Teatro di Roma. Dal 22 maggio “La classe operaia va in paradiso” di P. Di Paolo (Teatro Argentina)

  

Dal Cinema al Teatro  -22 \ 27 maggio al Teatro Argentina*

LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO

liberamente tratto dal film di Elio Petri

(sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro)

di Paolo Di Paolo

regia Claudio Longhi

con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia,

Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini

scene Guia Buzzi – costumi Gianluca Sbicca

luci Vincenzo Bonaffini – video Riccardo Frati – musiche e arrangiamenti Filippo Zattini

regista assistente Giacomo Pedini; assistente alla regia volontario Daniel Vincenzo Papa De Dios

Produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

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Dal 22 al 27 maggio al Teatro Argentina a completare l’attenzione al mondo del lavoro, dopo Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro, l’affresco corale prodotto dal Teatro di Roma come progetto speciale Mibact, e che ha inaugurato lo scorso settembre la stagione, ecco La classe operaia va in paradiso, adattamento per il palcoscenico del film di Elio Petri (1971), diretto da Claudio Longhi, su drammaturgia di Paolo Di Paolo e con protagonista Lino Guanciale, ad aggiornare l’affresco di un’epoca alle questioni bollenti dell’oggi. Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti: industriali, sindacalisti, studenti, nonché alcuni dei critici cinematografici più impegnati dell’epoca, si ritrovarono parte di uno strano fronte comune contro il film.

E la pellicola non ha così avuto una grande fortuna in Italia, nonostante la Palma d’Oro a Cannes e la galleria di stelle presenti, fra cui Gian Maria Volonté, Mariangela Melato e Salvo Randone. La vicenda dell’operaio Lulù Massa, stakanovista odiato dai colleghi, osannato e sfruttato dalla fabbrica BAN, che perso un dito scopre per un istante la coscienza di classe, si intreccia qui con le vicende che hanno accompagnato la genesi e la ricezione contestatissima del film. Infatti, accanto ai grotteschi personaggi della pellicola, si alternano sulla scena lo sceneggiatore e il regista, qualche spettatore e alcune figure curiose e identificative della nostra letteratura a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Lo spettacolo è costruito attorno alla sceneggiatura di Elio Petri e Ugo Pirro, ai materiali che ripercorrono la loro officina creativa, a come il film è arrivato al pubblico di ieri e di oggi, e a piccoli capolavori della letteratura italiana di quegli anni, ricomposti in una nuova tessitura drammaturgica dallo scrittore Paolo Di Paolo.

Il tutto poi è intessuto dentro le seducenti e algide geometrie musicali di Vivaldi, rielaborate originalmente per l’occasione e “rotte” qua e là da canzoni dolci e amare dell’Italia alla fine del boom. A quasi cinquant’anni dal suo debutto sui grandi schermi, si torna allo sguardo scandaloso ed “eterodosso”, ferocemente grottesco, del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia del nostro Paese, con le sue ritornanti accensioni utopiche e i suoi successivi bruschi risvegli.

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Ufficio Stampa Teatro di Roma:

Amelia Realino

tel. 06. 684 000 308 I 345.4465117

 *Dello spettacolo ha già scritto Matteo Brighenti da Firenze, durante le repliche del Teatro della Pergola

Author: Redazionale

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