Franco LA MAGNA- Alieni paurosi, ma pacifici (“Arrival”, un film di D. Villeneuve)
Lo spettatore accorto
ALIENI PAUROSI MA PACIFICI

“Arrival” un film di D. Villeneuve
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Un fantascientifico complesso, come similari film di “genere” apparsi in questi ultimi anni. Al centro del dramma la comunicazione. O meglio la difficoltà di comunicare con altri esseri intelligenti, ma drammaticamente diversi da noi e dall’aspetto mostruoso (gli “eptopodi”, sorta di gigantesche piovre a sette tentacoli), giunti sulla terra a bordo di colossali e misteriose navicelle a forma di uovo.
A sbrogliare l’intricata matassa viene chiamata una dotata linguista (incaricata di decifrarne il linguaggio) ed un fisico, che in un prossimo futuro, come la donna riuscirà a vedere, diveranno marito e moglie e avranno una figlia destinata a morire di cancro. Evitando in extremis lo scatenamento d’un conflitto bellico, la coraggiosa linguista riuscirà a salvare il mondo o forse gli stessi “alieni”.
Metafora sulla “incomprensione”, proiettata verso extraterrestri tanto terrificanti quanto armati d’intenzioni pacifiche, “Arrival”, del canadese Denis Villenevue, va forse letto come un augurio alla pacificazione del mondo, troppo scosso da conflitti bellici e diversità dovute anche, secondo la teoria sostenuta dalla studiosa, all’influenza della lingua utilizzata sui nostri pensieri.
Apprendendo i rudimenti del linguaggio alieno la donna acquisirà, infatti, la capacità d’avere visioni del futuro, riuscendo così ad evitare la cruenta “soluzione” militare e comprendendo, altresì, le ragioni del fallimento del proprio matrimonio.
Candidato ad una messe di premi. Rispetterà i pronostici?
Interpreti principali: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker