Umberto ROSSI- Genova. Due sere a Teatro (“Momenti di trascurabile infelicità”, “L’isola degli schiavi”)
Da Genova*
DUE SERE A TEATRO
“Momenti di trascurabile in/felicità” di Francesco Piccolo
Regia: Giorgio Gallione
Interpreti: Ugo Dighero, Maurizio Lastrico
Scene: Lorenza Gioberti
Luci: Aldo Mantovani Genova, Teatro dell’Archivolto
Francesco Piccolo (1964) è uno scrittore e sceneggiatore italiano, autore di due libri (Momenti di trascurabile felicità, 2010 e Momenti di trascurabile infelicità, 2015) da cui Giorgio Gallione ha tratto lo spettacolo Momenti di trascurabile in/felicità, affidandosi all’arte due comici di grande forza espressiva come Ugo Dighero e Maurizio Lastrico.
I due danno vita a numerose citazioni di capitoli del volume con inventiva e gusto. In meno di due ore snocciolano un vasto catalogo di fobie, tic, abitudini e conformismi, piccoli piaceri inaspettati e contrattempi. Sono citazioni e racconti di sentimenti e piccoli fatti di vita dietro cui è facile cogliere problemi e “danni” che segnano il nostro quotidiano. Si va dalla paura – attrazione per il diverso (Il bambino giapponese) alla cattiveria che nasconde frustrazioni profonde (Il posto prenotato in treno), dagli acri umori emanati dall’inferno coniugale ai mille piccoli incidenti che segano una qualsiasi giornata e di cui gli altri neppure si accorgono. E’ un catalogo esilarante e terribile in cui ritroviamo vari aspetti della nostra vita di tutti i giorni.
Certo, verrebbe voglia, dopo aver letto i libri o visto lo spettacolo, di rinunciare almeno ai più evidenti e disturbanti di questi “accidenti”, se non sorgesse il dubbio che (è ricordato nelle note di regia), come con i bastoncini dello shanghai, se tirassimo via “la cosa” che meno ci piace delle persone che amiamo comunque, ne verrebbe via anche tutto quel resto che piace di più.
Il regista ha rinnovato uno dei miracoli a cui ci ha abituati: con pochi materiali – qui alcuni sgabelli e vari tendoni bianchi e arricciati – ha realizzato uno spettacolo bello e ricco di significati, soprassalti plurimi.
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“L’isola degli schiavi”di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, versione italiana Carlo Repetti.
Regia: Irina Brook
Interpreti: Duilio Paciello, Martin Chishimba, Elena Gigliotti, Marisa Grimaldo, Andrea Di Casa.
Scene: Noëlle Ginefri
Luci: Alexandre Toscani
Teatro Stabile di Genova, Théâtre National de Nice
“L’isola degli schiavi” di Pierre de Marivaux (1688-1763) e stato rappresentato per la prima volta nel 1725 alla Comédie Italienne. Racconta di un’isola misteriosa su cui naufragano due ricchi padroni con i loro servi.
Qui vige una legge che costringe schiavi e signori a scambiarsi ruoli e vestiti prima di ritornare nel mondo, redenti da rancore e arroganza. E’ una sorta di rappresentazione della lotta di classe cent’anni prima delle teorizzazioni di Karl Marx (1818 – 1883) in cui sono denunciate sia la violenza dei padroni, sia il rancore e le umiliazioni subite dai servi.
L’attrice e regista Irina Brook (1962), figlia de grande teatrante Peter e di Natasha Parry, ha preso in mano questo testo per una coproduzione fra il Teatro Stabile di Genova e il Théâtre National de Nice, uno spettacolo che ha come protagonisti quasi esclusivamente ex allievi della scuola dello Stabile genovese.
L’ambientazione è moderna con i naufraghi che sbarcano sull’isola dopo un disastro aereo, i costumi sono dei nostri giorni o occhieggiano agli anni della belle époque, la scena – pochi arredi piantati su una distesa di sabbia – è funzionale e intenzionalmente furori dal tempo. Ne risulta una proposta accattivante e originale la cui portata pacificatrice ha il buon sapore di un’utopia che riconcilia personaggi e classi.
Una nota di merito per gli interpreti fra cui Martin Chishimba, che si è fatto le ossa alla prestigiosa scuola dello stabile milanese, e Marisa Grimaldo formatasi alla scuola dello stabile di Genova. In poche parole una proposta intelligente e interessante da non perdere.
*Ringraziamo U. Rossi, collega di Cinemasessanta e direttore di Cinemaeteatro.com