PERSONAL SHOPPER
Dal 13 aprile, nei cinema italiani, Personal Shopper di Olivier Assayas, Premio per la Miglior Regia a Cannes 2016. Protagonista Kristen Stewart. Distribuzione Academy Two.
Maureen è una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper. Ha l’incarico di scegliere i vestiti ideali, con un budget stratosferico a disposizione, per una star esigente di nome Kyra. Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti. Cerca un contatto con l’aldilà per poter salutare definitivamente il fratello gemello Lewis, recentemente scomparso e per riappacificarsi con la sua perdita. Inizierà a ricevere ambigui messaggi inviati da un mittente sconosciuto. Entrerà in contatto con una presenza spettrale ma non è sicura che si tratti di Lewis.
CAST ARTISTICO
MAUREEN Kristen Stewart
INGO Lars Eidinger
LARA Sigrid Bouaziz
ERWIN Anders Danielsen Lie
GARY Ty Olwin
IL POLIZIOTTO Hammou Graïa
KYRA Nora Von Waldstätten
VICTOR HUGO Benjamin Biolay
CASSANDRE Audrey Bonnet
JÉRÔME Pascal Rambert
PRESS AGENT CHANEL Aurélia Petit
PRESS AGENT CASA DI MODA A LONDRA Olivia Ross
PRESS AGENT CASA DI MODA A PARIGI Thibault Lacroix
ASSISTENTE AL PHOTO SHOOT Calypso Valois
FOTOGRAFO Benoit Peverelli
CARDIOLOGO Dan Belhassen
AVVOCATO DI KYRA Léo Haidar
ADDETTO ALLA RECEPTION DELL’HOTEL Mickaël Laplack
COMMESSO CARTIER Vianney Duault
ADDETTO ALLA RECEPTION DI LOUBOUTIN Célia Ouallouche
AUTISTA Khaled Rawahi
COMMESSA Julie Rouart
CAST TECNICO
SCRITTO E DIRETTO DA Olivier Assayas
PRODOTTO DA Charles Gillibert
PRODUTTORE ESECUTIVO Sylvie Barthet
COPRODOTTO DA Artemio Benki, Fabian Gasmia
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Yorick Le Saux
SCENOGRAFO François-Renaud Labarthe
SOUND DESIGN Nicolas Cantin, Nicolas Moreau, Olivier Goinard
COSTUMISTA Jürgen Doering
MONTAGGIO Marion Monnier
CASTING Antoinette Boulat
ASSISTENTE ALLA REGIA Dominique Delany
DIALOGHI Christelle Meaux
TRUCCO Thi Than Tu Nguyen
ACCONCIATURE Morgane Bernhard
Una coproduzione CG Cinéma con Vortex Sutra, Sirena Film, Detail Films,
Arte France Cinéma e Arte Deutschland/WDR
Con la partecipazione di Arte France, Arte Deutschland/WDR, Canal +, Ciné +
Con il support del Czech Tax rebate, del Czech Minority Coproduction Fund e
del Tax Shelter of the Belgian Federal Government via Scope Invest
INTERVISTA CON KRISTEN STEWART
Pensava che avrebbe lavorato di nuovo con Olivier Assayas così presto, solo due anni dopo Sils Maria?
No, ma sapevo che a lui piace lavorare con le stesse persone, gli stessi attori e tecnici. In fondo ci speravo, abbiamo lavorato benissimo nel film Sils Maria e io mi aspettavo che prima o dopo avremmo lavorato nuovamente insieme in un progetto creativo. Non potevo immaginare che sarebbe stato così presto. Sono una buona amica del produttore di Assayas, Charles Gillibert. È il primo che mi ha raccontato che Assayas stava scrivendo una nuova sceneggiatura. Eravamo a Cannes per Sils Maria, sinceramente era la prima volta che mi trovavo con un gruppo di persone che lavoravano così in armonia. Non avrei voluto lasciarli. Ci aiutavamo a vicenda, sono stata molto fortunata. Così quando Olivier mi ha proposto di interpretare Personal Shopper devo ammettere che ero molto contenta ma non così sorpresa. Volevamo continuare la nostra esperienza come gruppo.
