Francesco NICOLOSI FAZIO- Sicilia esiste (mitologia di una cronaca mondana)

 

 

Ondate di calore

 


SICILIA ESISTE

Aci Trezza

Mitologia in cronaca mondana

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Mitologia. Nella terra del mito è quasi necessità. Demetra, Ade e Proserpina; Vulcano e Polifemo; i Dei Palici. Nella notte dei tempi si viveva a contatto fisico con il mito, che sgorgava dalle zolle, come dal mare. Poi vennero i romani, fummo solo granaio; la cristianità, inoltre, ci impose i santi. Restando orfani, cercammo altri miti, anche terribili. Ci venne in soccorso l’arte. Mitologia laica. Questa grande esigenza, di mitiche visioni, in tutti sopravvive, giunge all’apice nella gioventù, la cui fine è segnata dall’incapacità di creare mitiche vicende. Non per niente i più vivi e forti ricordi sono degli anni migliori. Pochi esseri fortunati riescono, in ogni età, a ricreare miti, quelli sono gli artisti.

Un intimo e felice evento ci ha portato dentro un “mitico ricordo”.

Vittorio, da buon attore, governa la splendida emozione, Cinzia, al suo fianco, si lascia vertiginosamente andare, al punto di rigare il bel volto. Noi altri, testimoni indiscreti, siamo dentro e fuori la vicenda, fuori dal tempo, come la trecentesca chiesa, che ci accoglie e somma, al romanico, gotico e barocco, facendoci chiedere se siamo veramente presenti, sapendo solo perché; i più certi sono, tra noi, quelli che hanno provato amore. Il “Sì” giunge all’appello, breve e dolce risposta d’impegno, che ci rimanda a Dio.

Uscendo stupiamo di sentimenti e confinati orizzonti, che si adagiano alle crete, arse e riarse, in attesa di piogge e messi, che immaginare possiamo, verranno, come velluto giallo, carezze d’amore a terra, segno di fertile avventura che giunge e appresta a sereno futuro, albano di sposa.

Lo specchio della Dea scorgiamo, breve viaggio che precede la festa, che di altro tragitto è premessa. Giungiamo, per venire racchiusi dentro “mànnara” fortezza, che di solide basi è fatta, come vorremmo unione. Come vorremmo amore. Le antiche pietre, con amore riprese, sono di luce schiarate. Sogniamo pure, che le più antiche e non remote pietre possano cogliere, della festa, anche solo un chiarore lieve, per vibrare e rivivere anche loro, dopo i millenni, quotidiane scene di vita. Scene che, ancor prima di Cristo, sipario cadde. Magico sogno antico.

E nella festa rivive il ricordo di vicine mitiche avventure, oggi come presenti, che rivivere possono, solo per chi ne è pronto.

Questo possiamo dire: che ancora esiste un luogo, di questa terra, che ricrea il ricordo, che nel tempo e nel sentimento, ben si tramuta in mito.

 

(A Cinzia e Vittorio)

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