Ruben SABBADINI – “Animali da compagnia” (racconto breve)

 

Io scrivo

 


ANIMALI DA COMPAGNIA



 

Vivo in un grande appartamento, solo. Mi circondo allora di animali per dare un senso alla mia vita. Gli inglesi, per esempio, ritengono inimmaginabile vivere senza un pet, un animale da compagnia; lo ritengono un indice di mancato equilibrio, di aridità emotiva, di asocialità: se non sai prenderti cura di un animale tanto meno dei tuoi simili.

C’è del vero. Concentrarsi solo su se stessi non è un bene, si rischia l’autoreferenzialità, si perde l’attenzione a ciò che ci circonda. Stavo riflettendo su questo quando il caso si è messo sulla mia strada e mi ha indicato la via. Dovete sapere che nutro un vero rispetto per l’ambiente e sono ben cosciente dei danni che facciamo al mondo. In particolare la plastica, buste su buste non biodegradabili che rimarranno intorno a noi per secoli. Facciamo un rapido calcolo: una busta al giorno in un cassonetto per ogni abitante di questo pianeta e siamo rapidamente sommersi. Ognuno deve fare la sua parte ed io ho deciso di fare la mia: divido per sette. Tanto sono solo, non consumo molto, posso tranquillamente far durare il mio sacchetto della spazzatura il più possibile, fino ad una settimana se mi impegno.

E così faccio ormai da mesi, e non sono più solo. Ho finalmente i miei pet. Sono circondato da simpatici animaletti per ogni dove. Animali sociali, ben organizzati, ciascuno con il suo compito che, si vede, hanno un progetto. Talvolta formano ordinate file indiane, talaltra setacciano il territorio con indubbia efficienza. Ormai hanno preso pieno possesso dell’abitazione ma a me non disturba, ce ne è per tutti. Anche il cibo non manca e poi loro si accontentano di ciò che non mi serve, di ciò che butto. Raccolgono gli scarti e gli danno nuova vita, in una parola: riciclano.

Esistono soluzioni all’annoso problema dei rifiuti, altro che noiosa raccolta differenziata! Qui siamo ad un modello più avanzato, più maturo: la creazione di un ecosistema totalmente autosufficiente. È un ritorno alla natura, sebbene tra le mura domestiche; è un ritrovarsi parte di un tutto, animale tra gli animali. E io ormai ne ho la piena percezione, mi sento immerso in qualcosa di più grande che mi brulica attorno e mi dà un senso. Gulliver a Lilliput. Sì, sono un po’ più grande di loro, ma non mi ritengo superiore: io non ho un mio ruolo, non sono parte di un progetto.

Li guardo e li ammiro per ciò che hanno e che io non ho. E imparo, vedo riflesso in loro ciò che potrei essere in un mondo diverso: la semplicità di prendere da ciascuno ciò che può dare; di ritrovarsi insieme in ogni momento, senza invidie, né gelosie, così semplicemente operando per il bene comune. Senza capi, senza ordini, ognuno al suo posto, finalmente liberi. È l’insicurezza a dare dolore, è meglio che ci venga indicato chiaramente il nostro compito per poterlo espletare al meglio.

Guidati dall’istinto? Sì, perché no? Rinunciando alla ragione? alla scienza? all’arte? all’amore? Non so. Non si può amare il mondo e il suo perfetto funzionamento? Il senso delle cose che ha un posto anche per me? È questo il grande vantaggio di circondarsi di animali sociali che ti spingono a grandi interrogativi sulla Società. Scopri che quella che chiamiamo Storia, e percepiamo come evoluzione sociale, non è altro che un allontanarsi dalla mèta, dalla nostra condizione di esseri naturali. Ma possiamo ancora farcela, fermarci un attimo a riflettere e imboccare un’altra strada, cambiare le nostre abitudini e priorità.

Io l’ho fatto e sono finalmente felice; anche se so che sono circondato da tanta infelicità, che, sembra, solo io riesco a vedere. Ma non si può pensare di cambiare la testa agli altri, ognuno sceglie come vuole vivere. Ma se è il mondo che vuole cambiare me? Sto raccogliendo invidia e gelosia: non bisogna andare molto lontano per capire che qualcuno, sotto sotto, rumoreggia, ti guarda storto, talvolta ti minaccia perché hai le tue idee e non vuoi vivere come loro.

Proseguo per la mia strada. La vita è ricerca, incontro. Non tutto è chiaro fin dal primo momento: prove ed errori e ancora prove. La sicurezza sta nel sapere che quanto abbiamo sotto agli occhi va cambiato; il problema è solo come. Io non lo so ma ci sto provando. E provando trovo quel posto che ho sempre cercato.

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