Francesco NICOLOSI FAZIO- Ogni 25 aprile. Rimozione e Liberazione


Ogni 25 aprile


 

RIMOZIONE E LIBERAZIONE

25 aprile, Mattarella: Il

Mafiascismo è l’occupazione da non nascondere.

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Un incidente della storia. Come la rivoluzione d’ottobre. Se l’otto settembre fosse stato concepito da una monarchia responsabile e previdente, non avremmo avuto: l’occupazione nazista dell’Italia, la Repubblica di Salò e la Resistenza. Forse, addirittura, avremmo ancora la monarchia. Solo un popolo in guerra poteva organizzarsi (fucili in pugno) con la lotta armata, che durante il ventennio non era neanche ipotizzata dalle opposizioni; lotta armata che divise ulteriormente l’Italia in due: il Nord antifascista e repubblicano ed il Sud monarchico e fascista.

Ciò nonostante, lo sbarco del luglio ’43 avvenne in Sicilia, la regione che meno di tutte contribuì alla lotta antifascista. Uno sbarco in qualunque altra regione d’Italia avrebbe avuto una accoglienza “politicamente” più entusiastica. In realtà, come già per lo sbarco dei “Mille”, la Sicilia non fu prescelta per questioni politiche, ma per la presenza della mafia (nel 1860 erano chiamati i “picciotti”). Forse anche per questo, per ben oltre un secolo, nessun governo italiano ha lottato veramente la mafia.

Per una serie di questioni storico-militari la resistenza non si sviluppò, con rilevanza, nelle regioni oggi controllate dalle mafie: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. Roma fu l’unica grande città non liberata dalla resistenza, ma dagli alleati, dopo l’otto settembre. Per nemesi storica pure nell’Urbe regnano mafiosi, che diventano pure star televisive.

Con certezza la ricorrenza del 25 Aprile non trova più alcun seguito tra le popolazioni che non sono state ancora liberate dalle occupazioni plurisecolari delle mafie. Se la festa della “Liberazione” dai nazisti è “Storia” nel Nord d’Italia (festa peraltro condita da polemiche sterili tra Palestinesi ed Ebrei) nel Sud è cronaca, forse fanta-cronaca, una cronaca di un evento che deve ancora avvenire, una dimensione fantastica, se non onirica. Ecco perché ribadiamo il termine MAFIASCISMO: l’occupazione del territorio da parte delle mafie. come quella nazista nel ‘43-’45.

L’arretramento della lotta alla mafia degli ultimi anni è ben nascosto dalle cortine fumogene di argomenti che hanno pochissimo interesse per il popolo e grande risonanza nei telegiornali: la scomparsa del senato e delle province, le unioni civili, le trivelle, ecc.

Stranamente uno dei pochi potenti che sembrava onestamente interessato alle riforme istituzionali è un uomo che non ha salutato con il solito sberleffo il 25 Aprile, essendo scomparso. L’aretino Licio Gelli (nato e vissuto in Etruria) si dichiarò alla TV, negli ultimi mesi di vita, fascista e contento, contento per l’attuazione della “rinascita democratica” da lui ideata. Stranamente non si ricorda che questo potentissimo italiano abbia mai pronunciato la parola Mafia. Forse perché era abituato a chiamarla più familiarmente “Cosa nostra”.

Author: admin

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