Teatro Villa Pamphilj Roma 28-30 sett: Teatro + “Malatempora” + Festival “Le vie del jazz”

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TEATRO VILLA PAMPHILJ

Venerdì 28 settembre, ore 16,30 – Ingresso libero

A cura di Ass. Malalingua e Teatro Verde:

OPEN DAY Master Verde

Giornata dedicata al Laboratorio di teatro e drammaturgia rivolto a ragazzi dai 15 ai 19 anni

da ottobre a maggio il venerdì alle ore 15.30

Open day 28 settembre al Teatro Villa Pamphilj per conoscere tutte le attività del corso di teatro dedicato ai ragazzi dai 15 ai 19 anni che prenderà il via a ottobre. Il laboratorio di teatro e drammaturgia è un incontro. Un incontro con sé stessi e con gli altri. Un incontro con le parole. Un momento di studio dove poter approfondire i propri mezzi espressivi, vocali e corporei all’interno di un gruppo di lavoro. Un’esperienza di condivisione e collaborazione per capire le potenzialità dell’ensemble: lavorare insieme è il primo obbiettivo da raggiungere. Il laboratorio è, inoltre, un’occasione per sviluppare una crescita individuale e collettiva, partendo dalle diversità. La diversità è una ricchezza che ci rende unici, prenderne coscienza e valorizzarla è il nostro punto di partenza. Il laboratorio è un percorso che inizia dal silenzio e dall’ascolto, dall’osservazione dell’altro e dalla consapevolezza di noi stessi per giungere infine alla parola, alla creazione di un testo nato dalla necessità, spontaneità, creatività del gruppo di ragazzi. Attraverso giochi di teatro, esercizi di tecnica, percorsi di improvvisazione, rielaborazione di testi, prove di scrittura collettiva arriveremo alla creazione di un gruppo e di un testo, elaborato dai partecipanti al laboratorio, che andrà in scena a fine corso.

 

Sabato 29 settembre, ore 11.30 – Ingresso libero

PRESENTAZIONE LIBRO

“MALATEMPORA” di Daniela Amenta

La Grande bellezza? Non pervenuta. La Caput per una volta esce a gamba tesa dalle cartoline, dalla retorica e dai luoghi comuni per mostrarsi com’è. Faticosa, disperata, cinica, terribile. Figlia del Dio Marte e di una mamma lupa feroce. Quindi guerriera e mignotta in pari grado. Ma anche esilarante, assurda, divertente. Cattivissima.

Malatempora, il nuovo libro di Daniela Amenta, edito da Edizioni All Around, è un diario lungo due anni. Sottotitolo “Roma ai tempi di Virginia Raggi”. Si parte dal commissario Tronca fino alle nemesi di Spelacchio. Una città raccontata dai finestrini degli autobus, dalle stazioni della metro, dai condomini della periferia a Sud, là dove il Tevere incontra il mare e la folla dei lavavetri bangla che si dividono la Colombo con le prostitute. Una città popolata da personaggi tragicomici che resistono come possono all’infinito casino di una metropoli che ancora non ha imparato ad essere tale e sogna di rimanere un paesone disteso oltre l’hinterland. Gli scandali, le gaffe, le elezioni, le promesse, l’arrancare quotidiano ma soprattutto la tempra di chi alla fine vuole bene all’Urbe eterna. Tra gag fulminanti, battutacce, flash, scritte sui muri e un filo di malinconia si dipana il filo di una città unica, insondabile e pazza. Roma, cioè.

Daniela Amenta è giornalista, ex capo delle culture e degli spettacoli de l’Unità. Ha scritto di musica sulle principali testate specializzate e ne ha parlato a lungo dai microfoni della Rai, conducendo Stereonotte e Notturno Italiano. E’ stata caporedattore di Epolis e dell’Unità, direttore di Radio Città Futura. Per Baldini&Castoldi ha pubblicato nel 2015 il romanzo “La ladra di piante”, e nel 2017 per Cni “Freak Out – Psicofisiologia di un genio”, saggio dedicato alla vicenda umana e artistica di Freak Antoni. E’ tra gli autori di “FuoriRoma”, il programma di Concita De Gregorio per Rai3. Ha la tessera Atac.