Si potrebbe pensare che in lei Olivier Assayas abbia trovato non solo un’attrice ma la persona ideale che incarna il tipo di giovane donna che voleva raccontare nel suo film. Lei potrebbe dire lo stesso di Assayas? Che incarna il regista che stava cercando?
In fondo si, entrambi abbiamo lavorato con tante persone. Ma noi abbiamo in comune una forma di comunicazione non verbale che è perfetta nella nostra professione. Noi non parliamo molto ma ci capiamo ed abbiamo molti interessi in comune e anche la curiosità per le stesse cose. È molto divertente lavorare con lui.
Come le ha spiegato Assayas Personal Shopper?
Mi ha raccontato che stava scrivendo una sceneggiatura molto semplice, che la stava scrivendo per me e che sperava che mi sarebbe piaciuta. Quando ricevetti la sceneggiatura ero terrorizzata all’idea di dover chiamar Oliver o il produttore e dovergli spiegare che il ruolo non era adatto a me. E invece l’ho letta e sono rimasta molto impressionata. Era molto diverso da Sils Maria. Pensavo di conoscere Olivier ma non capivo come poteva essergli venuta in mente questa storia. Mi ha fatto scoprire degli aspetti nascosti della sua personalità. In Personal Shopper Olivier è stato capace di evocare mondi invisibili senza nominarli. Penso che questo film sia più personale di Sils Maria. Più che analitico penso sia un film sensuale e profondamente umano. Olivier è un regista cerebrale che in questo film riesce ad esprimere emozioni molto intime.
Personal Shopper affronta temi non comuni nel cinema francese, come fantasmi e spiritismo, ma rimane abbastanza differente dai thriller americani che trattano il soprannaturale.
Si, in Sils Maria, Maria, interpretata da Juliette Binoche e il mio personaggio Valentina discutono di cinema. Sono in disaccordo su un film che hanno visto sui mutanti nello spazio. Valentina sostiene che c’è molta più verità nei film di fantascienza o nei fantasy che in molti film impegnati. Questi film usano simboli e metafore, ma non lo fanno in maniera superficiale e negli ultimi anni hanno affrontato gli stessi argomenti ed esaminato gli stessi soggetti di cui sono oggetto i film che trattano esplicitamente di psicologia. È divertente pensare che Olivier ha tratto letteralmente spunto per questo film da una frase di Sils Maria. Personal Shopper è anche un film di genere, molto diverso da quelli proposti dagli autori francesi. È un film di genere che sceglie di non spaventarci con i fantasmi ma ci offre invece una riflessione profonda sulla realtà e pone quello che secondo me è l’interrogativo più terrificante sulla vita: “sono completamente sola o posso entrare veramente in contatto con qualcun altro?”
Qual è stato l’aspetto più difficile durante le riprese di Personal Shopper?
Interpreto la parte di una giovane donna, molto sola, completamente isolata e triste. È stato molto impegnativo interpretare il personaggio. Anche quando interpretavo scene con altri personaggi non potevo mai avere un vero rapporto con loro. Era come se fossero tutti fantasmi. Come se non fossi una persona compiuta, completa. Non poteva esserci un vero rapporto tra me e gli altri perché sentivo di non esistere veramente.
Questa situazione mi ha fatto sprofondare in uno stato di angoscia. Ringrazio di essere stata sempre circondata da persone che mi amano e che non mi hanno fatto mai sentire sola. Sono stata molto fortunata. Se l’atmosfera durante le riprese non fosse stata così positiva e amichevole, sarei uscita devastata da questa esperienza.
Maureen odia il suo stato di Personal Shopper così come odia la sua boss ricca e famosa. Inoltre le è stato espressamente proibito di provarsi i vestiti.
