Il Servizio Pubblico del Premio Pulitzer (testimonianza di una conversazione)

Da New York*

Il Servizio Pubblico del Premio Pulitzer

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“Lei stava su una scala in bilico, ma col cavolo che io sono andato a tenergliela. Stava cercando dei documenti nello scaffale più alto dell’archivio, rischiava di cadere,ma io non voglio finire nei guai ed essere accusato di averla importunata guardandole le gambe…..sono rimasto al mio posto.” Il marito italiano racconta alla moglie americana la sua giornata in ufficio. Lei lo guarda incredula. “hai fatto male-dice- non hai capito niente. non sono quelle le situazioni di molestie che noi donne stiamo denunciando.” Lui taglia corto:“ Meglio non rischiare. A questo ci avete portato. Non sappiamo più come comportarci”. Io assisto alla conversazione che avviene intorno ad un tavolo durante una cena tra amici in una casa del Financial District di Manhattan. Provo a intervenire. “ Guarda che una donna sa distinguere una molestia o un ricatto sessuale da un aiuto dato ai piedi di una scala traballante.

“ Qui gli uomini sono terrorizzati. Meglio farsi i fatti propri”, mi risponde il mio amico e capisco che la confusione ormai dilaga dopo l’esplosione dello scandalo Weinstein portato alla luce da due testate giornalistiche, il NewYork Times e il The New Yorker con Ronan Farrow che hanno vinto i giorni scorsi il prestigioso Premio Pulitzer per le loro inchieste sulle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Il Pulitzer è una cosa seria negli Stati Uniti. Il New York Times quest’anno ne ha vinti ben tre, 125 da quando il riconoscimento fu istituito nel 1917. “Servizio Pubblico” si chiama la sezione che ha premiato le inchieste sulle molestie. Con i loro articoli di denuncia al fianco delle vittime di molestatori seriali come il ricco produttore Weinstein, i giornalisti hanno acceso un dibattito nel paese che ha scoperchiato situazioni professionali umilianti, oltre il mondo del cinema,ed è dilagato fuori i confini degli Stati Uniti.

Il loro lavoro ha fatto la differenza ed è questo che noi giornalisti dovremmo sempre avere come obiettivo. Fare la differenza, perchè essere utili alla società ci rende indispensabili. Non essere Servizio Pubblico, per citare la sezione del Pulitzer, ci rende ininfluenti. I giornalisti del New York Times e del The Ney Yorker e le loro fonti hanno subito minacce,attacchi e ritorsioni ma non si sono fermati e hanno portato alla luce accordi segreti di risarcimenti sostanziosi e storie nascoste, seppellite nelle anime delle vittime dando vita ad una riflessione collettiva che sta toccando ogni aspetto della società americana.

C’è rabbia, c’è confusione,è vero, come dimostra la conversazione che ho raccontato all’inizio di questo articolo, ma questa rivoluzione culturale che è in atto negli Stati Uniti sta portando aria nuova e migliore. Le donne hanno trovato il coraggio di dire che cosa non va bene,perchè un giornalismo serio e impegnato si è schierato al loro fianco e non ha esitato davanti alle pressioni,tante, dei potenti di turno. …Eh si…Provo un po’ di invidia. (*Articolo21)


Author: Tiziana Ferrario

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