Cannes 2017, decimo giorno di un festival ancora a caccia di un favorito
La giornata di ieri ci ha consegnato un probabile favorito come migliore attore, il Robert Pattinson di Good Time dei fratelli Safdie, irriconoscibile nei panni di un criminale di mezza tacca, un ruolo che sembra aver convinto tutti gli addetti ai lavori. Mancano solo tre film per chiudere il concorso di Cannes 2017, oggi è la volta di Fatih Akin e François Ozon. Ecco i loro film.
In the Fade (Aus Dem Nichts) di Fatih Akin
Une delle novità più interessanti dell’ultimo quindicennio è l’emergere di una cinematografia turca di alto livello, germinata nonostante o forse grazie a un paese altamente contraddittorio. Nomi come Nuri Bilge Ceylan, Semih Kaplanoğlu e, in un certo senso, anche Fatih Akin, che è di nascita e nazionalità tedesca, ma la sue origini (è figlio di immigrati turchi) sono più che visibili, a partire dal film, La sposa turca, che l’ha imposto all’attenzione internazionale, Orso d’oro a Berlino ed EFA, l’Oscar europeo, vinti nel 2004. E il suo sguardo, pure nei documentari – Crossing the Bridge (2005, sulla scena musicale di Istanbul), Müll im Garten Eden (2012, sull’apertura d’una discarica nel villaggio turco da cui provengono i suoi genitori) – è attentissimo alla realtà del suo paese d’origine.
Fatih Akin sulla Croisette aveva vinto dieci anni fa il premio per la migliore sceneggiatura con Ai confini del Paradiso, storia in cui, come spesso predilige, mantiene uno sguardo a cavallo tra Oriente e Occidente. Accade lo stesso quest’anno col suo ritorno in concorso a Cannes 2017 con In the fade, da lui diretto e scritto, ambientato ad Amburgo, città natale del regista, storia di una donna, Katja, la cui vita viene stravolta dalla morte del marito e del figlio in un attentato nella comunità turco-tedesca della città. La polizia arresta i due presunti colpevoli, una coppia di neonazisti, ma per la vedova la giustizia non è abbastanza e medita vendetta.
Per la storia di In the fade “sono stato ispirato dagli omicidi neonazisti degli anni Duemila – ha dichiarato Fatih Akin – il gruppo neonazista National Socialist Underground ha messo a segno una serie di omicidi a sfondo xenofobo tra il 2000 e il 2007 in tutta la Germania. Per me, di origine turca, tutto ciò era sconvolgente. Per il personaggio di Katja mi sono concentrato sul concetto di vendetta. Katja è una donna dalla propria morale e da una concezione personale del termine giustizia. In un certo qual modo, incarna qualcosa di assopito che esiste in ognuno di noi e che tale dovrebbe rimanere sempre. In the Fade – conclude il regista, offrendo una chiave di lettura del film – è diventato per me un film molto personale: sebbene sia bionda e con gli occhi azzurri, Katja è il mio alter ego”.
L’Amant Double di François Ozon
Arriva a Cannes 2017 il quarto e ultimo film francese in concorso. E fino a oggi non si può dire che le cose siano andate troppo bene alla compagine di casa: se è stato apprezzato 120 Battements par minute di Robin Campillo, dall’altro altro lato i due biopic su Rodin e Godard, rispettivamente di Doillon e Hazanavicius, sono stati i due film più stroncati dell’intera kermesse. A risollevare le sorti del cinema francese allora è chiamato un habitué dei festival come François Ozon, alla sua quarta presenza – fino a oggi non ha mai vinto nulla.
Il prolifico cinquantenne regista parigino meno di un anno fa aveva partecipato al festival di Venezia con Frantz, raffinato (e cinefilo, vista la parentela con una pellicola di Ernst Lubitsch) film storico in bianco e nero sulle ferite dei reduci della prima guerra mondiale. Stavolta, con L’amant double, torna a bordeggiare i generi, spostandosi sul territorio del thriller e del noir.
Al centro della vicenda Chloé, una donna sensibile che si innamora del suo psicanalista. Ma dopo aver iniziato fiduciosamente una convivenza, la donna scopre lati inquietanti dell’uomo, che le ha nascosto molti aspetti della sua personalità. Il trailer è perfetto con il suo mix di amori torbidi e psicanalisi, desiderio e suspense, erotismo e minaccia, per ingolosire i cinefili a colpi di riferimenti hitchcockiani (e depalmiani). Ozon pesca i suoi due protagonisti tra attori che hanno già lavorato con lui, la folgorante Marine Vacht di Giovane e bella (anche questo passato a Cannes nel 2013) e il Jérémie Renier di Potiche – La bella statuina. “I ruoli principali di L’Amant Double erano molto difficili – ha dichiarato il regista a Variety – avevo bisogno di lavorare con degli attori che si affidassero completamente a me e ai quali mi sentissi vicino. Quando ho messo Marine e Jérémie una accanto all’altro è scattata una chimica immediata, erano affascinanti da guardare”. Insieme a loro, Ozon tira fuori dal cilindro anche l’iconica presenza di Jacqueline Bisset.
Stefano Fedele (www.optimaitalia.com)