Chiara CATALDO- Barracano: morte di un ‘patriarca’ (Eros Pagni in “Il Sindaco di Rione Sanità”)
Lo spettatore accorto Teatro
BARRACANO: MORTE DI UN ‘PATRIARCA’

Eros Pagni in “Il sindaco di Rione Sanità” di Eduardo. Regia di Marco Sciaccaluga. Teatro Municipale, Piacenza
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Al Teatro Municipale di Piacenza è appena andato in scena “Il Sindaco del Rione Sanità”, opera classica di De Filippo per la regia di Marco Sciaccaluga, che giunge al secondo anno di tournée. Lo spettacolo è frutto di una coproduzione di Teatro Stabile di Genova e Teatro Stabile di Napoli e vanta la vittoria del premio “Maschera del Teatro ”2015 a Eros Pagni come miglior attore protagonista. Interprete assoluto è appunto Don Antonio Barracano (Eros Pagni, appunto) che è o padre e tutte quann’ , eroe (o antieroe?) che esercita la Giustizia secondo le sue di leggi: è un giudice che concede udienze giornaliere al popolo di ignoranti che non ha santi in paradiso, un uomo che aiuta quelli che lo pregano di agire perché tengono famiglia.
Don Antonio è un santone settantacinquenne che è vissuto di processi e di rapine, che ha corrotto testimoni e che è arrivato persino a uccidere.
Lui ha però un codice deontologico tutto suo, di matrice cristiana e arcaica, che ricorda un po’ i personaggi di Sciascia: egli protegge gli ultimi – di cui custodisce un nutrito archivio di fascicoli in casa – dalle angherie della macchina mangereccia della società costituita, conosce la legge e la aggira, è genuino nel suo tenere sempre ragione e si fa beffe dei creditori . Nonostante il suo essere mafioso, si è naturalmente portati, se non proprio a capirlo del tutto, quantomeno a simpatizzare per la sua causa.
Barracano è sicuro – Quann parl’ ie , statte zitt’!- tirannico, insindacabile e carismatico, comanda anche senza alzare la voce e suscita rispetto e soggezione. Egli incarna un simbolismo cristologico quando tuona su Raffiluccio Santaniello dicendo “Siete padre e figlio!”, oppure quando impreca “La vita si rispetta!” o quando ancora cita il comandamento “Non dire falsa testimonianza” : in ogni azione o pensiero ricorda il perdono e la misericordia, vive per la famiglia – si commuove quando una femmina gli racconta di come il suo uomo la corteggiava nei primi momenti – ed è soprattutto napoletano, concetto che conserva in sé una filosofia esclusiva e contraddittoria.
Cos’è Don Antonio Barracano se non un incredibile conoscitore dell’uomo? È un Innominato che sa come va la schifosa farsa del mondo- “The way of the world”, per dirla alla Congreve – perché la legge è fatta bene, ma sono gli uomini che si mangiano tra di loro. Per difendere Rafiluccio Santaniello (Orlando Cinque), che voleva uccidere suo padre perché diseredato dai suoi beni, Barracano è ferito a morte proprio dal padre di Rafiluccio, Arturo (Massimo Cagnina) ma, per evitare faide tra famiglie, Don Antonio ordina al medico e suo braccio destro Fabio della Ragione (Federico Vanni) di dichiarare agli atti di essere morto per collasso cardiaco …. ma il finale è spiazzante.
Questo “ Sindaco del Rione Sanità” è uno spettacolo vivido, senza fronzoli, corale, giustamente di successo: gli applausi hanno chiamato più e più volte tutto il gruppo attoriale alla ribalta. La scenografia è scarna, scalzata magistralmente dai quindici attori coesi e mai caricaturali, le musiche sono poche ed efficaci come quella sul finale, che è leitmotiv di tutta la commedia (o tragedia?). La scena finale del medico alla macchina da scrivere è un pugno allo stomaco, quelle parole coinvolgono tutti e non ci assolvono. A trenta anni dalla Sua morte, mi sembra un modo pregevole per omaggiare il Maestro Eduardo De Filippo.
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Cast dello spettacolo: Eros Pagni Maria Basile Scarpetta Federico Vanni Gennaro Apicella Massimo Cagnina Angela Ciabur
ri Orlando Cinque Gino De Luca Rosario Giglio Federica Granata Luca Iervolino
Cecilia Lupoli Marco Montecatino Gennaro Piccirillo Pietro Tammaro Scena di Guido Fiorato. Costumi di Zaira De Vincentis. Luci di Sandro Sussi. Musiche di Andrea Nicolini