Teatro dell’Orologio, Roma- Dal 28 febbraio, “A porte chiuse” di Sarte. Regia di Marine Galstyan

 

Cartellone

TEATRO DELL’OROLOGIO – Sala Moretti

28 Febbraio | 5 Marzo 2017

Compagnia InControVerso presenta

A PORTE CHIUSE
QUANDO IL TEATRO RESPIRA A RITMO DI TANGO…

dal testo di Jean Paul Sartre
regia Marine Galstyan
coreografie SargisGalstyan
con   SargisGalstyan (Garcin)  Claudia Mancinelli (Estelle)  Marine Galstyan (Ines)
Lorenzo Girolami (Il Cameriere)  Luca Basile (Rojen)  Enrica Pintore (Olga)  Federica Biondo (Moglie di Garcin)

Scene Associazione Teatrale Pistoiese  Costumi NairaAbgaryan  Luci Alberto Virdis
Audio Domenico Vitale   Make upGoharSargsyan

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L’inferno sono gli altri

Due donne e un uomo, Ines, Estelle e Garcin vengono spediti all’inferno: una stanza con una sola porta, chiusa, e all’interno tre sedie. Qui i personaggi s’incontrano e scontrano per la prima volta. Hanno storie diverse ma in comune la ragione per cui sono lì a condividere quel vuoto. Immaginavano l’inferno come un luogo di torture fisiche e in assenza di queste si credono per un attimo salvi. Ma la sofferenza non si fa attendere e presto si accorgono di quanto sia feroce l’espiazione. Inizia una lenta e crudele presa di coscienza della propria colpa e il dramma personale di ciascuno viene allo scoperto. Ecco il vero inferno! E’ tutto nella loro mente, è un dolore eterno che si consuma nella loro psiche.

Garcin: “Sono morto troppo presto, non mi è stato concesso il tempo per compiere i miei atti”
Ines: “Non sono cattiva, solo che ho bisogno della sofferenza degli altri per esistere”
Estelle: “Mi sento strana, quando non mi vedo, mi chiedo se esisto veramente”

Una rappresentazione del tutto originale che si fonde con il tango, sulle musiche di Astor Piazzolla, René Aubry, Gothan Project e Mariano Mores e restituisce all’opera dinamiche e ritmi accattivanti. Un canale espressivo più diretto per trasmettere l’angoscia e la disperazione dei personaggi, specie quando il dolore li rende muti. In assenza di parole il corpo si ribella e libera il suo linguaggio. Nasce una nuova ricerca teatrale che unisce diverse arti e le sintetizza in un unico stile espressivo.

La regia ha integrato il testo con numerose scene di danza, in cui il tango, nell’interpretazione più personale che tecnica della regista assume un ruolo dominante sia nella scelta della musica, sia nella qualità dei movimenti. La danza restituisce all’opera una dinamica, un ritmo ed un fascino accattivanti. Da questo esperimento nasce una nuova ricerca teatrale che unisce discipline diverse e le sintetizza in un nuovo stile espressivo: non si tratta né di sola prosa, né di un musical, né di uno spettacolo di danza. E’ un dramma- coreografia che contiene in sé elementi di ognuna di queste forme artistiche.

Note di regia

“La realtà busserà alla tua porta – come dice Sartre – tutti siamo liberi di poter scegliere, e compiendo le nostre scelte, scegliamo noi stessi, solo le azioni decidono chi siamo’.
A porte chiuse è quella realtà che si trova al di là della tua porta, prima o poi l’apriremo tutti e scopriremo la nostra vera e più profonda anima, quell’anima che per tutta la vita cerchiamo di celare. L’arte ha una missione: emozionare, colpire la sensibilità del pubblico, stupirlo e in un tempo relativamente breve, lasciare un segno indelebile nell’animo di ognuno”.

Il tema dell’opera è profondo, interessante, intrigante, ma soprattutto attuale e racchiude l’anima di tutti i tempi, passato, presente e futuro. Siamo all’inferno, osservatorio privilegiato della paura umana, dove si espiano le proprie colpe. L’uomo teme la tortura fisica e reagisce in base al suo istinto primordiale.
La paura di dover scontare le nostre colpe per mezzo di una sofferenza senza fine appartiene ad ognuno di noi e ci tormenta già durante il corso della vita. Perché il tango?Le dinamiche che s’instaurano tra i personaggi richiamano l’espressività intrigante e passionale del tango.

Teatro dell’Orologio – Sala Moretti
Via dè Filippini, 17/a, 00186 Roma  – tel 06.6875550

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Ufficio Stampa Compagnia InControVerso
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Maya Amenduni
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