Al Quirino di Roma, “La signora delle camelie”. Il classico della commozione

  

Il classico della commozione

“La signora delle camelie” al Quirino di Roma

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Come è noto, il romanzo di Dumas dispiega la storia di Margherita Gautier (Marianella Bargilli), cortigiana bellissima cos ìchiamata perché frequenta i teatri portando con sé un mazzo di quei fiori che, secondo il colore, segnalano la sua disponibilità ai clienti. Di lei s’invaghisce Armando Duval (Ruben Rigillo), giovanotto senza soldi che le fa una corte appassionata e sincera, al punto da intenerire il cuore di quella donna spregiudicata e amante del lusso. Margherita s’innamora di lui, abbandona il conte che la mantiene e s’indebita, nonostante l’amica Prudance (Silvia Siravo) la esorti a non buttar via le sue fortune.  Lo stesso Armand si espone a un rischio, perché la loro non può essere una relazione socialmente accettata. Il padre di Armand (Carlo Greco) infatti, per paura che il figlio si rovini e rovini la famiglia, lo va a cercare ordinandogli di interrompere il rapporto, anche perché il buon partito che la sorella sta per sposare, saputa la situazione, ha ritirato la disponibilità al matrimonio …

Romanzo celeberrimo di Dumas figlio, pubblicato nel 1848, ha ispirato numerose riduzioni teatrali e cinematografiche. La più famosa è “la Traviata” di Giuseppe Verdi. Sono, infatti, le melodie dell’opera verdiana – tra cui la popolarissima “Libiam ne’ lieti calici” – ad accompagnare la rappresentazione, diretta e adattata da Matteo Tarasco e supportata da un cast convincente, che emoziona grazie alla capacità mimica e alla voce, in una scenografia minimalista che si avvale unicamente di luci e ombre, nebbie colorate, una chaise long, un candeliere acceso, per comunicare l’inconfondibile aria parigina del tempo. Scrive Matteo Tarasco nelle note di regia: <<Bisognerebbe poter mostrare i quadri che sono sotto i quadri”, diceva Pablo Picasso. Mettendo in scena quest’opera ci proveremo, consapevoli che sul palcoscenico, come nella vita, noi vediamo “persone”, non vediamo “storie”, e tanto meno sentiamo “pensieri”. Ciò che si svolge davanti ai nostri occhi sul palcoscenico non è una storia: uno spettatore vede semplicemente persone, attori che mimano>>. Operazione riuscita perché attraverso dettagli essenzializzati il pubblico si commuove.

Un’ora e mezza di spettacolo senza intervallo, il tempo esatto che tiene alto tutto l’interesse e la magia di questo melò che supera le epoche. I personaggi femminili rappresentati al Quirino hanno un’indipendenza e una consapevolezza che attinge al nostro presente ma non stride in donne, per forza di cose, fuori dalle regole come Margherita e Prudance.  “La signora delle Camelie” è, infatti, una dura critica dell’assoggettamento al denaro e di una società ipocrita che sfrutta sessualmente una donna per poi gettarla via, quando prevalgono i pregiudizi di casta, di ceto, di ruolo. Un j’accuse di quel perbenismo di facciata che esiste ancora. Il romanzo di Dumas fils nei fatti trae origine da una storia d’amore autobiografica, durata quasi un anno, con Marie Duplessis, celebre cortigiana con la quale Dumas visse in campagna a Saint Germain en Laye, periodo che lo scrittore immortalò nel suo capolavoro.

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Produzione Gitiesse Artisti Riuniti


MARIANELLA BARGILLI  RUBEN RIGILLO   SILVIA SIRAVO
con CARLO GRECO

LA SIGNORA DELLE CAMELIE

da Alexander Dumas fils
costumi Accademia Costume&Moda, Roma – 1964

diretta da Andrea Viotti
musiche Mario Incudine
luci Gigi Ascione

adattamento, scene e regia MATTEO TARASCO

 

*Testo redatto da Bruna Alasia per Articolo21.org

Author: Redazionale

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