J. Frank PICKETT- La leggiadria dello schiacciasassi (racconto)

 

Io racconto

 


LA LEGGIADRIA DELLO SCHIACCIASASSI

 


 

 

 

 

 

 

Ovvero: la fantasia del verosimile

°°°°

 

C’ERA UNA VOLTA…no, un momento, bisogna spiegare meglio cos’è uno schiacciasassi. L’origine dello schiacciasassi è incerta, anche se recenti ricerche attribuiscono l’invenzione del rullo compressore a Giuseppe Marini, attorno al 1925. In attesa di notizie più attendibili, possiamo intanto accennare alla parentela di questo enorme “aggeggio” compattatore . Il trisavolo veniva chiamato Ariete e veniva impiegato per abbattere mura nemiche; una parentela alla lontana può essere considerata quella dell’irruente Black Decker (Deck per gli amici), mentre l’enorme masso utilizzato per abbattere le case pericolanti o decrepite non ha nome, ma possiamo vederlo all’opera nel finale del film “Prova d’Orchestra”, mentre sfonda mura maestre mandando tutto e tutti a quel paese, strumenti musicali, orchestranti, rivalità, narcisismi e rotture d’ogni sorte e natura.

Lo schiacciasassi non serve solo a cementare l’asfalto, a tamponare buche assassine: esso, alle volte, viene utilizzato per livellare persone, asfaltarle appunto sì da renderle innocue, simili a sogliole fritte. Ora narreremo di una storia esemplare , quasi una fiaba, adatta sia per bambini che per adulti e… chi vuol capire, capisca. Quello che vi si narra ha dell’incredibile, sembra verità vera, realtà vissuta. Vera o no io non ci credo (come dice Crozza quando teme ritorsioni). Non ci credo, anche perché, malgrado i fatti descritti assumano sovente toni inquietanti e surreali, non può averli scritti né Kafka né André Breton, buonanime.
Gi accadimenti si svolgono, o potrebbero svolgersi, in qualsiasi paese della vecchia, cadente Europa. Noi scegliamo San Marino che, essendo di piccole dimensioni meglio si presta a rappresentare il carattere transnazionale del vecchio Continente.

C’era una volta una ragazza non ancora sedicenne che, in una brutta sera di primavera, lungo una strada priva di illuminazione e di strisce pedonali, venne investita (come pedone) da una macchina, come dire, “di rispetto”. Cosa significa “di rispetto”? Significa che al volante non c’era un semplice cittadino bensì una persona importante, fai conto un famoso cantante, un attore, un politico, un maresciallo, un allenatore, fate voi. Alla ragazzina diamo il nome di Carlotta, che fa rima con botta. E la botta fu veramente forte: trascinata per quasi venti metri e sbattuta in terra come uno straccio, perse denti, condili, mascella fracassata, due braccia spezzate e sangue dall’orecchio. Poverina, direte. Beh, si, forse. Poteva andare meglio. O peggio. La vita è fatta di punti di vista, è l’angolazione che conta. Era meglio lasciarci le penne o portare i segni, fisici e psichici per tutta la vita?

Ricoverata d’urgenza venne tenuta legata con una specie di camicia di forza per circa un mese, però aveva la fortuna di muovere le dita delle mani. Era anche divertente vederla mangiare attraverso una cannuccia. Colmo della sfortuna, questa ragazza aveva due genitori pazzoidi che, fuori di testa, si misero in testa di chiedere un risarcimento danni alla Compagnia Assicuratrice, se non altro per coprire parte delle ingenti spese mediche sostenute e da sostenere (oltre 70 mila sesterzi). Ora tutti sappiamo quanto la giustizia di San Marino sia lenta, farraginosa e, all’occorrente, corrotta. La causa di risarcimento venne affidata ad avvocato dall’aspetto gradevole e dal parlare fino che, profittando del momento drammatico che ottenebrava i genitori, peraltro digiuni di cause, si fece firmare un documento che gli assegnava il 25% del futuro, probabile risarcimento. Il Giudice non esitò un attimo nell’assegnare alla ragazza una cifra consistente, come anticipo, in attesa della sentenza definitiva.

