Maria LOMBARDO- Buio in sala. Due film imperdibili (“Riparare i viventi”, “La la Land”)

 

Buio in sala

 

DUE FILM IMPERDIBILI

“Riparare i viventi”, un film di K. Quillévéré

 

Epica della medicina. Epica della vita: chi la perde e chi la ritrova. Storie forti tratteggiate con delicatezza e poesia: questo è “Riparare i viventi” di Katell Quillévéré, particolarissimo film di produzione francese ispirato al romanzo di Maylis de Kerangal (Feltrinelli) che affronta il tema della donazione di organi passando attraverso momenti dell’esistenza di diversi personaggi tratteggiati con sensibilità nel loro spessore psicologico in situazioni –come si può intuire– molto drammatiche. Non è facile  affrontare un tema simile, ma Quillévéré oltre a trasmettere un messaggio civile, fa emergere uno spaccato di umanità veramente notevole.

Senza dire di alcune soluzioni di grande impatto estetico: i surfisti nel cono dell’onda, la delicatezza della fotografia, l’accento posto sull’epos del mestiere del medico.
Un manipolo di chirurghi, un pronto soccorso a Le Havre, una lotta per salvare la vita di un ragazzo che all’alba tornando con gliamici è vittima di incidente stradale, lui unico a non indossare la cintura, e che per il trauma violentissimo cade in morte cerebrale. Un destino spietato per la sua famiglia. Dietro un Tahar Rahim(“Il profeta”) irriconoscibile nell’inedito ruolo di medico diviso tra il decisionismo di chi non può perdere tempo davanti a una vita che dipende da lui e la delicatezza con la quale parla ai genitori del ragazzo -un’équipe perfettamente coesa, in senso umano non solo sul piano tecnico.

Ci vogliono le parole giuste per i genitori di Simon (Emmanuelle Seigner gramde mater dolorosa) . La coppia accetta di donare gli organi del figlio. E qui entra in campo un altro personaggio: una donna di Parigi molto amata dai figli che attende la notizia di un cuore nuovo. La “migrazione” del cuore assume l’aspetto di una corsa contro il tempo. Tutto si scompone e tutto si ricompone: la solidarietà fra i genitori di Simon separati prima e ora riuniti dal dolore e dalla consapevolezza, il salto nel buio della donna cul cuore donato il cui sorriso al “risveglio” buca lo schermo. Un film davvero imperdibile. Nel cast, fra gli altri,  Anne Dorval.

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“La la Land”, un film di D. Chazelle

Superpremiato ai Golden Globe, 14 candidature all’Oscar, il film di Damien Chazelle conferma la sorpresa suscitata alla Mostra di Venezia e s’appresta ad entrare nell’albo dei capolavori.
“La La land” (La sta per Los Angeles), riporta alla grande il musical ma in chiave contemporanea. E il raccontoè tanto valido che reggerebbe anche ad una versione non musicale.
Los Angeles, terra dei sogni per chi vuol lavorare nel mondo dello spettacolo è il luogo del titolo dove Seb (strepitoso Ryan Gosling) e Mia (altrettanto grande Emma Stone) sono una coppia con aspirazioni artistiche in due campi diversi.

I due attori rivelano sconosciute doti di danzatori e cantanti. Chazelle, trentunenne statunitense (per“Whiplash” due Oscar), s’ispira a“Les parapluies de Cherbourg” di Jacques Demyma anche ai celebri musical con Fred Astaire e Ginger Rogers. Qui si canta e si balla, la scenografia è fantasiosa e colorata, la coreografia di Mandy Moore (“So YouThinkYou Can Dance”, numerose nomination agli Emmy Awards) è degna dei più riusciti spettacoli di Broadway, la colonna sonora di Justin Hurwitzè avvolgente e indovinata (soprattutto la canzone “City of stars”) .

Mia, attrice, lavora in un bar e Seb musicista jazz suona nei locali ma ne vorrebbe uno tutto suo. Grande passione tra di due, tenerezza e complicità. Ma ai primi successi, il loro rapporto entra in crisi: realtà tanto comune. Chazelle s’ispira alla magia della vecchia Hollywood rinfrescata con citazioni di “Gioventù bruciata”.
Le coreografie suggeriscono i sogni dei protagonisti, la fotografia fa toccare con mano i colori.

Coproduzione statunitense con Leone Group e Rai Cinema (distribuzione 01), il film laurea Emma  Stone autentica star (è candidata all’Oscar come miglior attrice), idem Ryan Gosling. E sulla sfondo sta una Los Angeles che cattura con la sua poesia di luogo dei sogni.

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