Giuseppe ARDIZZONE- Stardust Memories. Basta dire Bogey….


Stardus Memories

BASTA DIRE BOGEY

Mito e vita, in lui, poco coincidevano

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Humphrey  Bogart,”Bogey”, è  stato uno dei primi volti del cinema americano che ho imparato ad amare. Mentre nelle sale affollate dei cinema di periferia della fine degli anni anni‘50, inizi degli anni ‘60,  partecipavamo al rito collettivo delle risate a crepapelle guardando il grandissimo Totò, Nino Taranto o Peppino (senza dimenticare tutti gli altri eroi del cinema italiano), ci esaltavamo con i film western e i grandi Kolossals della storia romana come “ la Tunica”o “Ben Hur” o seguivamo con interesse la commedia americana che ci mostrava la ricchezza e la modernità del Paese che aveva vinto la Guerra e le prime tensioni giovanili di “Gioventù Bruciata”, l’arrivo della televisione ci permise di scoprire il grande cinema americano degli anni precedenti ed a cavallo della guerra.

La televisione ci faceva vedere , comodamente seduti nella poltrona di casa,  tantissimi films e conoscere, con i suoi cicli dedicati,i maggiori registi ed attori americani.
Vedevamo così il James Stewart  de” La vita è meravigliosa” o Spencer Tracy o  appunto H. Bogart che dapprima ci mostrò il suo  lato peggiore , quello  rude e cattivo del gangster, per poi  incarnare il perfetto detective ne “ Il mistero del falco” e nel “ grande sonno” per poi, più maturo e vissuto, rappresentare tutti noi in storie d’amore dense di sentimento  come “ Casablanca “ e Sabrina”.
Humphrey DeForest Bogart nasce a New Yorkil  25 dicembre 1899. Giovanissimo, finite le scuole superiori,decide di arruolarsi volontario in marina, appena dopo l’entrata in  guerradegli Stati Uniti nel primo conflitto mondiale.

Terminato il servizio militare, un amico d’infanzia, figlio di un produttore teatrale, gli procura dei lavori dietro le quinte dei palcoscenici di Brooklyn e successivamente lavora stabilmente a Broadway  recitando in ben ventuno produzioni sino al 1929.Dopo una prima esperienza cinematografica deludente ritorna  sulle scene teatrali ed in quel periodo stringe una grande amicizia con Spencer Tracy , che durerà  tutta la vita. Tra il 1932 e il 1935 partecipa ad altre sette produzioni teatrali, l’ultima delle quali è “La foresta pietrificata” di Robert E. Sherwood. Gli viene assegnata la parte di Duke Mantee, pericoloso killer evaso, mentre la parte del protagonista va all’amico Leslie Howard. Quando la Warner Brothers compra i diritti de” La foresta pietrificata” e decide di realizzarne un film, grazie all’amicizia di Leslie Howard riesce ad ottenere  il ruolo di Duke per cui era stato scelto in precedenza  Edward G. Robinson.

Il film esce nel 1936 e Bogart guadagna una serie di entusiastiche recensioni.
Le pellicole interpretate da Bogart a tutto il 1940 sono ben trentanove. Benché molto spesso calato in personaggi minori, riuscì egualmente  a mostrare  la sua capacità d’interpretazione di ruoli drammatici.
Oltre al già citato “La foresta pietrificata”, ricordiamo “Strada sbarrata” e soprattutto “ Gli angeli con la faccia sporca”
Ricordiamo ancora “ I ruggenti anni Venti” e “Strada maestra”, quest’ultimo diretto da Raoul Walsh.
Una grande interpretazione che porrà Bogart all’attenzione generale sarà tuttavia  nel 1941“Una pallottola per Roy”, ancora una volta per la regia di Walsh.

Sempre del 1941 è l’altro film che impone Bogart come grande protagonista:” Il mistero del falco”, che vede esordire alla regia  il suo amico John Huston. Il personaggio di Sam Spade è destinato a caratterizzare la figura di Bogart nell’immaginario collettivo con il suo classico  impermeabile chiaro, il  cappello floscio a larghe tese e l’eterna sigaretta all’angolo della bocca molto simile, per noi appassionati della lettura dei romanzi di Salgari, all’ “ ennesima sigaretta” del tenebroso Yanez de Gomera.
Huston lo dirige nuovamente in “Agguato ai tropici” del 1942.

