Pubblichiamo la relazione recentemente svolta da Liliana Paganini presso la Casa delle Traduzioni\Biblioteche di Roma a proposito della mise en èspace di “Pandora”- Coordinamento artistico di Luisa Mariani. Interpreti: Cosimo Frascella, Martina Querini, Giorgio Sales.
PANDORA, LA PRIMA DONNA
Da sinistra, seduti: Luisa Mariani, regista, Patrizia Monaco, drammaturga, Roberto Trovato, professore associato di drammaturgia all’università di Genova.
In piedi, da destra: Cosimo Frascella, Giorgio Sales, Martina Querini,
attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma
Un testo di Patrizia Monaco
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Il mito di Pandora mi ha affascinato e incuriosito sin da piccola, il mio libro di favole preferito era “La leggenda Aurea degli Dei e degli Eroi”, della raccolta La Scala D’Oro, appartenuta a mia madre. Da bambini si è “naturalmente” curiosi, la curiosità spinge la conoscenza e quindi l’esperienza del mondo che ci circonda. Se date una scatola a un bambino, cercherà immediatamente di aprirla.
Mi inquietava questa storia: la curiosità quindi era pericolosa per sé e per l’umanità! Pandora apriva la scatola e liberava tutti mali, se ne accorgeva e richiudeva in tempo per trattenere la sola Speranza.Ma si deve considerare che senza i nostri predecessori curiosi, che hanno messo a repentaglio le loro vite per sperimentare, noi non avremmo raggiunto il progresso scientifico ed economico che ci appartiene.
Pandora Bonomi, nel testo presentato da Patrizia Monaco al Premio Segesta, è una giornalista d’assalto che sta compiendo un’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Pandora è figlia di un giornalista, scomodo, ucciso in circostanze misteriose. Le indagini sulla morte del padre sono state insabbiate. La professione di giornalista si basa sulla curiosità, sull’aprire i vasi chiusi, sul portare alla luce la verità. Il testo si dipana come una Spystory sin dall’inizio: con la frase inquietante “La curiosità ha ucciso il gatto”.
Due personaggi oltre la protagonista, un portiere che presenta una vecchia scatola abbandonata in cantina dalla madre di Pandora e un uomo del quale cambiano in continuazione l’identità e le intenzioni.
Pandora è soprannominata “Primadonna” per le sue frequenti apparizioni televisive, proprio come nel mito: Pandora è la prima donna creata da Efesto e voluta da Zeus per punire Prometeo d’aver regalato il fuoco agli uomini. Creata ad arte curiosa. Come Eva che era stata tentata a mangiare i frutti dell’albero del bene e del male. Curiosa e disobbediente, come Lillith, che, come il primo uomo creata dalla terra, non voleva sottomettersi ad Adamo. Ma abbiamo visto che la curiosità porta conoscenza, consapevolezza e quindi libertà di giudizio.
Pandora Bonomi s’interroga sul perché i genitori abbiano deciso di chiamarla così, sul destino che le è stato riservato. Lo sceneggiatore Christopher Vogler nel suo “il viaggio dell’eroe” spiega che un protagonista, per essere credibile e interessante deve raggiungere dei traguardi alla fine di un testo o di una sceneggiatura. Deve tornare dal viaggio con l’Elisir. Pandora, alla fine del testo di Patrizia Monaco raggiunge,con sorprendente qualità teatrale, tre obbiettivi: ottiene le notizie che cercava per la sua inchiesta, fa luce sulla morte del padre e in ultimo comprende il destino che la riguarda e che porta con sé il suo nome.
Liliana Paganini, drammaturga, attrice, pittrice e Rosario Galli, drammaturgo, regista, docente Università Roma Tre