Maureen è affascinata dalle stesse cose che odia. Sta attraversando una crisi d’identità. Mi piace il fatto che non è rappresentata come una femminista nemica della superficialità della società del consumismo. Sta combattendo una battaglia interiore. È molto attratta da questo mondo dove la sua carriera sta prendendo forma ma si vergogna per questa attrazione.
La storia si svolge nel mondo della moda contemporanea ma potrebbe essere ambientato nella Hollywood degli anni ‘30. Non so se le cose erano migliori o peggiori di adesso. Le persone sono sempre state attratte da tutto quello che brilla come le falene.
Personal Shopper parla di lutto ma è anche la storia dell’emancipazione di una giovane donna che cerca la libertà attraverso uno strano percorso.
Si, i periodi più importanti della mia vita sono spesso stati preceduti da disastri. I momenti di serenità o di soddisfazione spesso arrivano dopo eventi traumatici.
Ti puoi sentire più viva se la morte ti è passata vicino. Alla fine del film, anche se non ha trovato quello che stava cercando, Maureen è pronta a ricominciare.
Come si è preparata al ruolo di Maureen? E quanto è stato importante l’aspetto fisico per il suo personaggio?
Molto importante. Volevo che il pubblico si sentisse come Maureen, un gemello alla ricerca della simbiosi che aveva perso quando il fratello era morto. L’ho immaginata con un look molto semplice, quasi androgino. Il suo aspetto riflette il suo amore/odio per il mondo della moda. Motivo per cui la scelta dei vestiti era molto importante. Riguardo la preparazione del film, ho letto la sceneggiatura solo una volta, non ho voluto rileggerla. In questo modo ho scoperto le scene sul set ogni giorno. Non ho dovuto imparare niente di specifico per questo film. Olivier ha preferito girare nella prima parte dell’anno così poi ho potuto proseguire con il film di Woody Allen dove interpreto una ragazza giovane, affascinante, femminile e piena di voglia di vivere. Non mi sentivo in grado di lavorare contemporaneamente su entrambi i film. Non mi sono preparata ma sapevo dove poter trovare quello di cui avevo bisogno.
Avete girato nelle strade di Parigi con la troupe di Personal Shopper, 48 ore prima degli attacchi del 13 Novembre. È difficile pensare, guardando il film, che quel carico di tensione e ansia che traspare non sia collegato.
Quando ho visto il film, mi sono accorta che eravamo totalmente chiusi nel nostro mondo, completamente assorbiti dalle cose che riguardavano noi, solo noi. Maureen è così consumata dalla sua ossessione che non rivolge quasi nessuna attenzione alle persone e alle cose che la circondano. Non è realmente a Parigi o in nessun altro luogo per questa ragione. Quando guardo il film quello che mi colpisce è che il ritratto di un personaggio che attraversa Parigi, una città di una bellezza terrificante, senza provare il minimo piacere. Odio ammetterlo ma siamo stati incredibilmente fortunati. Il giorno dopo il 13 Novembre, avremmo dovuto iniziare un nuovo giorno di riprese, ma era quasi impossibile lavorare. Ogni cosa sembrava così falsa.
Prima di girare questo film con Olivier Assayas, quale era il suo rapporto con il cinema francese?
Avevo visto i film più importanti, come Fino all’ultimo respiro e Jules e Jim. Olivier e la troupe mi hanno fatto scoprire un mondo di piccole sale e di appassionati di cinema. Ho scoperto un sacco di film francesi su dvd. È stata una esperienza unica per un’attrice americana trovarsi improvvisamente a far parte di quell’universo. Negli Stati Uniti i film sono prodotti per divertire e fare soldi. Gli autori o i film autoriali occupano un frammento ristretto dell’industria cinematografica. Ultimamente i filmmaker che amo di più negli Stati Uniti sono quelli che condividono una certa idea di cinema più simile ad alcuni registi europei o francesi. In Francia le ragioni che spingono a fare un film non sono le stesse che ad Hollywood. I produttori e i registi sono disposti a correre rischi, diversamente che per i film di grosso budget americani, che sono interessati solo a ripetere formule già proposte e idee già rodate.
