Teatro Massimo Bellini di Catania- “l trovatore”. Regia di Roberto Laganà (repliche dal 5 al 13 marzo)
Teatro Massimo Bellini di Catania
IL TROVATORE
Repliche dal 5 al 13 marzo
****
Rappresentazioni a grande richiesta, dopo una “prima” in grande stile che ha visto la partecipazione di ambasciatori stranieri e la proiezione dello spettacolo in diretta nella piazza antistante, addobbata con falò e, ovviamente, una pira. Sono almeno una dozzina d’anni che l’opera non veniva rappresentata sul palcoscenico del Massimo teatro catanese e, per l’occasione, non si è ripreso né un allestimento di repertorio né una produzione già realizzata da altri teatri.
Il Direttore degli allestimenti scenici del Massimo Bellini, Roberto Laganà Manoli che ha firmato scene, costumi e regia, ha seguito un approccio di stampo tradizionale ed essenzialmente tutto in penombra. Ciò non è affatto male dopo versioni in cui la Spagna tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento è stata trasportata nell’Italia ai tempi della Battaglia di Custoza, in un impianto metallurgico o durante la guerra civile americana. Scene semplici, dunque: un impianto unico con fondali su cui vengono proiettate immagini (ad esempio le montagne innevate del primo quadro del secondo atto ispirate alle pitture di Pieter Bruegel e Arnold Böcklin).
Efficaci, ma senza grandi trovate, i movimenti scenici e ottima l’idea di interrompere con un solo intervallo le quattro parti del macchinoso libretto di Cammarano.
Ma Il Trovatore più che azione teatrale, scene e costumi è musica pura, soprattutto vocale. Antonio Pirolli è un diligente e coscienzioso concertatore di teatro di repertorio (è direttore musicale generale dell’Opera di Stato di Istanbul); una direzione musicale, quindi, puntuale ma che non scava negli anfratti di una partitura più affascinante di quanto, forse, non si pensi. La sua è una lettura a supporto delle voci, quasi volta ad esaltare la vocalità de Il Trovatore. Efficace il coro guidato da Tiziana Carlini.
Alla “prima” si sono succedute due Leonore: Dimitra Theodossiou nella prima parte e Katia Pellegrino nella seconda. La Theodossiou, che ha al suo attivo parecchie recite de Il Trovatore, ha affrontato il palcoscenico nonostante fosse ammalata (probabilmente a causa della brutta influenza di stagione). Con la sua perizia tecnica e professionalità ha dribblato le difficoltà di “Tacea la notte placida” limitando, poi, la coloratura della successiva cabaletta. Dopo l’intervallo, Dimitra Theodossiou non si è ripresentata sulle scene e Katia Pellegrino ha dovuto cantare il terzo atto (e quindi il quarto) quasi a freddo senza potersi “caricare” gradualmente nei primi due. Non ha lo stile della Theodossiou e trovo che la sua voce abbia un vibrato piuttosto stridulo.