R. Mag.- Il ladro che doveva scegliere (“Pianoforte vendesi” Teatro Brancaccino, Roma)

 

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IL LADRO CHE DOVEVA SCEGLIERE

“Pianoforte vendesi” Tratto da un libro di Andrea Vitali. Con Adriamo Evangelisti. Regia di Raffaele Latagliata. Prod. Fondazione Aida\Ars Creazione Spettacolo. Di scena al Teatro Brancaccino di Roma

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È la notte dell’Epifania, una sera di festa a Bellano.  Come nella sequenza iniziale di un famoso film di Patrice Leconte del 2022 (“L’uomo del treno”),  da un vagone di un convoglio regionale scende «il Pianista» – così chiamato per via delle sue mani lunghe e affusolate –, ladro di professione. Piove, fa freddo. Perlustrando le contrade nell’attesa della folla che assisterà alla processione dei Re Magi, il Pianista incappa in un cartello affisso su un vecchio portone: «Pianoforte vendesi». Incuriosito, dopo aver saputo che l’appartamento è disabitato e visto che il tempo non migliora, rovinando così la festa e soprattutto trattenendo nelle loro case le sue possibili prede, decide di entrare…

La pièce diventa  così “la storia di un ladro che deve scegliere tra le buone e le cattive azioni: il bianco e il nero, come i tasti del pianoforte”. I gesti che si troverà a compiere rivelano un grande desiderio di riscattare la sua umanità. Sullo sfondo (quasi la dimensione di mistero dickensiano trasbordato sul lago della cittadina) c’è un’intera collettività, un paese sospeso – per una notte – fra legalità e illegalità, fra lecito e illecito, fra comandamento etico e abitudine. Tra le strade e nelle case si avverte ancora l’eco, e forse il respiro, di tutti coloro che lì hanno vissuto, gioito, sofferto, sognato, amato.

La versione teatrale di “Pianoforte vendesi”-apprezzata ed incoraggiata dal suo autore Andrea Vitali, sottile, melanconico autore di gialli e storie noir- mira, riuscendoci, a valorizzare (senza forzature tonali) la forza evocativa della parola, qui affidata  al talento ‘istrionico\poliedrico’ di un solo attore (Evangelisti) chiamato a dare voce e corpo a tutti i personaggi della vicenda. Il  potere  ‘suggestionale’  della musica, composta appositamente per questo scarno, acuminato allestimento, restituisce “come distillate” le atmosfere soffuse e le penombre di un  romanzo di straordinaria intensità, perennemente in bilico tra sogno e realtà, senza tralasciare i folgoranti guizzi del  suo  ovattato, ‘lacustre’  umorismo. 


*Ufficio Stampa a cura di Silvia Signorelli

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