guarda dormire la donna, e questa intimità è trasmessa per mezzo di tre telecamere che filmano simultaneamente gli attori: il pubblico vede attraverso gli occhi dell’uomo, amplificando l’effetto voyeuristico dell’allestimento.
Un punto di vista cinematografico che Katie Mitchell condivide con Duras per restituire la profondità di un rapporto incentrato sulla dominazione maschile e sull’impossibilità di amare. Nulla può unire il divario che separa l’uomo e la donna. Sono inconciliabili. È questa la “malattia della morte” di cui parla Duras e su cui si interroga Katie Mitchell attraverso un adattamento cinematografico in presa diretta che restituisce in scena la profonda esplorazione dell’intimità, del genere, della pornografia, del sesso.