VICTOR HUGO E LO SPIRITISMO
Pochi giorni dopo il colpo di stato di Napoleone Bonaparte, Victor Hugo decise di andare in esilio, l’11 Dicembre 1851. Un esilio che sarebbe durato 19 anni. Nell’Agosto del 1852, traslocò all’Isola di Jersey e si sistemò in una grande casa con la vista sull’oceano soprannominata “Marine terrace”. Qui tra il Settembre 1853 e l’Ottobre 1855, iniziò a comunicare tutti i giorni con gli spiriti. La moda americana delle sedute spiritiche arrivò in Francia all’inizio del 1853 e, negli stessi anni, Delphine de Girardin introdusse Hugo allo spiritismo. Durante una di queste sedute, la sera dell’11 Settembre, entrò in contatto con sua figlia Léopoldine, che era venuta a mancare anni prima. L’accuratezza di questo contatto con l’aldilà convinse il poeta della sua autenticità.
Da quel momento in poi, Hugo iniziò a dialogare con le più grandi menti del passato: Dante, Galileo, Shakespeare, Platone, Gesù o Alessandro il Grande. Ma anche con entità astratte come il Dramma, la Morte, “l’ombra dei sepolcri” e l’Idea. Un totale di oltre un centinaio di anime che con cui Hugo sarebbe entrato in contatto e che lo avrebbero aiutato nella sua poetica, nella sua filosofia, con le sue intuizioni religiose e metafisiche.
I dialoghi sono stati trascritti in quattro blocchi, tre dei quali sono sopravvissuti. Sono stati raccolti in un’opera molto importante per Hugo, intitolata “Le Livre des Tables: Les séances spirites de Jersey”, che ha scelto di non pubblicare in vita. Fino alla fine dei suoi giorni, mantenne viva la sua fede nella sopravvivenza dell’anima.
HILMA AF KLINT
Hilma af Klimt (1862- 1944) può essere annoverata tra i più grandi artisti del XX secolo ed è stata una pioniera dell’arte astratta negli anni prima di Kandinsky, Mondrian o Malevic. È stata anche una delle poche artiste donne della sua generazione ad avere un approccio radicale alla sua arte. Già nel 1906, Hilma af Klimt ruppe con la pittura figurativa dopo essere stata influenzata dallo spiritismo e dalla teosofia. Attraverso la sua arte provò a scoprire dimensione nascoste dietro la realtà tangibile. Insieme ad altri pionieri dell’astrazione, condivise l’attrazione per l’occulto e per la dimensione spirituale dell’arte, entrambe presenti nelle sue composizioni potenti ed enigmatiche. Come una medium era convinta che le sue opere le fossero state dettate dall’aldilà. “I quadri sono stati dipinti direttamente attraverso me, attraverso la mia mano, senza disegno preliminare e con grande forza. Non ho idea di cosa i quadri rappresentino. E ho lavorato rapidamente e in modo sicuro, senza modificare mai un tratto, senza ritoccare mai una pennellata”. Nonostante la sua produzione comprenda oltre un centinaio di pitture e schizzi, è ancora sconosciuta al grande pubblico. Un’ulteriore prova che i suoi quadri astratti erano troppo audaci e che non potessero essere compresi troppo presto è che non furono mai esposti durante la sua vita. Le sue ultime volontà e il testamento obbligavano ad attendere 20 anni prima di mostrare le sue opere in pubblico. Le sue opere ci costringono ad anticipare la data di nascita dell’astrattismo, fissata troppo tardi. Le sue opere sono state mostrate al pubblico per la prima volta nel 1986 ma è stata pienamente apprezzata dal pubblico solo nel 2013, dopo una ampia retrospettiva allestita al Moderna Museet di Stoccolma, che è stata riproposta anche in altri musei. La sua modernità è ancora evidente ai nostri giorni e sembra di casa nel XXI secolo. Potremmo dire che circa un secolo fa Hilma af Klint dipinse per il futuro.
