Cristiana MARCHETTI- Nella inifelicità del vivere borghese (“Tempeste solari” di De Bei, Teatro Eliseo di Roma)
Lo spettatore accorto
NELLA INFELICITA’ DEL VIVERE BORGHESE
Con “Tempeste solari” di Luca De Bei prosegue la stagione del Teatro Eliseo di Roma
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Nel panorama appannato e boccheggiante di drammaturgia teatrale Italiana contemporanea, la scrittura di Luca de Bei si insinua con delicatezza e profondita’ , risvegliando sentimenti apparentemente sopiti che le battute di scena fanno riemergere con leggiadria dolorosa e profondita’ toccante. E’ estremamente realistico,tristemente comune,universalmente ripetuto quello che avviene all’interno di questa famiglia borghese.
I personaggi sono tutti delineati con tale precisione e puntualita’ da tener vivi e vividi pressanti dialoghi esenti dal rischio della noia, sia per la plausibilita’ sia degli eventi, dei sentimenti narrati, sia per l’ironia leggera che stempera ed attutisce i drammi esistenziali di ciascuno dei personaggi.
Si parla di figli e genitori,di passato che ognuno vive a suo modo,in preda ai propri deliri (comunque non patologici) ,alle proprie rimozioni,alle focalizzazioni di un momento dolorosamente traumatico o estaticamente prezioso.
Uno spettacolo piacevolissimo da ascoltare,ma anche da vedere ,che ci immerge visivamente in una zona intermedia tra un salotto borghese e le aperture oblique di un ‘astronave da “Spazio 1999”: a loro modo geniali poiché evocanti le tempeste solari del titolo ,in cui le luci attentamente studiate esaltano lo scivolare di pedane che fuoriescono e si ritirano nella navicella spazial- borghese della suggestiva scenografia.
Entrano ed escono i genitori,una Paola Quattrini apparentemente frivola e profondamente irrisolta che ci regala momenti esilaranti d’ironica vacuita’, accanto a brividi di orrore per le azioni sconvenienti e scorrette di moglie ma soprattutto di madre.
Segue un ex marito in procinto di abbandonare la vita terrena che le confessa di non averla mai amata,”neanche per un pomeriggio” ; e poi , comla disperazione di un figlio omosessuale che serba solo ricordi dolorosi di angherie e di una sorella sofferente che lo supplica di ricordare anche , seppur rarissimi,i momenti teneri di una vita familiare burrascosa e complessa.
Ci si ritrova, su modelli bergmaniani (ma anche del dimenticato Eliot), nello scavare dell’autore trai sensi di colpa, il rifiuto di azioni commesse,la vergogna di essere stati in balia della propria rabbia o indifferenza.
C’è chi perdona,chi e’ tenuto su dalla rabbia e dal dolore,chi ne esce segnato per sempre,chi accetta i torti subiti con amorevolezza e sopportazione,riconciliandosi col male subito e guardando avanti.
Tutti bravi e credibili gli attori,oltre ai citati e storici Quattrini e Pagliai ,David Sebasti e Pia Lanciotti ineccepibili nei loro ruoli- e i piu’ giovani e talentuosi Mauro Conte e Chiara Augenti.
“Dovremmo chiedere scusa ai nostri figli” sussurra Ugo Pagliai alla moglie nell’ultimo incontro a loro concesso dalla vita, prima di tendere le braccia barcollando verso il ricordo della sola donna mai amata e morta giovanissima,di nome Stella (come una eroina di Schiller)
Infatti, anche se,come professa Tolstoj in”Anna Karenina “….tutte le famiglie felici si somigliano,tutte quelle infelici lo sono a modo loro… si ha l’impressione di conoscerla bene quella “tempesta elettromagnetica” che si espande in sentimenti di dolore, che ci disturba nella comunicazione (interpersonale o di gruppo), nella comprensione,nell’accoglienza dei nostri legami di sangue,sangue che spesso invece di essere simbolo di indissolubilita’ affettiva ,scorre rosso ed inarrestabile dalle ferite di tanti cuori infelici.
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Produzione Casanova Teatro – Teatro Eliseo di Roma
TEMPESTE SOLARI
di Luca De Bei
con Ugo Pagliai, Paola Quattrini, David Sebasti, Pia Lanciotti, Mauro Conte, Chiara Augenti
regia Luca De Bei
scene Francesco Ghisu
costumi Sandra Cardini
luci Marco Laudando
musiche Marco Schiavoni
assistente regista Maria Castelletto
assistente scenografo Lorena Curti
assistente costumista Chiara Lanzillotta