 

domenica 30 settembre, ore 11,00 – Ingresso libero

Scuola Popolare di Musica Testaccio & Donna Olimpia

presentano

FESTIVAL “LE VIE DEL JAZZ”

Secondo appuntamento del festival “Le Vie del Jazz”.

Un inedito racconto della storia del jazz attraverso i contesti storici e culturali che hanno generato influenze, commistioni, geniali intuizioni, contaminazioni affidato ad un gruppo di musicisti che illustrerà gli incontri con ascolti guidati, filmati e musica dal vivo realizzati come veri e propri “racconti concertati”.

Anche in questa occasione verranno toccate, conosciute ed ascoltate le varie “anime” del jazz e le molteplici culture che, partendo dal blues e dal gospel, hanno via via arricchito questo linguaggio fino a renderlo un vero e proprio esperanto della musica.

Un linguaggio comprensibile in quasi ogni parte del mondo, un luogo di trasformazione ed un veicolo di incontro culturale senza precedenti.

 

CORTOCIRCUITI

di Antonio Apuzzo e Mauro Cardi

per trio jazz e ensemble

prima esecuzione assoluta

con

Orselli/Apuzzo/Lalla Trio:

Antonio Apuzzo, sassofoni e clarinetti

Sandro Lalla, contrabbasso

Mauro Orselli, batteria

e

Freon Ensemble

Massimo Bartoletti, tromba

Indiana Raffaelli, contrabbasso

Rodolfo Rossi, percussioni

Stefano Cardi, chitarra e direzione

L’idea di Cortocircuiti nasce da una vecchia amicizia che risale alla fine degli anni ’70, quando Antonio Apuzzo, Mauro e Stefano Cardi fondarono, con altri musicisti, la Scuola popolare di Musica di Villa Gordiani e fa seguito a un progetto precedente, Luz, eseguito in diretta RAI RadioTre nel 1997.

Il tema è quello dell’incontro, tra musicisti di aree diverse, la musica contemporanea e il jazz.

La struttura di Cortocircuiti, similmente ad un Rondò, alterna dei Refrain (TUTTI, scrittura deterministica), a degli Episodi (SOLI, scrittura libera/aleatoria, improvvisazione). I Refrain si sviluppano linearmente, come variazioni a catena. Gli Episodi, in cui i tre solisti improvvisano sulle griglie predisposte dagli autori, elaborano ciascuna un diverso tassello dei materiali del Refrain. Rispetto alla riconoscibilità e alla continuità dei Refrain, gli Episodi procedono per discontinuità, arrestano la linearità del processo principale per soffermarsi sull’elaborazione di alcuni dettagli.

Il rapporto tra il trio e l’ensemble oscilla tra antagonismo e fusione, ma questi due estremi non vanno riferiti semplicisticamente ai diversi retroterra da cui procedono i due autori (fusione = scrittura predeterminata, prevalenza dell’ensemble; antagonismo = improvvisazione, prevalenza del trio jazz); la scommessa anzi consiste proprio nel suo opposto: ridisegnare ogni volta la configurazione del complesso che, combinando i 3 con i 4 dà luogo a un gruppo modulare di 7 elementi. La stessa scelta degli interpreti è stata da ciò suggerita, un trio di jazzisti idonei anche ad integrarsi all’ensemble quando il decorso formale del pezzo lo richiede e la partitura è scritta in maniera puntuale e dall’altro lato un ensemble i cui componenti fossero “culturalmente” e per sensibilità vicini all’improvvisazione. Più che sull’accostamento tra trio e ensemble il cortocircuito avviene dunque nell’accostamento dei linguaggi e dei mondi espressivi. Da questo punto di vista l’operazione, che non vuole certo allinearsi a esperienze definibili di “contaminazione linguistica” (categoria anzi a nostro avviso abusata e spesso mistificatrice), vuole piuttosto collocarsi, esplorandola compositivamente, su quella zona di confine in cui naturalmente si toccano le forme più sperimentali della musica d’oggi e che in precedenza, pur provenendo da esperienze diverse, abbiamo come compositori e interpreti più volte lambito.

Prima del brano di Apuzzo/Cardi verrà eseguito da Stefano Cardi alla chitarra, in omaggio a Third Stream, Toccata for solo guitar di Gunther Schuller.‌

Author: Redazionale

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