A proposito di un recente contributo artistico della regista Luisa Mariani, cui InScena\Scènario ha dato ampio spazio, pubblichiamo una missiva della scrittrice Maria Sandias
Nella foto (da sinistra a destra): Mario Valdemarin, Maria Sandias, Armando De Ceccon, Liliana Paganini, Paolo Minnielli, Gianluca Pantosti, Elisabetta Misasi
IN MARE APERTO
Cara Luisa,
poche parole qualche giorno dopo la lettura del mio lavoro “ In mare aperto”, finalista al Premio Cendic- Segesta, nell’accogliente Biblio-Caffè di via Ostiense a Roma.
Poche parole per ringraziare Luisa Mariani regista. Per me, pur nella versione ridotta del testo proposta, è stato un bell’incontro.
Avevo notato, durante le nostre brevi conversazioni “ da sconosciute” per telefono, che avevi letto il mio testo con attenzione.
L’ho constatato poi durante la lettura in pubblico che tu avevi curato quando ti ho avvertita al mio fianco.
Sono stata sorpresa dal silenzio del pubblico che pareva seguire, condividere il viaggio di Giacomo, il protagonista, in cerca del padre. E ho avuto l’impressione forse infantile, utopica del crearsi di un cerchio, un “insieme”.
Gli attori, guidati da te, mi sono sembrati, aderire alla parte, pronti a trasferirsi nel personaggio proposto. Hanno rispettato le pause che denotavano, emozione, incertezza o che davano spazio e risalto alla parola o alla battuta che seguiva.
La regista era con me. Dava tempi e suono alle parole che io avevo scritto. E la parole mi arrivavano, a volte, come rinnovate, capaci di sorprendere ed emozionare anche me.
Ancora una volta la prova che la parola, scritta per una scena teatrale, deve essere suonata per consistere nella sua verità di relazione fra esseri umani.
E, in parallelo al mio scritto, affidati alla voce della giovane attrice, i versi di Omero, come uno scorrere d’acqua in cui ognuno di noi può ritrovarsi.
Bello anche il dopo lettura, quando tante sono state le domande del pubblico. Ed è certamente cosa buona. Un lavoro teatrale deve suscitare domande. Domande all’autrice sul motivo delle sue scelte per questa o quella situazione, su altre soluzioni possibili, su un finale diverso.
E dopo, a luci spente,a gruppo scomposto, poche parole di qualche spettatore o spettatrice scambiate con l’autrice in tono confidenziale per considerazioni del tutto personali sulle vicende proposte dal testo.
Così difficile una completa messa in scena, così difficile affrontare la scommessa dell’utilià dello scrivere; questi incontri sono un motivo per credere ancora nella funzione del teatro che è un cercare, un cercarsi nel percorso di vita di ogni essere umano.
Sognando, sperando in una completa messa in scena del mio “ Mare aperto”, continuerò a pensare che vale la pena dire, vale la pena scrivere. Grazie, Luisa,quel pomeriggio teatrale è stata una bella esperienza.
Maria Sandias
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