Giuseppina TESAURO- Scaffale. 1944 La strage del pane (evocata in un volume di Rino Messina)


Scaffale*



LA STRAGE DEL PANE

In una ricognizione di Rino Messina, l’iter giudiziario dell’eccidio del 19 ottobre 1944

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“ La strage negata” è un interessante saggio storico scritto da  Rino Messina già Presidente del Tribunale Militare di Palermo, edito dall’Istituto Poligrafico Nazionale di Dario Carnevale. In questo lavoro l’autore ripercorre tutte le tappe dell’iter giudiziario dell’eccidio del 19 ottobre 1944, meglio conosciuto come “La strage del pane”, egli concentrandosi in particolare sull’analisi del processo svoltosi presso il Tribunale Militare di Taranto nel febbraio del 1947, ci dimostra come dietro il paravento della “Tutela dell’ordine pubblico” si nascose in realtà la precisa volontà politica di proteggere le forze armate in un momento critico, quale fu appunto quello che attraversò l’Italia e la Sicilia in particolare percorsa dalle correnti separatistiche, esaustiva a tal proposito la ricostruzione storica di detto periodo curata nella prefazione del libro dalla dottoressa Manoela Patti.
Il Presidente Messina, attraverso una particolareggiata indagine dei testi giudiziari, ha ricostruito una pagina di storia triste e vergognosa, riconsegnando il ricordo di quella che fu una strage non soltanto negata, ma anche dimenticata, alle nuove generazioni. Un lavoro questo di grande pregio, che ha anche il potere di farci riflettere su ciò che si è vissuto in Sicilia in un epoca assai recente. Una terra conquistata e sventrata, dove, i militari, cioè coloro che devono garantire ordine e giustizia, in realtà si rivelano essere i carnefici. Ma veniamo al fatto: in una mattina di fine ottobre del 1944, a Palermo, in via Maqueda , un Reggimento dell’Esercito italiano sparò, ad altezza d’uomo, contro la folla di manifestanti scesi in piazza per invocare “pane e lavoro”.
Un folto gruppo di gente si era riunito in via Roma e, da qui risalendo per via Cavour, imbocco la via Maqueda fermandosi presso Palazzo Comitini allora sede della Prefettura. I partecipanti al corteo protestavano contro il carovita, che li aveva ridotti alla fame. Il bilancio di quella brutale e insensata repressione fu drammatico: 24 morti e 158 feriti. La cosiddetta “Strage del pane” fu uno degli eccidi più efferati della storia della Sicilia del dopoguerra e fu coperta, per troppo tempo, da un oscuro alone di insabbiamenti, depistaggi e false verità ufficiali. La maggior parte delle vittime sono dei ragazzi alcuni addirittura bambini. Ma per negare questa strage si disse che erano dei dissidenti, dei sediziosi o facinorosi. Tutto ebbe inizio con una semplice richiesta, da parte degli impiegati comunali, i quali chiedono che venga estesa anche a loro l’indennità di carovita di cui già godevano i dipendenti statali.
La richiesta viene respinta. Così l’indomani, il 19 ottobre 1944, centinaia di cittadini si unirono al corteo degli impiegati comunali e sfilarono per il centro di Palermo in una pacifica e composta protesta al grido di “ Pane, Pasta e Lavoro.” Sono gli anni dell’immediato dopoguerra, gli anni della fame e del mercato nero , da noi conosciuto come contrabbando, in Sicilia si sfiorò la carestia ed il prezzo del pane ha già raggiunto una cifra esorbitante per l’epoca: £ 33 al fronte del salario giornaliero di un operaio che si aggirava intorno alle £40. Ecco perché tra la folla molti sono i giovani, le donne ed i bambini. Loro sono li perché? Perché hanno fame! Ed invece di essere ascoltati da chi di dovere in molti troveranno la morte. Ma se già il fatto di per se ci scandalizza : come e perché dei militari sparano per uccidere dei civili? Purtroppo la famigerata Circolare Roatta del Luglio 1943 consentiva ai militari di sparare ad altezza d’uomo, in presenza di adunate sediziose.
Ma qui si poteva applicare tale circolare? Ma se tutto ciò ci indigna ancora di più ci dovrebbe indignare il perché questa strage venne appunto NEGATA. Ma soprattutto come il Tribunale Militare di Taranto riuscì ad insabbiare ed a negare questo atroce delitto. Ecco che grazie al Presidente Rino Messina, il lettore, ripercorrendo l’iter giudiziario di questo processo ed analizzandolo nelle sue parti apprenderà la verità e si ritroverà alla fine a poter affermare senza alcun dubbio, con le parole dell’autore stesso : Strage fu! Nessuna sentenza sia pure passata in giudicato, avrà mai il potere di negarlo: perché l’autorità della ragione, qualche volta, riesce a superare la ragione dell’autorità. (*Piolatorre.it\A sud d’Europa)

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