E’ quasi marginalmente che  Bogart incontra, a quel punto, uno dei film più importanti della sua carriera. Il film a basso costo, diretto da Michael Curtiz e basato su una sceneggiatura più volte cambiata in corso d’opera, diventerà un classico della storia del cinema ed otterrà l’Oscar per il miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura non originale. Stiamo parlando di “Casablanca” e dell’importante storia d’amore vissuta dai due protagonisti,Humphrey Bogartassieme a Ingrid Bergman,in una  splendida Parigi per poi ritrovarsi  a Casablanca, in Marocco, durante gli anni della guerra.

Nel 1944 Bogart recita nel film “Acque del Sud” tratto dal romanzo “Avere e non avere” di Ernest Hemingway, dove incontra  e s’innamora della giovane e bella esordiente Lauren Bacall.
La coppia si sposa nel 1945 e lavorerà ancora insieme sul set de “Il grande sonno”(The Big Sleep) un film del 1946 diretto da Howard Hawks. Avvincente la trama  tratta da un romanzo di Chandler  e magnifica l’interpretazione di Bogart e della Bacall.

Nel 1948 John Huston offre all’amico Humphrey un altro capolavoro,” Il tesoro della Sierra Madre.” Un film pieno d’avventura e di forti passioni
E’ ancora John Huston a offrirgli un altro ruolo da antologia nel film “ La regina d’Africa” in cui duetterà con Katerine Hepburn e per cui finalmente Bogart conquisterà l’Oscar per la migliore interpretazione maschile protagonista.
Dopo La regina d’Africa, Bogart, ormaial vertice della sua carriera, può permettersi di scegliere i copioni a lui graditi. Uno dei film che interpreterà è uno dei miei preferiti e si chiama “Ultima minaccia (Deadline – U.S.A.), del 1952 diretto da Richard Brooks. In esso Bogart interpreta il ruolo di un direttore di un giornale che si oppone alla cessione del quotidiano dopo la morte dell’editore per portare a termine una campagna contro un’organizzazione criminale.

In questo ruolo Bogart appare come uno degli esponenti di quell’America Liberal ed impegnata civilmente che tanto ha affascinato lo spettatore europeo.
Dopo diversi altri films come “ Essi vivranno”, sulla guerra di Corea, la commedia “Non siamo angeli”, “La mano sinistra di Dio” e “ Il tesoro dell’Africa”, arriva un altro film indimenticabile :” Sabrina” , in cui Bogart  duetta con una stupenda Audrey Hepburn. E’ particolare pensare  come sia  in “Casablanca”,sia anche in questo film, la citta di Parigi rimanga nello sfondo o nell’orizzonte di questa storia d’amore.
Intensa e forte l’interpretazione di Bogart nel film successivo “L’ammutinamento del Caine”, che gli fa ottenere la terza candidatura all’Oscar.

Con “Ore disperate” (1955) Bogart torna,dopo molti anni, ad interpretare la figura di un gangster: uno spietato criminale che, evaso dalla prigione assieme ad alcuni suoi complici, tiene in ostaggio una tranquilla famiglia. Film molto intenso ed in cui Bogart viene spesso odiato dallo spettatore per ilruolo svolto.
Il colosso d’argilla (The HarderThey Fall) è un film successivo del 1956 diretto da Mark Robson. Girato in bianco e nero, è ambientato nel mondo del pugilato ed è liberamente ispirato alla figura di Primo Carnera.

Fu mentre girava questo film che Bogart accusò i primi sintomi del male che lo avrebbe ucciso nel gennaio 1957, pochi mesi dopo l’uscita del film nelle sale, avvenuta il 9 maggio 1956. Si trattava di un cancro. Scompariva così uno dei simboli del cinema americano che rimarrà per sempre nel nostro cuore con le sue belle ed intense interpretazioni.


-(https://ilcielopienodistelle.blogspot.it/2017/07/bogey.html)

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