G. Zap. – Un mondo di ceree statuine (“Anomalisa”, un film di Charlie Kaufman)

 

Buio in sala*



UN MONDO DI CEREE STATUINE

 

“Anomalisa” Un film di Charlie Kaufman

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Michael Stone è marito e padre nonché noto autore del best seller “Come posso aiutarti ad aiutarli?” e si trova a Cincinnati per una conferenza. Michael prende alloggio all’hotel Fregoli e, dopo aver rivisto una donna con cui undici anni prima aveva avuto una relazione, incontra casualmente Lisa Hesselman la quale è arrivata in città con un’amica proprio per assistere alla sua conferenza. Tra i due si instaura un’immediata attrazione che potrebbe cambiare la vita di entrambi.

Charlie Kaufman una volta ha affermato: “l’abitudine per uno scrittore è quella di consegnare una sceneggiatura e poi sparire. Questo non fa per me”. Dopo aver trovato registi che rispettavano questa sua volontà (Gondry e Jonze) Kaufman si era messo in proprio con Synecdoche, New York e ora, grazie a un crowdfunding, con questo nuovo film in cui non smette di sperimentare utilizzando un’animazione stop motion che, sin dalle prime inquadrature, ripropone l’ormai nota originalità dell’autore a cui, per l’occasione, si affianca Duke Johnson.

Se ci si ferma però al plot di base si può ricavarne l’impressione della ennesima riproposizione della storia di due esistenze chiuse nella propria più o meno affollata solitudine che cercano insieme una possibile via d’uscita. Kaufman ce l’aveva già proposta con intensità in Se mi lasci ti cancello. Con lui però non è (e non poteva essere) così. Perché i pupazzi sono sin dall’inizio tali in quanto mostrano le giunture di maschere che lasciano intendere che, sotto di esse, ci sia un aspetto non umano.

Ma, come accade spesso nei suoi lavori, è presente un ulteriore livello di lettura che abbisogna di specifici strumenti di decodifica. Lo spettatore infatti si chiede inizialmente perché tutti i personaggi, tranne Michael, abbiano la stessa voce maschile sia che si tratti di uomini che di donne.

Quando poi entra in scena Lisa si può finalmente ascoltare l’unica voce femminile e a questo punto le ipotesi potrebbero essere molteplici andando dalla disumanizzazione di un mondo di pupazzi a quella della messa in rilievo dell’unicità del possibile ‘vero amore’.

C’è però una risposta molto più aderente al film e anche più ‘scientifica’ anche se sottaciuta. Perché Michael Stone sceglie non casualmente il Fregoli Hotel. La storia del teatro ci ricorda come Leopoldo Fregoli sia stato un grande imitatore ma soprattutto un grandissimo trasformista sulle scene di tutto il mondo.

Non tutti però sanno che al suo nome è legata una sindrome che definisce una malattia psichiatrica in cui il paziente si sente perseguitato da una singola persona la quale, secondo il suo delirio, assume le sembianze di coloro che lo circondano non abbandonandolo mai. Riletto in questa chiave il film assume tutta un’altra rilevanza e la colazione mattutina in hotel si rivela come un piccolo gioiello di scrittura in costante equilibrio tra ironia e tragedia.(*mymovies)


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