Francesco NICOLOSI FAZIO- L’albero del mio e del tuo (uno spettacolo di F. Giorgio su testo di M. Renzi. Teatro Roots, Catania)
Lo spettatore accorto
L’ALBERO DEL MIO E DEL TUO
“L’albero” Di Marco Renzi, Regia: Franco Giorgio Con: Adriano Guerrieri e Salvo Paternò.
Musiche originali: Peppe Arezzo. Scene e Costumi: Daniela Antoci. Produzione: Centro Teatro Studi
Al Teatro Roots di Catania
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Due ragazzi vivono serenamente lungo un fiume, vivono in pace di quello che offre loro un albero di mele. Un giorno uno dei due trova una campanella e tutto cambia. Con la campanella si possono indire riunioni dove stabilire cose importanti. Così, partendo dalla formazione di confini e muri, in queste importanti riunioni a due, si arriva ad un passo dalla guerra, fin quando si decide di mettere tutto come prima, senza confini, muri ed armi.
Emblematica la storia per ragazzi, che apre gli occhi sul pericolo del potere (la campanella) e dell’esasperazione della proprietà, sotto l’ombra del riferimento biblico dell’”albero del bene e del male”, che personalmente ricolleghiamo al titolo dell’articolo. Perché i muri si erigono sempre con il finto scopo di difendere.
Franco Giorgio ha scovato questa bella storia che è veramente in tema con questi tempi di barriere e divisioni, contratsi che interessano tutto il pianeta. Con il suo Centro Teatro Studi Franco gira la Sicilia con storie semplici e belle, che sono per i ragazzini, ma prendono tanto anche i loro genitori. In questa stessa stagione teatrale raccoglie ancora tanti successi la deliziosa “Mariarosa, la civetta paurosa”, scritta dallo stesso regista.
Anche per questo “Albero” (spettacolo nato al “Teatro dei comunicanti” di Fermo, che non è la città del “Giglio”) la ricetta è semplice e gustosa: una storia interessante, con una saggia morale, scene semplici e belle, costumi fantasiosi, attori bravi ed affiatati. In questa messa in scena recita Adriano Gurrieri, giovane e bravo attore formato da Giorgio. Un velo garbato di esperienza si coglie in Salvo Paternò, che mostra i rari “gomiti tondi” dei bravi attori. Una regia impeccabile, seria ed impegnata, per come deve essere una commedia, in quanto l’arte più difficile è quella di far ridere.
Il pubblico, di grandi e piccini, ride e pensa e così resta pure il messaggio, di diffidare da chi finge di difenderti dal diverso e che invece vuole fare diventare te il diverso, perché sei buono ed onesto.