Che ci mise dieci anni per arrivare, grazie a dodici rinvii di udienza (ma cos’è che non funziona a San Marino?), di semestre in semestre. Le motivazioni di questi rinvii erano quantomeno risibili: dalla disinfestazione del Tribunale a scioperi o malattie di avvocati, elezioni, cambi ripetuti di giudici che, ahimé, ogni volta dovevano cominciare daccapo. Ma il ritardo di tre anni derivò soprattutto dalla “sparizione” del voluminoso Fascicolo, che conteneva al suo interno anche l’assegnazione di cui sopra (provvisionale). L’avvocato della ragazza pensò bene di farsi dare subito il famoso 25%, una sommetta con cui era possibile (e forse lo è stato) acquistare una macchina di grossa cilindrata, tacendo sull’annullamento, o comunque sul blocco, della provvisionale (non s’è capito bene) avvenuta proprio negli stessi giorni. Non solo lui (l’avvocato dalle maniere soft) ma neppure la controparte comunicò alla ragazza o ai suoi genitori che la provvisionale doveva essere restituita alla controparte!

C’è anche da dire che quest’ultima, che chiameremo Liverpool in omaggio ai Beatles (molto popolari a San Marino), misteriosamente non chiese in dieci anni detta restituzione favorendo, senza volerlo, l’avvocato della ragazza, che poté allegramente spendere il bottino (20 mila sesterzi sull’unghia, senza neppure emettere fattura). Chissà chi sarà stato a far sparire il faldone al Palazzo di Giustizia, il nostro stesso avvocato ? La Liverpool? Una provvidenziale manina? non è dato sapere: tuttavia il fascicolo venne faticosamente ricostruito dai genitori, dato che l’avvocato-25% aveva ben altro da fare. Costoro, con la grossa cifra della provvisionale, e nulla sapendo, si dettero a spese pazze e scellerate, tipo pagare radiologi, psicologi, specialisti, gnatologi, dentistii ecc..

Arrivando al punto da far operare quattro volte la figlia, onde renderle il volto accettabile e farle vivere una vita normale. Pretesa assurda. Dieci anni dopo si concluse il processo di Primo Grado, una vera farsa, con l’avvocato della vittima che, alla lettura della sentenza sfavorevole, disse questa frase “è andata male” (sic!).

Adesso però bisogna fare il punto di come funzionano i processi a San Marino. Facciamo conto che l’esame del voluminoso fascicolo venga affidato ad una giudice che si è sempre occupata di tutt’altre cause. Una giudice piuttosto chiacchierata nell’ambiente, nota per non leggere mai i fascicoli. Ma lei è fatta così: affida il tutto ad un perito che lei stessa nomina e poi, acriticamente, prende per buona la perizia ed emette la Sentenza facendo copia-incolla.

Semplice no? Del resto ci sono arretrati pazzeschi a San Marino e occorre velocizzarli questi processi. Ora non è dato sapere se tal perito sia stato (pesantemente) “avvicinato” o meno dalla controparte, fatto sta, che a giudizio di tutti gli ascoltati, avvocati medici legali ed esperti, questa perizia sembra scritta dalla Liverpool e non da un perito che ha prestato giuramento. “Ma come è possibile essere massacrati come pedone e perdere la causa?” (vox populi). Ma tant’è. La ragazza si vede respinta la richiesta di danni (cd. legge del Menga, operante anche a San Marino) ed anche obbligata a restituire la provvisionale avuta dieci anni prima.

Ecco che qui entra in scena il citato schiacciasassi che livella, per conto delle assicurazioni-piovra, vite umane : in prossimità del quinto intervento chirurgico, la ragazza si vede arrivare un precetto di pignoramento, delicatamente pervenuto a domicilio nel pieno delle feste natalizie. La controparte spedisce il precetto il 24 dicembre 2016, come regalo di Natale; l’Ufficiale Giudiziario di buon’ora bussa alla porta il 27: pagare 80 mila sesterzi entro pochi giorni, oppure ti pignoro tutto quello che trovo, pensioni comprese. Cosa regolarmente accaduta.

Se non è un rullo compressore questo, se non è puro sadismo questo, nel pieno Anno della Misericordia di Papa Francesco, sponsorizzato e sbandierato sui media dalle maggiori Compagnie Assicuratrici, come lo chiami, “rullo della pietas”? 
Ma c’è un lato positivo: noi abbiamo la fortuna di abitare in Italia, un Paese civile dove la Giustizia funziona, dove non esiste la corruzione, gli avvocati fanno gli avvocati e non tengono famiglia, periti e giudici non si fanno “avvicinare” da nessuno. Peggio per chi abita a San Marino.

Author: admin

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