KRISTEN STEWART
2016 – Personal Shopper di Olivier Assayas
Cafe Society di Woody Allen
Billy Lynn. Un giorno da eroe di Ang Lee
2015 – Still Alice di Wash Westmoreland & Richard Glatzer
American Ultra di Nima Nourizadeh
2014 – Sils Maria di Olivier Assayas
Anestesia di Tim Blake Nelson
Camp X-Ray di Peter Salter
2012 The Twilight Saga: Breaking Dawn Part 2 di Bill Condon
Snow White and the Huntsman di Rupert Sanders
On the Road di Walter Salles
2011 – The Twilight Saga: Breaking Dawn Part 1 di Bill Condon
2010 – The Twilight Saga: Eclipse di David Slade
The Runaways di Floria Sigismondi
2009 The Twilight Saga: New Moon di Chris Weitz
2008 – Twilight di Catherine Hardwicke
2007 – Into the Wild di Sean Penn
2002 – Panic Room di David Fincher
LARS EIDINGER
2016 – Personal Shopper di Olivier Assayas
2015 – Dora or The Sexual Neuroses of Our Parents di Stina Werenfels
2014 – Sils Maria di Olivier Assayas
2012 – Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway
Home for the weekend di Hans-Christian Schmid
2011 – Fenster zum Sommer di Hendrik Handloekten
Hell di Tim Fehlbaum
Code blue di Urszula Antoniak
Tabu di Christoph Stark
2010 – Video nasty di Jörg Buttgereit
2009 – Alle Anderen di Maren Ade
2007 – After Effect di Stephan Geene
2005 – See You at Regis Debray di C.S. Leigh
NORA VON WALDSTÄTTEN
2016 – Personal Shopper di Olivier Assayas
Griessnockerlaffäre di Ed Herzog
2015 – Die wilde Maus di Joseph Hader
Die dunkle Seite des Mondes di Stephan Rick
Life Eternal di Wolfgang Murnberger
2014 – Sils Maria di Olivier Assayas
2013 – Oktober November di Götz Spielmann
Woyzeck di Nuran David Calis
2010 – Carlos di Olivier Assayas
ANDERS DANIELSEN LIE
2016 – Personal Shopper di Olivier Assayas
2015 – This Summer Feeling di Mickaël Hers
2014 – Fidelio, Alice’s Odyssey di Lucie Borleteau
2011 – Oslo, 31 August di Joachim Trier
2006 – Reprise di Joachim Trier
1990 – Herman di Erik Gustavson
SIGRID BOUAZIZ
2016 – Personal Shopper di Olivier Assayas
2014 – Eden di Mia Hansen-Løve
2013 – Tunnel (serie tv)
OLIVIER ASSAYAS
FILMOGRAFIA
2016 – Personal Shopper
2014 – Sils Maria
2012 – Qualcosa nell’aria
2010 – Carlos
2008 – Ore d’estate
2008 – Eldorado (documentario)
2007 – Boarding Gate
2007 – To Each His Own Cinema (corto)
2006 – Paris, I Love You (corto)
2005 – Noise (documentario)
2004 – Clean
2002 – Demonlover
2000 – Sentimental Destinies
1999 – Late August, Early September
1997 – HHH, Portrait of Hou Hsiao-hsien
1996 – Irma Vep
1994 – Cold Water
1993 – A New Life
1991 – Contro il destino
1989 – Il bambino d’estate
1986 – Il disordine
BIBLIOGRAFIA
2014 – Assayas par Assayas (Conversazione con Jean-Michel Frodon)
2009 – Presence
2005 – Teenage years after May 1968
1999 – Tribute to Kenneth Anger
1990 – Conversation with Bergman (in collaborazione con Stig Björkman)
1984 – Hong-Kong cinema (in collaborazione con Charles Tesson)
Academy Two
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Paola Leonardi
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