Franco LA MAGNA- Un classico ‘ritrovato’ (“Il Cavaliere Petagna” di L. Capuana al Teatro Brancati, Catania)

 

Lo spettatore accorto

 


UN CLASSICO RITROVATO


 

 

 

 

 

Tuccio Musumeci e Guia Jelo

 

“Il Cavaliere Petagna ” di Luigi Capuana, chiude la stagione del Teatro Brancati di Catania

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Un duetto esilarante tra un vecchio notaio semirimbambito e semitartagliante (il rodato e ammirato Tuccio Musumeci) e la fedele fantesca di casa (un’ansiogena e comicissima Guia Jelo), introduce in casa Petagna (un misurato Miko Magistro), ricco “cavaliere” catanese che non perdona alla figlia (Maria Rita Sgarlato) la “fuga” e il matrimonio contratto anni prima con un giovane a lui non grato e dal quale sono nati due figli. Nemmeno la notizia della morte improvvisa del detestato genero e le accorate suppliche della donna ridotta all’indigenza, ora “pentita” e invocante il perdono del padre – insieme ai buoni auspici d’un bonario parroco (Turi Giordano) e dello stesso notaio – sembrano scuotere gli anatemi dell’incrudelito Petagna, invaghitosi nel frattempo d’un’equivoca canzonettista (una svolazzante Evelyn Famà, divenuta alla bisogna credibilmente “parmense”). L’apparizione finale dei due frugoletti piegherà il nonno rinsavito a più miti propositi e finalmente al definitivo perdono.

Foto inedita di L  Capuana a Milano (collezione Frontini)

“Il cavaliere Petagna” (tradotta in vernacolo dallo stesso autore in “Lu cavalieri Pidagna”) tenue, evanescente, commedia degli affetti familiari come scoperta dei reali fondamenti dell’esistenza, scritta in pochi giorni da Luigi Capuana, in vacanza ad Acireale, e portata in scena per la prima volta nel 1904 dal grande Giovanni Grasso (quindi da una vera e propria legione dei più noti e meno noti attori isolani), chiude come riproposta di un “classico” del teatro siciliano la fortunata stagione del Teatro “Brancati” di Catania, seguitissimo nella città etnea da un pubblico di “aficionados” e di nuovi abbonati che di anno in anno (fortunatamente) ne incrementano il botteghino.

Commedia minore dello scrittore di Mineo, insieme a Verga e De Roberto componente della triade dell’eccellenza etnea, “Il cavaliere Petagna”, incipit del teatro comico siciliano avverso a quello “fatto solo di sangue e coltellate”, due volte trasposto sul grande schermo con esiti modestissimi (nel 1924 per la regia di Mario Gargiulo e nel 1932 con il titolo “Zaganella e il cavaliere” regia di Gustavo Serena e Giorgio Mannini) supera, con l’accorta regia di Giuseppe Romani (che non a caso apre con due ammirate colonne del teatro isolano, Tuccio Musumeci e Guia Jelo), il labile e retorico tessuto narrativo, affidando la comicità agli stretti duetti, ai lazzi,  alle buffe movenze e alla provata esperienza d’un cast che non delude le attese degli spettatori. Immancabile, per quanto schernita, la figura del mafioso (Riccardo Maria Tarci) che presta favori a pagamento all’attempato cavaliere, fatto “cornuto” sotto i suoi occhi dalla giovane “settentrionale” in carriera.

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“Il cavaliere Petagna” di Luigi Capuana                                                                                          

Intepreti: Miko Magistro, Tuccio Musumeci, Guia Jelo, Evelyn Famà, Turi Giordano, Riccardo Maria Tarci, Maria Rita Sgarlato, Cristian Gozzo, Guia Bucceri; scene Giuseppe Andolfo; costumi sorelle Rinaldi; musiche Pippo Russo; luci Sergio Noè.

Regia Giuseppe Romani

Author: admin

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