Teatro Bellini, Napoli- Dal 21 aprile, “Carmen e suoi fratelli” a cura di Mario Martone e Enzo Moscato

 

Teatro Bellini

 

CARMEN E SUOI FRATELLI

Nei pomeriggi del 21, 22 e 23 aprile al Piccolo Bellini verranno proiettati tre lavori di Mario Martone che, in modi diversi, dialogano con il suo allestimento più recente Carmen, scritto da Enzo Moscato, in scena al Teatro Bellini fino al 24 aprile.

Una piccola rassegna dal titolo Carmen e i suoi fratelli, pensata per offrire al pubblico una panoramica “ragionata” su temi, linguaggi e poetica del lavoro di Mario Martone. Le proiezioni, a ingresso gratuito, saranno introdotte dal regista.

Carmen e i suoi fratelli

giovedì 21 aprile, ore 17:00

Rasoi

regia: Mario Martone

dallo spettacolo omonimo di Mario Martone e Toni Servillo, su testi di Enzo Moscato

fotografia: Pasquale Mari

montaggio: Jacopo Quadri

scenografia: Mario Martone

costumi: Metella Raboni

suono: Daghi Rondanini

musiche: Franz Joseph Haydn; Domenico Scarlatti, canzoni napoletane interpretate da Enzo Moscato

con: Enzo Moscato (il cantante), Marco Manchisi (lo scugnizzo in mutande), Tonino Taiuti (il cieco), Vincenza Modica (l’insonne), Iaia Forte (la regina), Licia Maglietta (la Madonna), Gino Curcione (il cuoco), Isacco Esposito (re Bomba), Toni Servillo (il guappo)

produzione: Angelo Curti per Teatri Uniti

organizzazione generale: Claudio Vecchio

distribuzione: Mikado

durata: 58 min

formato: 35 mm

anno di produzione: 1993

Rasoi (1991) nasce dalla collaborazione del drammaturgo napoletano Enzo Moscato con la compagnia Teatri Uniti (Mario Martone e Toni Servillo firmano la regia) ed è centrato su Napoli, con le sue contraddizioni, con il suo scontro tra tradizione e modernità, e sulla scrittura di Moscato, libera dai vincoli di una trama, in cui prendono corpo le voci della città in una congerie di lingue diverse. Molti brani sono tratti da Partitura, a cui sono aggiunti inediti e le canzoni della tradizione napoletana affidate al poeta. Nel 1993 esce nelle sale cinematografiche la trasposizione su pellicola, che si apre con il profilo che Pier Paolo Pasolini traccia su Napoli-tribù, a cui si sovrappongono le voci di uno dei tanti vicoli della città. Martone privilegia nelle riprese un tipo di visione frontale, esaltando la fisicità degli attori attraverso l’uso del primo piano o dettaglio, seguendo la struttura drammaturgica costruita su monologhi.

«Rasoi è un’opera a più mani. Toni Servillo ed io desideravamo dare vita ad alcuni testi lirici di Enzo Moscato che parlavano in modo diretto e doloroso di Napoli: abbiamo concepito e realizzato lo spettacolo in poco tempo, insieme agli attori e a Moscato stesso, e da quando è andato in scena per la prima volta, Rasoi non ha mai smesso di emozionarci come quando provavamo. Per questo ho desiderato filmarlo, e per questo ho scelto di farlo nel modo più semplice e diretto, facendo sì che la macchina da presa riprendesse lo spettacolo senza sovrapporvisi, cercando di renderla il più possibile trasparente, e ricreare così, sia pure in parte, il rapporto segreto tra il palcoscenico e lo spettatore».

Mario Martone

dal Catalogo di Taormina Cinema ’93

Rasoi è stato distribuito dalla Mikado assieme al cortometraggio Il canto del cigno (Swang Song, G.B., 1992) di Kenneth Branagh, dalla piece di Cechov.

*Ufficio Stampa a cura di Katia Prota

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